Capitolo Sette

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Erano passati due giorni dalla prima volta che Rosenberg aveva aiutato Luke durante una lezione, tre da quando aveva parlato con Jaelil. In quelle due giornate, la Jedi aveva ricevuto due consigli che non aveva ancora seguito: parlare con Luke dei propri sentimenti e andare ad assistere alle lezioni del Maestro Mortug per notare il suo comportamento nei confronti di Heather. A sua discolpa, in quei due giorni aveva continuato a seguire Luke durante le lezioni, non avendone quindi modo, per quanto riguarda l'altra cosa... Non ne aveva ancora avuto il coraggio. O meglio, lo aveva avuto in brevi momenti, ovviamente sempre quando Luke era occupato e non avrebbe potuto ascoltarla.
In quel momento, però, Rosenberg sentiva che poteva farcela. L'aveva nuovamente aiutato dopo un addestramento e i Padawan si stavano riposando, così come lui, che li osservava con un sorriso, seduto sotto un albero. Notando che Rosenberg stava praticamente fissando il Maestro cercando il coraggio, Charn le si avvicinò. "Andiamo, non hai voglia di darci qualcosa di cui parlare quando ci annoiamo?" le chiese scherzosamente e la ragazza sospirò, ridacchiando.
"Sono certa che sarà una storia molto divertente e molto triste allo stesso tempo. Sai cosa? Lo faccio. Lo faccio subito. Senza pensarci troppo, sennò impazzisco."
Charn le diede un'amichevole pacca sulla spalla. "Se deve andare male, almeno rendila molto divertente. Buona fortuna".
Rosenberg prese un respiro profondo e si avvicinò a Luke. "Maestro", iniziò, facendolo sorridere, divertito dal fatto che non smettesse di chiamarlo così, "possiamo parlare, un attimo? Magari più privatamente".
Luke acconsentì e si alzò, camminando con lei e guardandola con aria curiosa. La Jedi trattenne una risatina notando con la coda dell'occhio i suoi amici che le lanciavano da lontano cenni di approvazione, ma poi il nervosismo iniziò a farsi risentire più forte che mai. I due si stavano addentrando nella parte più boscosa, dove avrebbero potuto parlare privatamente, e Luke notava quanto lei fosse nervosa, non solo dall'espressione e da quanto rigidamente camminasse, ma anche perché l'erba e le foglie su cui passava diventavano improvvisamente secche. Avveniva talmente velocemente che bisognava farci caso per notarlo, ma Luke conosceva anche meglio di Rosenberg stessa quanto ciò che sentisse lei potesse influenzare la natura stessa.
"Tutto okay?" chiese lui col tono più rassicurante possibile quando furono abbastanza appartati. Lei sospirò e poggiò la schiena contro un tronco.
"È che... Appunto devo parlarti di una cosa e... Sono nervosa."
"Puoi parlarmi di qualsiasi cosa, lo sai."
"Questa è... Diversa".
Allo sguardo confuso del Gran Maestro la Jedi sospirò nervosamente un'altra volta e si passò velocemente le mani sul viso, cercando di calmarsi.
"Ma che sto facendo? È una follia. Come potrebbe lui...".
Mormorò fra sé e sé seppure  il discorso fosse udibile anche per Luke, il quale la guardava sempre più confuso, cercando di capire cosa la rendesse così agitata, quando poi spalancò improvvisamente gli occhi mostrando uno sguardo sorpreso, come se avesse capito, come se avesse messo insieme tutti i pezzi, cosa che preoccupò ulteriormente Rosenberg, la quale però si tranquillizzò quando lo sguardo sorpreso del Gran Maestro si trasformò in un sorriso dolce. Lui le si avvicinò, accarezzandole il viso, trovando una conferma di ciò che aveva sospettato in come questo gesto le causasse sostanzialmente di trattenere il fiato.
"Tranquilla", disse lui, guardandola con degli occhi che sorridevano più delle sue stesse labbra, "anch'io."
"Anche tu... Oh." spalancò gli occhi per la sorpresa e le foglie del povero albero su cui era poggiata tornarono più verdi di prima "Perché non mi hai mai detto niente?"
"Tu perché non mi hai mai detto niente?" ribatté lui con un sorrisetto quasi di sfida.
"Stavo per farlo."
"L'ho fatto prima io".
Sarebbe stata sicuramente una cosa di cui avrebbero dovuto parlare meglio, ma in quel momento, nessuno dei due aveva particolarmente voglia di parlare. Rosenberg chiuse gli occhi vedendo il viso di Luke avvicinarsi al suo, il suo cuore batteva all'impazzata.
Poi, improvvisamente, la voce di Havi, affaticata probabilmente perché l'aveva cercato un po' ovunque. "Se non interrompo", iniziò, la voce appunto stanca ma alta, che arrivò proprio un istante prima che potessero baciarsi; entrambi spalancarono gli occhi e Luke si allontanò di scatto da lei dalla sorpresa e dall'imbarazzo, "Skywalker, avrei bisogno di parlarti di tua nipote". Nonostante parlasse con Luke, non riusciva a smettere di fissare Rosenberg, con un'espressione disgustata, come se non bastasse.
"È successo qualcosa?" chiese preoccupato Luke.
"Dobbiamo parlarne in mezzo agli alberi? Andiamo dove c'è anche lei". Concluse Havi senza dare effettivamente una risposta, iniziando subito a camminare verso il tendone dove insegnava agli iniziati.
Luke diede uno sguardo di scuse a Rosenberg prima di seguirlo con preoccupazione. La Jedi camminò con loro, per poi andare però dai suoi amici, che osservarono il Maestro Mortug quando fu nuovamente nel loro campo visivo.
"Com'è andata?" chiese Albcha, nonostante la sua espressione non fosse curiosa e serena come sarebbe stata se le circostanze fossero state diverse.
"Ne parliamo dopo, ma cos'è successo?"
"Sinceramente, non lo so. Credo che sia arrabbiato con Heather".
Rosenberg spalancò gli occhi, ripensando a ciò che Quinlan le aveva detto un paio di giorni prima. Notò che proprio il Maestro fosse poco distante da lei e si trovasse vicino a Jaelil, la sua Padawan, cui disse: "Temo stiamo per assistere ad uno spettacolo pietoso". Guardò poi Rosenberg alzando le spalle, come a dire che gliel'aveva detto. Si avvicinò ad Havi e Luke, il quale guardava preoccupato Heather, a braccia conserte e testa china fuori dal tendone.
"Si può sapere cos'è successo?" Chiese Luke, alternando lo sguardo fra lei e Havi.
"Sicuro che addestrarla sia una buona idea?" domandò Havi senza mezzi termini. Luke lo guardò incredulo e, prima di potergli rispondere, si chinò verso sua nipote, sorridendole. Decisamente non le avrebbe fatto ascoltare questa conversazione. "Perché non torni dai tuoi amici? Non ti preoccupare, non è successo niente."
"Compagni." lo corresse Havi, mentre guardava con disprezzo la bambina che si allontanava. Il modo in cui la guardava infastidì parecchio Luke, il quale, per la seconda volta in poco tempo, intuì da solo ciò che qualcuno stava per dirgli, ma questa volta non sarebbe stato qualcosa di piacevole.
"Non c'è bisogno di tutta questa suspense", lo incalzò Luke, "in che senso 'se sono sicuro'? Certo che deve addestrarsi."
"Sono sempre paziente e comprensivo con lei come con tutti, ma non posso continuare a mettere a rischio tutti gli altri bambini. Ogni volta che cerca di usare la Forza è un disastro: per più volte da quando è arrivata, ha fatto crollare l'equipaggiamento cercando di giocarci; non capisce che le spade da addestramento non sono giocattoli da dare in testa agli altri. Oggi, poi, cercando di sollevare delle pietre ha iniziato a farle volare ovunque, rischiando di far male agli altri".
Luke non poté fare altro che sollevare un sopracciglio, guardandolo perplesso. "Non capita anche a quelli che si addestrano da più tempo di lei? E non sei lì anche per evitare che si facciano male durante l'addestramento?"
"Ma tanto se lo fanno gli altri non sarà mai la stessa cosa rispetto a se lo fa lei." s'intromise Quinlan.
"Non credo di star parlando con te." ribatté Havi e Quinlan sollevò le spalle prima di rispondere "eppure eccomi qui".
Luke guardò verso il Maestro Vos, riflettendo sulle sue parole, il suo sguardo tornò verso il Maestro Mortug. "Non hai mai avuto da ridire, effettivamente, neanche in situazioni peggiori. Perché questa preoccupazione per Heather?" Domandò Luke quasi retoricamente, immaginando già la risposta.
"Non possiamo negare che una scarsa capacità di controllo, anche se agli inizi, non sia più pericolosa in lei, andiamo."
"Pericolosa? Sul serio?" rispose Luke, incrociando le braccia "Sono pericoloso anch'io, per caso?"
"Beh, speriamo di no." replicò Havi, causando una risatina da parte di Quinlan. "Lo trovi divertente?"
"Effettivamente, parecchio. Non credevo avrei mai visto un Maestro disposto a tanto pur di giustificare la paura per una bambina."
"A me invece non sorprende che tu ti metta a difendere chi può rappresentare un pericolo."
"Ora basta", intervenne Luke, la sua voce ed espressione severe come non mai, "se addestrare Heather è un problema così grande, non addestrerai neanche gli altri bambini. Né nessun altro, visto che sei sospeso dal tuo incarico come Maestro".
Havi spalancò gli occhi, sorpreso, per poi lanciare un'occhiataccia a Quinlan, che, dietro di Luke, se la rideva sotto i baffi.
"Sospeso? Credi che vorrei il loro male? Non sarebbe la prima volta che ti sbagli, ti vorrei ricordare che addirittura sospettavi del Maestro Fortodor con Dilleon."
"No, su questo ne sono piuttosto sicuro. E dovrei tenere d'occhio maggiormente anche lui e la Maestra Un Tal." tagliò corto Luke.
"Se posso permettermi, approvo", si intromise nuovamente Quinlan, "Potresti dare gli iniziati a Rosenberg, mi pare se la cavi bene."
"Sono sicuro che metterà lei, ho anche visto perché le darebbe degli incarichi importanti." rispose Havi, iniziando ad allontanarsi da loro, riferendosi al fatto di averli visti quasi baciarsi poco prima.
"Anche solo un altro commento fuori posto e la sospensione diventa un'espulsione dall'Ordine". Lo mise in guardia Luke, il quale poi prese un respiro profondo. Odiava agire in questo modo, aveva sempre cercato di agevolare tutti i Maestri, ma non poteva metterli sopra il benessere dei Padawan, o ancora peggio, dei bambini. Sentiva di averlo fatto fin troppe volte, ma era il momento di smettere.
Ringraziò Quinlan per l'appoggio e guardò Rosenberg da lontano, scuotendo leggermente la testa, come a dirle che non avrebbero parlato o continuato a fare ciò che avevano interrotto, non per quel giorno: quanto accaduto l'aveva messo decisamente di cattivo umore. Lei gli mostrò un piccolo sorriso di comprensione. Decisamente avrebbe considerato di farle seguire gli iniziati, ad ogni modo.

"... Quindi per ora, questo è tutto." finì di raccontare Rosenberg di quanto accaduto con Luke quella mattina agli altri, poco prima di andare a dormire.
"E dire che interrompervi non è stata neanche la cosa peggiore che ha fatto il Maestro Mortug, oggi." commentò Dilleon, scuotendo la testa.
"Pensi che domani potrete continuare?" chiese Jaelil, il suo sguardo speranzoso. Rosenberg semplicemente alzò le spalle, incerta. Immaginava che sarebbe dipeso da come sarebbe stata la situazione il giorno dopo.
"Ad ogni modo, è andata sicuramente meglio di come avresti potuto sperare, no?" la rincuorò Albcha e Rosenberg sorrise. Effettivamente, era andata incredibilmente meglio.
Quella stessa sera, Nat, Giles e Havi erano insieme in una tenda, davanti a loro l'ologramma di Lithru, collegata da Coruscant, che parlavano di quanto accaduto in quella giornata.
"In tutto ciò, credevo avessi detto che non ti sembrava pericolosa." disse Giles, guardando verso Havi.
"Non sono neanche così sicuro che possa diventarlo, ma più la osservo più mi sembra difficile da addestrare. Ad ogni modo, preferirei non stare a contatto con quella famiglia maledetta."
"Tanto presto non dovremo più preoccuparci di nessuno di loro", intervenne Nat, il suo sorriso non lasciava presagire nulla di buono, "Diamogli un'ultima possibilità domani, dopodiché liberiamocene e prendiamo l'Ordine. Lithru, pensi che siano pronti?"
La Twi'lek in collegamento sorrise: "Prontissimi. Basta che mi diciate quando e ci saremo."
"Skywalker potrebbe essere un obiettivo difficile, quindi nel caso non lo eliminassimo subito, dovremmo eliminare Rosenberg, per evitare che possa generarne altri. Lei sarà facile. Ma per il resto dell'Ordine, invece? Certo, lo prendiamo, ma con quante vittime?" domandò Havi.
"Quelle penso siano sono difficili da pianificare", rispose Nat, "Ma direi chiunque si opponga. Nel caso lo facessero tutti, beh, ricominceremo a partire da quelli trovati da Lithru. Non sarebbe la prima volta che l'Ordine riparte da zero."
"Gli diamo davvero un'ultima possibilità domani? Non gliene abbiamo già date troppe?" chiese Giles, desideroso di iniziare sin da subito e spazientito dalla situazione.
"Sappiamo già benissimo che non ci ascolterà", replicò Nat, "Ma mai dire mai: magari qualcuno ascoltando le sue idiozie ci vorrà seguire".
Gli altri Maestri acconsentirono e poco dopo terminarono la loro di riunione.
Ben presto, l'Ordine non sarebbe stato più lo stesso.

Star Wars Ep VII - Tradimento Nella Forza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora