Capitolo Otto

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La mattina dopo, Dilleon e Albcha si erano appena alzati e si stavano recando dagli altri per mangiare, quando incrociarono gli sguardi col Maestro Fortodor e la Maestra Un Tal, che ormai neanche si sforzavano più nel nascondere il loro disprezzo.
"Se oggi cercassero di ucciderci durante l'addestramento, non mi sorprenderebbe." osservò Albcha con un sospiro esausto, nonostante la giornata fosse appena iniziata.
"Speriamo ricevano lo stesso trattamento del Maestro Mortug, così non ci sarà nessun addestramento da parte loro." ribatté Dilleon sorridendo, prima di avvicinare ulteriormente il proprio ragazzo a sé, avvolgendo le sue spalle col proprio braccio mentre continuavano a camminare. Nonostante tutti loro cercassero di essere leggeri al riguardo, sapevano bene quanto non fosse un bel momento per l'Ordine e che la situazione rischiasse di peggiorare ulteriormente.
Albcha sorrise quando Dilleon lo strinse di più a sé e i due andarono a sedersi accanto a Rosenberg, Charn e Jaelil, che stavano già mangiando. Vedendoli avvicinarsi così abbracciati, Charn allontanò il tubo che usava per nutrirsi attraverso la maschera utilizzata dai Kel Dor fuori dal loro pianeta natale visto che non respiravano l'ossigeno e commentò: "Ma guarda che carini, vedremo mai Rosenberg e il Maestro Skywalker così?"
"Beh, speriamo." rispose Dilleon sorridendo, mentre Rosenberg ridacchiò, sollevando gli occhi al cielo.
"Oggi provi a parlargli di nuovo?" le chiese Jaelil, "E comunque sì, oggi siete particolarmente carini". Rosenberg sollevò le spalle, avrebbe voluto quanto meno parlare con lui, o anche solo continuare ciò in cui erano stati interrotti, ma probabilmente tutto sarebbe dipeso da come sarebbero andate le cose.
E a tal proposito, Alcha avvisò: "Ahia, il Maestro Fortodor e la Maestra Un Tal stanno andando da lui".
Il gruppo si mise a guardare la scena con curiosità, ma anche con un pizzico di preoccupazione.
Luke, seduto accanto a Harren e Quinlan, trattenne un piccolo sospiro vedendo i due avvicinarsi a lui, sapendo dove la cosa sarebbe andata a parare. La Maestra Koth sembrava condividere il suo stesso stato d'animo, mentre il Maestro Vos pareva quasi divertito, guardandoli un po' con aria di sfida.
"Gran Maestro", esordì Nat con falsa cortesia, "Ovviamente abbiamo saputo della sospensione di Havi. Non sarà stata esagerata? D'altronde ha solo espresso le preoccupazioni per un'iniziata."
"Fossero state preoccupazioni fondate, lo avrei ascoltato, soprattutto visto che si tratta di mia nipote. Ma Heather ha fatto errori commessi da ogni singolo bambino qui presente ed è stata trattata diversamente per una discendenza, fra l'altro la mia stessa, mi sembra quindi anche sciocco lamentarsene con me."
"Oh, andiamo", s'intromise Giles, "Le questioni personali non dovrebbero intromettersi con l'Ordine. Ad esempio, davvero stai considerando Rosenberg per occuparsi degli iniziati?"
Riuscendo a sentire la conversazione non essendo molto lontani, gli amici di Rosenberg la guardarono con sorpresa, stato d'animo che si rifletteva anche sul suo viso, visto che neanche lei ne sapeva niente.
"Non vi permetto di mettere in discussione le sue capacità, così come non permetto di lasciare che qualcuno dica che una bambina non dovrebbe addestrarsi per una paura infondata." rispose Luke, il suo tono era calmo, ma allo stesso tempo deciso. Da quando avevano iniziato a parlare non si era neanche alzato, ma mentre parlava con uno o con l'altro li guardava comunque negli occhi, l'espressione corrispondente al suo tono.
"Non è neanche paura", intervenne Quinlan, "Se avessero paura sarebbero stupidi a farti innervosire. È puro odio." commentò senza neanche guardarli, concentrandosi sulla sua colazione.
"Odio? Andiamo, ora si sta davvero esagerando." ribatté Giles, incrociando le braccia.
"Ad ogni modo, Havi non riprenderà il suo ruolo", disse con fermezza Luke, "E mi avete solo dato conferma di una cosa a cui stavo pensando, ovvero che dovrei tenervi d'occhio mentre addestrate Albcha e Dilleon".
A quelle parole, i due Maestri furono parecchio sorpresi e sdegnati e, senza aggiungere altro, si allontanarono da lui.
Luke sospirò con amarezza e si passò una mano sul viso. Odiava come
sembrava tutto stargli sfuggendo di mano, non voleva che i Maestri fossero scontenti, ma d'altra parte non era mai riuscito a fare il contrario. In più, continuava a pensare di averli messi, fino a quel momento, sopra il benessere dei Padawan, cosa che avrebbe dovuto decisamente correggere.
Notando questo suo malessere, Harren cercò di confortarlo: "Stai facendo del tuo meglio. Se avessero voluto comprendere le tue ragioni, ormai l'avrebbero fatto, come l'ho fatto io. Stai dando loro anche fin troppa fede. Qualsiasi cosa sbagliata possano fare, dire, o pensare, non è colpa tua". Luke la ringraziò con anche un piccolo sorriso stanco, prima di alzarsi e allontanarsi di poco, dando le spalle a tutti gli altri e prendendo qualche respiro profondo. Nonostante riuscisse anche a credere a quelle parole, la sensazione di non stare facendo abbastanza era sempre piuttosto presente, così come quel cattivo presentimento che aveva iniziato a sentire da quando Dilleon era andato per qualche giorno su Coruscant con il suo Maestro e che non era ancora passato.
Charn, osservando il suo Maestro, si alzò senza dire una parola ai suoi amici e si avvicinò a lui. "Maestro", lo chiamò e Luke si girò verso di lui, cercando di sorridere al suo Padawan, "Non so perché facciano così. D'altronde, ti devono quasi quanto io devo a te."
Lo sguardo del Gran Maestro si ammorbidì e il suo sorriso si fece più sincero. "Charn, né tu, né nessuno mi deve qualcosa."
"Non è vero: hai preso con te quello che era uno schiavo costretto a vendere Spezia e gli hai dato una casa, degli ami... Anzi, una famiglia. E tante risposte. Ti devo tutto, ma non ho nulla se non la promessa di restarti sempre vicino, per quanto possa valere."
Luke, abbastanza inaspettatamente, lo abbracciò, chiudendo gli occhi, sentendosi finalmente tranquillo. "Vale tutto, Charn, vale tutto". Era questo di cui aveva bisogno. Ricordarsi che, nonostante tutto ciò che alcuni dei Maestri potessero dire, lui era tutto ciò che alcune di quelle persone in quell'Ordine avevano e non avrebbe mai permesso a qualcun altro di dire cosa fosse il meglio per loro. Sorrise quando sentì Charn, seppure sorpreso, ricambiare l'abbraccio.
"Wow, alla fine ho un cuore, sono un bambino vero." disse Charn ridacchiando dopo quando qualche secondo sciolse l'abbraccio.
"L'ho sempre sospettato", commentò Luke, altrettanto scherzosamente, "Che dici, Rosenberg ha la tua approvazione per occuparsi degli iniziati?"
Charn fece finta di pensarci su. "Ma sì, forse non è tanto male. Hai anche la mia approvazione per continuare il vostro sbaciucchiamento interrotto."
Ridendo, Luke gli diede una leggera spinta amichevole, scuotendo la testa. "Oh, sei incorreggibile".

Star Wars Ep VII - Tradimento Nella Forza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora