Sono nel mio ufficio assorto dai mille problemi di quest'azienda. Guardo distrattamente l'orologio...
"non vengo a pranzo ho da fare"
Scrivo a Jimin...
La risposta non tarda ad arrivare...
"ok"
Mi parla lo stretto indispensabile ed io mendico la sua attenzione in ogni occasione.
Mentre sto mangiando del cibo per asporto arriva Tae.
Discorriamo del più e del meno... Fino a quando esordisce con una delle sue idee...
-sei sempre indaffarato, hai due occhiaie da paura... vieni a cena da noi...
Con Sunhi i rapporti sono distesi quindi non ci sarebbe problema.
-Tae... Ho un ospite che non posso lasciare solo.
Dico cercando di farlo desistere dal suo intento.
-porta anche lui...chi è un amico? Un ex compagno di classe?
-è Jimin...
-ah... Il tizio del palo...il ballerino Quello che ti ha aiutato... Di cui mi hai parlato...
-si è lui.
-e cosa fa in casa tua...
-lo sto aiutando ha avuto qualche disavventura.
-povero ragazzo... Ma si dai porta anche lui... Domani sera ok?
Sarà una cena informale solo noi 4.Dovevo capirlo che non era la cosa giusta da fare...
Con Jimin ho dovuto insistere un po' non era troppo convinto sul venire.
Abbiamo optato tutti e due per un abbigliamento semplice una cosa da casa.
Mentre eravamo in ascensore gli ho chiesto...
-nervoso?
-un po'... È sempre così no... Quando non si conoscono le persone.
Ha commentato tranquillamente.
Sunhi ci apre la porta e sembra uscita da uno di quegli sceneggiati della televisione semplicemente perfetta.
-John...accomodati prego sono felice di vederti.
Si rivolge solo a me ed io prontamente presento Jimin.
-questo è un mio amico starà da me per qualche tempo.
Sunhi gli porge la mano ma quando Jimin alza il viso la vede quella cicatrice è chiaramente sconvolta e la ritira, ci fa spazio per lasciarci entrare imbarazzata mentre colgo alle spalle di Jimin un'occhiataccia che lei tira a Tae.
-benvenuti, così tu sei Jimin...
Inizia Tae amichevole.
-mio fratello mi ha detto quanto tu sia stato gentile con lui come quell'altro signore...
-Osmo...
Finisce Jimin.
-si lui.
Prendiamo un aperitivo in piedi prima di cena, le ampie vetrate che danno sulle luci di Seul sono un spettacolo per gli occhi. Noto che Jimin è rapito da questo, devo ricordarmi di aprire le tende del mio salone a casa anche da lì la vista è splendida.
A tavola con Tae tocchiamo brevemente alcuni argomenti di lavoro, poi Sunhi ci racconta della nuova catena di negozi che inaugurera' con suo padre...Jimin ascolta non intervenendo ovviamente. Fino a quando Sunhi bastardamente gli chiede...
-e tu Jimin di cosa ti occupi?
Jimin sospira lo sento prima di rispondere.
-al momento di niente.
Risponde tranquillamente.
-ma prima? Prima di quanto è accaduto a John?
- sono un ex ballerino di lapdance... Dopo questa...
Dice spostando i capelli dal volto perché si veda la cicatrice
-dopo questa ho smesso...
-lapdance... Ma è un mestiere? Sul serio?
Commenta con un sorriso meschino.
Tae se ne accorge e cambia prontamente argomento.
Arriviamo al dolce senza grandi incidenti, tutte le volte che Sunhi tenta di mettere in difficoltà Jimin, io o Tae interveniamo prontamente.
Ad un certo punto Jimin si allontana per andare alla toilette ed è lì che scoppia il putiferio.
-ti è sembrato divertente?
Chiede Sunhi con voce leggermente alterata
-cosa intendi?
Rispondo pronto.
-portarci quello! Ti sembra la persona adatta da portarci in casa? Un ballerino di un locale infimo e cosa si è fatto sul viso? Qualche pappa gli avrà dato una lezione sicuramente.
-Sunhi!!! Basta non sai quello che dici! È tutta la sera che dici cose a sproposito
Interviene Tae arrabbiatissimo.
-è inutile che ti arrabbi, l'hai visto quel viso... Da dove credi che venga... Quello è feccia non doveva entrare in casa nostra.
-Sunhi... Ti ricordo che quando non si sapeva che fine avevo fatto ti facevi sbattere da mio fratello non è che anche tu sia una personcina a posto...
-John!
Mi rimprovera Tae.
- In ogni caso Jimin non ha niente che non vada non è uno di strada ha sempre lavorato...
Mentre stiamo discutendo sentiamo un rumore e maledetti noi... Jimin è lì e ha sentito tutto.
-portami a casa Jk.
Dice soltanto e il suo viso è talmente triste che mi mette paura.
-Jk?
-chi è Jk?
Chiede Sunhi polemica
Mi alzo andando verso di lui non ascoltandola.
-John aspetta.
Tenta di dire Tae
- Tae so che non è colpa tua ci vediamo domani.
Lo rassicuro.
-Sunhi... La cena faceva cagare se la compravi in supermercato era meglio.
Commento sprezzante, prendendo Jimin per mano ed uscendo.In auto come al solito è silenzio.
Mentre in ascensore lui è a testa china mi accorgo che sta piangendo e mi gioco il tutto per tutto abbracciandolo.
-no lasciami..
-non ho intenzione di farlo, abbracciami ne ho bisogno anch'io non solo tu. Sunhi è una stupida prima o poi lo capirà anche Tae.
Ed è così che ci stringiamo forte in un abbraccio disperato lo spingo contro la parete mentre il rumore leggero dell'ascensore che sale invade l'abitacolo, avvicino il mio viso al suo...
-no ti prego...
-sono io che prego te... Dammi una possibilità una soltanto.
Cerco di forzarlo leggermente tentando di baciarlo ma la mia bocca si appoggia sull'angolo della sua e lui mi respinge prontamente.
-aspetterò... Quanto servirà aspetterò.
Dico disperato mentre le porte dell'ascensore si aprono.Più tardi nel mio letto scopro di aver risvegliato in me il desiderio, non c'è niente che io voglia quanto lui... Ma Jimin ha detto che quando tutto sarà finito... Se ne andrà...ed io non lo permetterò.
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Un'altra vita
FanficUna notte dopo aver accompagnato la fidanzata a casa John ritorna a piedi verso casa, l'ora tarda e la mancanza di un taxi in giro gli fa prendere la decisione di abbreviare il ritorno passando per un quartiere malfamato. Viene aggredito e picchiato...