Capitolo Undici

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Con la Forza, Rosenberg venne trascinata all'interno dell'unica tenda rimasta integra, probabilmente sotto indicazione dei Maestri.
"Bernic, Jamy, abbiamo una prigioniera!" esclamò Nat con tono fin troppo allegro, liberando la presa che le aveva permesso di trascinarla, ma rimanendo sempre all'erta.
Rosenberg spalancò gli occhi sentendo il nome di Jamy e sollevò lo sguardo, ritrovandosi davanti effettivamente quello che sarebbe dovuto essere uno dei suoi compagni, con i suoi lunghi capelli neri e gli occhi scuri che in quel momento la scrutavano con sorpresa. Accanto a lui, quello che doveva essere Bernic, un ragazzo dai capelli biondi e ricci e dagli occhi verdi, invece sembrava piuttosto indifferente.
"Brutto traditore!" urlò Rosenberg contro Jamy e fece per alzarsi e scagliarsi contro di lui, ma si ritrovò presto nuovamente di faccia a terra, visto che Nat la colpì con forza alla schiena con la propria spada laser, che poi spense e riattaccò alla cintura, accanto alla spada laser che aveva sottratto proprio a Rosenberg.
La Jedi, dolorante, alzò debolmente nuovamente lo sguardo verso quello che era stato uno dei suoi compagni. Gli rivolse solo una parola: "Perché?"
"Perché ha capito che il tuo amato Skywalker sta solo facendo idiozie, voi neanche siete considerabili dei veri Jedi." rispose Nat al posto del ragazzo.
"Oh, certo, immagino che sia veramente molto da Jedi organizzare un genocidio, invece".
Improvvisamente, Rosenberg si sentì sollevata in aria dalla Forza, per poi venire catapultata dall'altra parte della tenda con violenza. Mentre gemeva debolmente dal dolore, a lei si avvicinò furiosa Nat, che non usò la Forza o la spada laser per ferirla di nuovo, ma invece si chinò su di lei e le tirò con forza i capelli, costringendola a guardarla negli occhi. Prima di iniziare a parlare, un sorriso si formò sulle labbra della Maestra, notando il terrore che incuteva all'altra Jedi.
"Ascolta bene, ragazzina." iniziò Nat, "Non parlare di cose che non conosci, tu un vero genocidio non l'hai visto. Se qualcuno decidesse di seguire la retta via, sarebbe più che benvenuto fra i nostri. Non è certo colpa nostra se sia l'Ordine che la Nuova Repubblica sono guidati da una stirpe maledetta che ha intenzione di portare tutto ciò che è giusto alla rovina." detto ciò, lascio la presa sui capelli di Rosenberg, la quale si trovò ancora una volta di faccia a terra.
"Avete intenzione di attaccare anche la Nuova Repubblica?" chiese la Jedi, con preoccupazione crescente.
"Appena sarete morti o fra i nostri." poi, si rivolse a Jamy, "Avanti, ammanettala".
Il Jedi, seppur con sguardo riluttante, obbedì, immobilizzandole i polsi con delle manette specializzate per bloccare l'uso della Forza. Per un attimo, Rosenberg si chiese perché non metterla direttamente nelle prigioni che avevano nei sotterranei pensate per bloccare chi sapeva usare la Forza, create apposta nel caso in cui fossero stati attaccati da chi usava il Lato Oscuro, ma poi pensò che col fuoco che divampava e con tutti quegli attacchi fossero probabilmente inaccessibili.
"Jamy, ti prego", lo implorò Rosenberg con le lacrime agli occhi, "Lo so che non pensavi che sarebbero arrivati a tanto. Non avere paura di ribellarti a loro, ti scongiuro".
Lui, però, dopo averla ammanettata si allontanò silenziosamente da lei, sotto lo sguardo divertito di Nat.
"Cosa ne facciamo di lei?" chiese invece Bernic.
"Vedremo." rispose la Maestra, "Skywalker tiene fin troppo a lei, ci potrebbe essere utile in base a come si evolve la situazione".
In quel momento, nella tenda entrarono anche Giles, Havi e Lithru.
"Ah, eccoti, non ti vedevamo da un po' ed eravamo preoccupati." disse Giles, per poi notare Rosenberg fatta prigioniera, "Oh, ben fatto Nat. Potrebbe rivelarsi una risorsa preziosa." aggiunse con soddisfazione.
"Grazie, effettivamente sì. Ora, io rimango qui, così da ucciderla se serve, o magari mi divertirò un po' e basta. A questo punto, vi direi di uccidere Vos e Koth. Ovviamente anche Skywalker se riuscite, sennò sfruttate il vantaggio di avere la sua amata come prigioniera". Gli altri concordarono e uscirono dalla tenda, pronti a proseguire.
Nat sollevò lo sguardo sentendo la pioggia forte improvvisa, cosa strana, visto il cielo sereno. Rosenberg sapeva di essere lei e di non riuscire a controllarlo, ma almeno avrebbe spento quantomeno una parte del fuoco.

"Maestro." si sentì all'improvviso chiamare Luke, il quale era chinato accanto a due corpi senza vita di bambini, entrambi pieni di bruciature. Poco distante da lui c'erano a terra cinque di quelli che avevano assaltato il tempio, tutti piuttosto malconci dopo aver cercato di attaccarlo. Si girò verso chi l'aveva chiamato e trovò Dilleon che si stava avvicinando a lui, con anche Albcha e Quinlan.
Dilleon e Albcha si misero accanto a lui, Quinlan invece difronte, anche loro tre sgomentati dalla visione dei bambini.
"Siamo qui per te, Maestro." lo rassicurò Dilleon e Luke si limitò a mostrargli un lieve sorriso di riconoscimento. Poi, guardò verso Quinlan.
"Jaelil?" gli chiese e l'altro Maestro sospirò amaramente, scuotendo la testa. "Mi dispiace tanto." disse Luke, la voce spezzata dal dolore. Stava lottando, certo, ma era così difficile farlo con la costanza e la forza che la situazione avrebbe richiesto, visto l'orrore che si stava svolgendo attorno a tutti loro.
Quando iniziò improvvisamente a piovere, Luke capì che si trattava di Rosenberg. A proposito, lei dov'era? Sapeva che era riuscita a mettere Heather al sicuro, era stato avvisato da R2, il quale gli aveva anche detto di Nat, ma non aveva più visto né lei, né la Maestra.
"Avete visto Rosenberg? O Charn?" domandò Luke ai tre.
"No, mi dispiace." rispose Albcha, anche lui visibilmente preoccupato, "Ma possiamo andare a cercarli."
"E magari potremmo anche capire da loro cosa pensano di fare, qui. Magari riescono a capire di stare facendo una follia." aggiunse Quinlan, indicando con lo sguardo i ragazzi che Luke aveva sconfitto.
Non ebbero però modo di fare niente di tutto ciò: poco distante da loro, sentirono il rumore di più di una spada laser accendersi contemporaneamente. Harren si trovava da sola contro Havi, Giles e Lithru. E Nat? Luke sentì il cuore contorcersi, capendo che doveva essere ancora con Rosenberg.
"Voi andate a cercare Charn, non intervenite per nessun motivo al mondo." si raccomandò Luke con loro con una certa urgenza, mentre Quinlan era invece già andato ad aiutare Harren.
"E Rosenberg?" chiese Dilleon.
"Temo che sia in pericolo, ma non voglio che la cerchiate, non voglio vedere anche voi in pericolo. Ora andate". Detto ciò, si precipitò anche lui al fianco degli altri due Maestri.
Il volto dei tre traditori si dipinse quasi contemporaneamente di un sorriso ricco di una malvagia soddisfazione quando anche Luke si mise davanti a loro. Questa volta erano tre contro tre, ancora nessuno di loro aveva attaccato, erano sotto la pioggia a scrutarsi silenziosamente.
Fu Luke a rompere il silenzio: "Dov'è Nat?"
"Non immaginavo avresti sentito la sua mancanza." rispose sarcasticamente Lithru, "È... Occupata".
Per Luke, quella fu una conferma ai suoi timori. Strinse più forte l'elsa della propria spada laser, già in posizione ma ancora spenta.
"Calmo." gli sussurrò Quinlan, che, pur non sapendo che Rosenberg era stata vista l'ultima volta a fronteggiare Nat, aveva sospettato il suo nervosismo fosse dovuto a lei.
"Cosa c'è, nervoso dopo il nostro ultimo incontro?" domandò Havi con tono provocatorio.
"Non vedo perché dovrei." ribatté Luke, "A me pare di aver tagliato un braccio a Nat, avervi fatto crollare il tempio addosso ed essere riuscito a portare Heather in salvo anche dopo essere stato ferito".
"Finite questa follia, suvvia." intervenne Harren, "Proprio a noi non dovrebbe neanche venire in mente qualcosa del genere."
"Koth, traditrice che non sei altro, andiamo." rispose Giles, sollevando gli occhi al cielo e sospirando quasi annoiato, "Non è la stessa cosa. Questa è stata una reazione necessaria."
"A me sembra proprio la stessa cosa." ribatté Harren, "E anche se fossi rimasta dalla vostra parte, non avrei mai accettato qualcosa del genere. Ormai avete perso anche qualsiasi vaga somiglianza con ciò che dovrebbe essere un Jedi, non è più la Luce a guidarvi".
I tre, però, non sembravano voler sentir ragioni, ma parevano invece avere quasi un'urgenza di affrontare gli altri tre Maestri. E così, Lirhru si scagliò contro Luke, Giles contro Harren e Havi contro Quinlan.
Mentre Dilleon e Albcha si allontanavano alla ricerca di Charn, ma, a malincuore, non anche a quella di Rosenberg, i Maestri iniziarono a scontrarsi con le spade laser, tutti consapevoli del fatto che probabilmente il futuro loro e dell'Ordine sarebbe dipeso dall'esito di quel combattimento.

Star Wars Ep VII - Tradimento Nella Forza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora