Capitolo Dieci

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Mentre si rialzava lentamente, Luke aveva la percezione di essere in un sogno, o meglio, in un incubo. La vista era offuscata, riusciva a malapena a vedere le fiamme fuori la tenda e sentiva le urla provenienti da fuori quasi come un lontano fischio. Sentiva però molto bene dentro di sé la sofferenza, la morte che si propagava nel suo Ordine. Si portò una mano al petto, che gli faceva male. Tutto quello non poteva stare succedendo davvero. "Luke." sentì a malapena una voce chiamarlo, ma non riusciva a mettere a fuoco nulla, neanche da chi provenisse. "Luke!" esclamò la stessa voce, scuotendogli le spalle. Lui batté le ciglia più volte, finalmente tornando alla realtà. Rosenberg era davanti a lui, le mani sulle sue spalle. Il volto della ragazza era pieno di terrore, ma anche di determinazione, nonostante gli occhi lucidi. "Mi dispiace", continuò lei, "Ma dovrai combattere un altro po'". Si era appena ripreso, questo Rosenberg lo sapeva, ma lei come tutti aveva bisogno di lui.
"Lo so, lo so." rispose Luke e sospirò, passandosi una mano sul viso e cercando di pensare il più velocemente possibile come organizzarsi. "Rose, cerca Heather, lo farò anch'io, ma dividiamoci. Se la trovi, mettila al sicuro. Chiaramente, se nel mentre trovi qualcuno che ha bisogno di aiuto, fermati. R2, se trovi dei bambini, portali ai confini del bosco. In caso di ritirata, ci troviamo tutti lì. Charn..." prima di continuare, fece una piccola pausa. Non voleva che lui lottasse, non voleva nulla del genere per nessuno di loro, ma si erano trovati all'improvviso nel mezzo di una guerra. "Proteggi quanto e chi puoi, ma se ti trovassi in difficoltà, scappa. Questo vale per tutti."
"Certo, Maestro." rispose lui, prima di chinare la testa e andarsene velocemente dalla tenda, dalla quale uscirono poi anche R2D2, Luke e Rosenberg, i quali si diedero solo uno sguardo. Entrambi avrebbero voluto un bacio, visto che sarebbe potuto essere l'ultimo, ma non c'era tempo. I due si divisero, pronti a cercare Heather e ad aiutare chi ne aveva bisogno.

Nel frattempo, Dilleon e Albcha erano stretti l'un l'altro, nascosti, mentre cercavano di capire cosa fare. Come tutti, si erano trovati travolti all'improvviso in quella situazione, senza avere il tempo di elaborare quanto stesse accadendo. Dilleon si guardò attorno, c'erano persone che non avevano mai visto prima che stavano distruggendo tutto e combattendo contro i loro compagni, cercando di ucciderli. Con qualcuno ci erano anche riusciti. La sentivano, la morte, ma era tutto così forte e confuso che neanche riuscivano a capire chi stesse lottando, chi fosse in difficoltà, chi  morto.
"Dobbiamo fare qualcosa." disse improvvisamente, alzandosi e invitando Albcha a fare lo stesso. Notò poi il Maestro Fortodor, quello che era stato il suo Maestro, che osservava il tutto con un'espressione divertita. "Dannato..." iniziò e fece per andare verso di lui, ma il suo ragazzo lo fermò afferrandolo per la tunica.
"Fermo!" esclamò Albcha, "Hai intenzione di farti uccidere? Non vale neanche la pena di provarci, con i Maestri. Pensiamo ad aiutare i nostri compagni."
Dilleon sospirò. "Hai ragione." ammise, ma, prima che potessero anche solo pensare di fare altro, si trovarono con due avversari davanti a loro. Si trattava di una ragazza dalla pelle scura, i capelli neri raccolti in sottili treccioline; l'altro era un Kage, con la caratteristica pelle pallida, i capelli biondi e gli occhi rosa ed entrambi avevano le loro spade laser già accese in mano.
"Guarda un po' cosa abbiamo qui", iniziò la ragazza, rivolgendosi a colui che la stava accompagnando, "ne possiamo prendere uno a testa".
Prontamente, Dilleon e Albcha attivarono le loro spade laser. Il Kage si scagliò contro Dilleon, mentre la ragazza contro Albcha.
Nonostante l'aggressività del suo avversario, Dilleon se la stava cavando bene: la sua spada laser si muoveva veloce, bloccando tutti i tentativi di attacco. L'avversario, invece, era aggressivo ma lento e, quando Dilleon iniziò a contrattaccare, si trovò in difficoltà nel parare i suoi colpi così rapidi. Come se non bastasse, sentì all'improvviso qualcosa battere ripetutamente contro le sue gambe da dietro. Si girò con aria confusa e vide un droide, R2, che si preparava a scontrarsi nuovamente su di lui.
Dilleon sorrise e approfittò della distrazione del suo avversario, che osservava R2 con aria confusa, per usare la Forza per spingerlo e farlo inciampare nel droide. Poi, senza perdere un momento, gli si avvicinò, tenendo bene in vista la spada laser. "Allora, hai ancora voglia di fare lo sbruffone?" chiese retoricamente Dilleon, il quale sorrise vedendo l'avversario rialzarsi ed allontanarsi velocemente da lui. "Grazie, R2." disse dando una leggera pacca al droide, il quale voleva ricambiare il favore di averlo riparato, e che tornò poi al suo scopo di mettere i bambini in salvo.
Dilleon guardò poi verso Albcha per vedere se il suo ragazzo avesse bisogno di aiuto, ma notò con piacere che in quel momento aveva spinto la sua opponente contro un albero, facendole perdere i sensi.
"Loro due non erano un granché." disse Albcha con un sorriso, riavvicinandosi a lui.
Si iniziarono ad incamminare, cercando qualcuno da aiutare, o anche qualcuno da fermare, quando all'improvviso una persona si avvicinò velocemente a loro, esclamando "Dilleon! Albcha!". I due per un attimo si spaventarono sentendosi chiamare improvvisamente, ma si tranquillizzarono notando Jaelil correre verso di loro. La ragazza sospirò di sollievo mentre strinse entrambi, così contenta di vederli.
"Cosa sta succedendo?" chiese, spaventata "Non... Non trovo il Maestro Vos, ho... Visto qualcuno uccidere Vyn, non capisco".
"È successo tutto così all'improvviso", rispose Albcha, sospirando e ricambiando l'abbraccio dell'amica, mentre sentiva il cuore stringersi per il loro compagno Yarkora, "A quanto pare si sono fatti un intero esercito segreto."
"Come ho fatto a non accorgermi di niente?" si chiese Dilleon, sentendosi in colpa, "Se erano su Coruscant... Era per questo che eravamo sempre lontani dal tempio, l'ultima volta, immagino. Che stupido, non mi sono accorto di niente..."
"Se ti fossi accorto di qualcosa, il Maestro Fortodor di certo non ti avrebbe lasciato in vita e non avresti potuto dircelo", lo rassicurò Albcha, "Ora perché non aiutiamo Jaelil a trovare il Maestro Vos?".
Sia lui che la stessa Jaelil acconsentirono e con cautela si misero in sua ricerca. Le minacce potevano nascondersi in ogni angolo, quindi dovevano camminare lentamente e con cura. La ragazza si premurava di rimanere vicina a loro due, entrambi molto più addestrati di lei, che da sola sarebbe stata molto più in pericolo. Attorno a loro c'era così tanto caos che era quasi impossibile concentrarsi per davvero, anche per capire da dove potesse provenire il pericolo più imminente.
"Oh, eccolo, sta combattendo." disse all'improvviso Jaelil, nascondendosi dietro un albero con i suoi due amici. I tre lo osservarono con un sorriso mentre, senza troppa difficoltà, mise a tappeto due avversari contemporaneamente. "Maestro!" esclamò lei, agitando la mano per farsi vedere.
Quinlan sorrise, lieto di vedere la sua Padawan, Dilleon e Albcha stare bene, ma il suo sguardo cambiò in un secondo. "Attenti!" gridò, cercando di usare la Forza per fermare un ragazzo che con la spada laser si stava scagliando da dietro contro i tre, ma fu troppo tardi. La spada laser andò ad infilzare Jaelil nel petto, e solo allora il ragazzo fu spinto all'indietro dalla Forza di Quinlan.
Jaelil crollò a terra inerte, gli occhi ancora aperti.
"No..." sussurrò con voce strozzata Albcha, mentre sia lui sia Dilleon crollarono in ginocchio accanto a lei, con anche Quinlan che si affrettava a raggiungerli.
Il Maestro rimase fermo in piedi per qualche secondo, prima di chinarsi e chiuderle gli occhi. "Non l'ho addestrata abbastanza a lungo, non ho potuto neanche insegnarle come avere la seconda vita che le spettava..." preso un respiro profondo, rivolse lo sguardo ai due ragazzi, entrambi col viso bagnato dalle lacrime, che guardavano la loro amica ancora increduli, "Mai avrei pensato che anche voi doveste assistere a qualcosa del genere. E neanche ce l'ho con loro", disse, indicando il ragazzo che aveva ucciso Jaelil, privo di sensi a terra dopo essersi schiantato contro un albero a causa della spinta  di Quinlan, "Chissà che cosa pensano di fare qui, chissà cosa gli hanno detto su di noi. Ma Lithru, Nat, Giles, Havi... Non capisco come possano fare qualcosa del genere dopo tutto ciò che abbiamo vissuto..."
"Mi dispiace tanto, Maestro Vos." rispose Dilleon in lacrime, notando gli occhi lucidi del Maestro. Non poteva immaginare come fosse rivivere dopo anni gli stessi orrori.
Quinlan sospirò e si passò una mano sul viso prima di rialzarsi. "Non possiamo stare fermi troppo a lungo. Cerchiamo il Gran Maestro, dobbiamo stare al suo fianco. Seguiremo le sue indicazioni".
Col cuore spezzato, Dilleon e Albcha annuirono e si rialzarono anche loro, seguendo il Maestro Vos dopo aver dato un'ultima occhiata alla loro amica.

Nel mentre, Rosenberg si guardava disperatamente attorno alla ricerca di Heather. Ogni volta che vedeva R2, gli chiedeva se l'avesse trovata e portata in salvo, o se l'avesse fatto Luke, ma la risposta era sempre negativa. Ad un certo punto, sentì proprio la sua voce chiamarla "Maestra?"
La Jedi si precipitò verso la fonte del suono, trovando Heather nascosta dietro ciò che rimaneva di una tenda. "Ero con gli altri, ma poi sono caduta e li ho persi." spiegò la bambina, evidentemente spaventata.
Rosenberg fece un sospiro di sollievo e si chinò davanti a lei. "Non ti preoccupare, piccola, ora ti porto al sicuro."
"Io non penso proprio." si intromise una voce, quella della Maestra Un Tal. Rosenberg si girò, vedendo la Maestra dietro di loro, la spada laser accesa in mano e un sorriso malvagio dipinto sul viso. La Jedi si alzò velocemente, mettendosi davanti ad Heather. Con la coda dell'occhio, notò R2D2 non troppo distante da loro. "Heather, corri più veloce che puoi da R2." si raccomandò e la bambina si rialzò, ma Nat  la spinse a terra con la Forza, fermandola. Prima che Rosenberg potesse fare qualsiasi cosa, Heather, agitata, si rimise seduta e fece lo stesso verso la Maestra, spingendola di qualche metro.
"Lo sapevo che era un mostro, dannata mocciosa..." bofonchiò Nat, mentre si rialzava.
"Heather, corri!" esclamò Rosenberg, la bambina non se lo fece ripetere due volte e raggiunse il droide, fermo ad aspettarla.
Nuovamente in piedi, Nat guardò verso la bambina, che si stava allontanando, ma Rosenberg attirò l'attenzione su di sé attivando la propria spada laser. La Maestra la osservò quasi divertita. "Non ti conviene, ragazzina".
Rosenberg lo sapeva. Sapeva di non avere alcuna possibilità, ma avrebbe protetto ogni singola persona di quell'Ordine con tutta se stessa. In più, ogni singolo secondo era prezioso per Heather per mettersi al sicuro. "Forse", rispose lei, "Ma non ho intenzione di smettere di lottare".
Con una risatina, Nat si scagliò contro di lei, iniziando a combattere. Come aveva già notato ogni volta che la vedeva addestrarsi, Rosenberg era rigida, o, come preferiva dire lei, era un tronco e non ci mise molto a metterla in seria difficoltà. Con ogni movimento, con ogni colpo, Nat osservava con soddisfazione la Jedi arretrare sempre di più. Quando riuscì a colpirla, Rosenberg si piegò dal dolore, il corpo che tremava dal dolore causato dalla ferita al fianco. Si trovò poi costretta a rimanere immobile in quella posizione, intrappolata dalla presa della Forza della Maestra Jedi.
"Fin troppo facile." osservò Nat con soddisfazione, sollevando la spada laser. La sua avversaria, però, non aveva intenzione di arrendersi così facilmente. Con propria sospesa, la Maestra Jedi venne infatti spinta con potenza all'indietro, mentre Rosenberg si liberava da quella presa. In quel momento, la terra tremò per qualche secondo, cosa che Nat non si seppe spiegare ma a cui decise di non dare troppo peso. Rialzandosi, vide che anche Rosenberg stava facendo lo stesso, nonostante la lesione. "Devo ammetterlo, non so se definirti stupida o coraggiosa". Detto ciò, si scagliò nuovamente contro Rosenberg, la quale era sempre più affaticata, anche e soprattutto a causa della ferita. Si trovò ad un certo punto a parare a fatica un colpo della Maestra, la quale approfittò della difficoltà della sua opponente per spingerla a terra con la Forza.
Rosenberg non tentò subito di rialzarsi, non ce la stava facendo più. Sapeva che non fosse normale essere così debilitata, ma da quando aveva inavvertitamente causato quella scossa si sentiva quasi prosciugata. Sapeva che avrebbe dovuto allenarsi per controllare quel potere, ma da quando aveva deciso di doverlo fare insieme al Gran Maestro e alla Maestra Koth, non aveva più avuto tempo, visto che erano stati poi attaccati. E così, si trovò stesa a terra, col fiatone.
Nat si avvicinò a lei, puntandole la propria spada laser contro. "Carino il nuovo braccio." commentò sarcasticamente Rosenberg, notando solo in quel momento la protesi, visto che durante il combattimento era stata troppo impegnata a cercare di sopravvivere a stento.
"Che carina, trova ancora la voglia di scherzare.", ribatté Nat, ancora indecisa su cosa farne di lei, "Sai cosa? Per quanto mi piacerebbe ucciderti qui e ora, forse al momento mi servi di più da viva. Mi divertirò un bel po', con te". Aggiunse poi, osservando la Jedi con un sorriso malvagio.

Star Wars Ep VII - Tradimento Nella Forza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora