(Capitolo riveduto e corretto il 4/5/2024)
La mattina di Natale, piuttosto che mettere ordine ai propri confusi pensieri, o alla propria confusa casa, Harry aveva deciso che sarebbe stato più piacevole tornare a lavoro, conscio del fatto che essendo un giorno di festa ci sarebbe stato comunque poco da fare e quasi nessuno di rischioso da incrociare.Quando era sceso per prepararsi la colazione, nella piccola veranda accanto alla cucina aveva trovato un mucchietto di doni e lettere dei suoi amici più stretti, la sola corrispondenza che magicamente lasciava libera di venir recapitata direttamente a casa propria. L'abitazione infatti era protetta da un discreto numero di incantesimi per non essere scovata non solo dai babbani, ma anche dai maghi indesiderati come ex mangiamorte, malintenzionati vari, Rita Skeeter e colleghi. Fra i vari doni non mancava quello della signora Weasley, dunque era andato tutto bene? O forse l'aveva recapitato semplicemente prima di cena, ignara del fattaccio? Arrivò in ufficio alle undici con quel gravoso dubbio, e anche lì constatò che la poltrona accanto alla libreria strabordava di pacchetti e lettere al punto da occuparla per intero. Prima di raggiungere la scrivania esitò, guardando verso la parete alla sua sinistra, quella confinante con l'ufficio di Malfoy. Era tutto silenzioso, ma era abbastanza sicuro che il ragazzo fosse lì, già al lavoro dalle prime luci dell'alba come suo solito. Doveva essere molto solo, pensò. Dopo la rottura con la famiglia, l'aveva visto frequentare praticamente solo Zabini - attualmente all'estero -, e Nott - attualmente a casa in malattia -. Forse era andato a trovare uno dei due? Si mosse verso la porta deciso ad andare a controllare e in caso fargli perlomeno gli auguri, ma arrivato nel corridoio esitò. Gli avrebbe dovuto portare un regalo? No, sarebbe stato imbarazzante anche perché non era detto che l'altro ne avesse uno a sua volta per lui. O che avesse semplicemente le finanze per permettersene uno, attualmente. Sospirò dubbioso, ma alla fine si decise: una scusa per vederlo in fondo c'era.Andò a bussare alla porta dell'altro ufficio, e quando la aprì si ritrovò addosso gli occhi grigi e turbati di Malfoy.«Hai letto, vero?» lo apostrofò quello, cupo, senza nemmeno dargli il tempo di salutarlo.«Cosa?»«Non hai letto.» constatò con un sospiro infelice il biondo. Gli indicò con due colpetti di mano il nuovo fascicolo di rapporti aperto a meno della metà.«No, sono appena arrivato. E in realtà non ho nemmeno finito il fascicolo dell'altro giorno. Sei più svelto di Hermione.» propose con un sorriso tenue il moro. «Di che si tratta?»«Credo che questa sia una segnalazione attendibile, Potter.» iniziò a spiegare Draco, invitandolo con un cenno ad accomodarsi sulla poltrona libera. Niente pila di regali e lettere per lui. Pensò con rammarico Harry.«È tanto brutta?» gli fece, stranito dalla sua aria contrita. Raramente Malfoy si era mostrato particolarmente pensieroso per un rapporto.«È poco lontana da casa mia, Potter. Cioè, non dalla mia attuale. Da quella dei miei genitori, intendo.» ammise il biondo, abbassando lo sguardo.Harry si fece improvvisamente serio.«Quanto lontana?»«Meno di venti chilometri.»«Beh, non è poco, dai.» provò a minimizzare, conscio che per un mago in grado di smaterializzarsi o volare sulla scopa fosse in realtà considerevolmente poco. «Di cosa si tratta?»«È il rapporto di tre settimane di appostamenti notturni sul limitare della foresta di West Woods, in un punto in cui era stata segnalata attività sospetta. Gli appostamenti sono stati fatti da distanze di sicurezza e anche con gli strumenti più potenti i nostri non sono riusciti a vedere bene cosa accadesse in quel punto. Chiaramente c'erano degli incantesimi di protezione. Ad ogni modo, i picchi di attività magica si sono svolti con una certa regolarità: ogni tre giorni qualcosa lì in mezzo si muoveva dopo la mezzanotte e durava fino all'alba. Ieri i nostri hanno atteso qualche ora dopo il sorgere del sole ed hanno provato ad avvicinarsi con cautela. È stata determinata la presenza di tracce di magia oscura lasciata dagli incanti che erano svaniti. A quanto pare non erano abbastanza potenti da rimanere attivi dopo l'uscita di scena di chi li aveva lanciati. All'interno dell'area hanno scoperto una sorta di rozzo altare rotondo di pietra con inciso al centro un cerchio perfetto, macchiato di una grossa quantità di sangue ancora fresco. Era stato frettolosamente mal trasfigurato in un masso coperto di muschio, ma qualche macchia rossa di troppo l'ha smascherato. Le poche tracce rinvenute a terra sembrano raccontare del passaggio di due sole persone.» riassunse, particolarmente secco sul finale.«Malfoy non...?» «Cosa?»«Tu credi possano essere coinvolti i tuoi genitori, vero?»«No Potter. Non lo credo, né lo sospetto minimamente.» ammise con un pizzico di nervosa indignazione Draco. «Ma l'ho pensato per un puro legame logico quando ho letto che questi sono in due, e l'hai pensato anche tu e siamo gli unici due qui dentro stamattina: un poco rassicurante 100% di dubbio, non credi? Appena tutti rientreranno domani dalle vacanze leggeranno e lo penserà anche tutto il Ministero.» concluse, scoraggiato. La sua proverbiale capacità di trattenere le emozioni scomode stava vacillando, ed anche se non l'avrebbe ammesso per orgoglio, una piccolissima parte del suo cervello gli stava dicendo che sì, Lucius e Narcissa avrebbero potuto per qualche ragione essere coinvolti in qualcosa di losco. Suo padre era tornato da Azkaban solo da pochi mesi, sua madre era rimasta completamente sola per quasi due anni. Un lasso di tempo sufficiente a far cambiare tante cose. Amava i suoi genitori, ed era spesso in pensiero per loro, ma temeva il loro ostinato amore per le arti oscure.Harry vide in quegli occhi grigi una tristezza che andava oltre la facciata di turbamento e indignazione ostentata dall'altro.«Chi ha redatto quel rapporto?»«Spungen, è uno dei miei. Ha collaborato con due dei tuoi ... » abbassò lo sguardo sulle firme in calce allo scritto. «Penn e Fergusson.»«Bene.» commentò Harry alzandosi con un moto determinato. «Adesso tu vai di ufficio in ufficio e provvedi a sfilare quel particolare rapporto dal fascicolo sulla scrivania di tutti. Io invece scrivo immediatamente a Spungen, Penn e Fergusson, per ordinare loro la massima discrezione su questo caso e capire se ne hanno già parlato con qualcuno. E scriverò anche Kingsley ovviamente. Gli spiegherò che vista la delicatezza della faccenda e i sospetti che potrebbe causare se venisse fuori - specialmente agli occhi della stampa - il Ministero stesso non ne trarrebbe grandi vantaggi ed è meglio trattarlo come un caso di massima segretezza.»«E pensi funzionerà? Passi Spungen, ma i tuoi vorranno davvero farmi questo favore?» protestò scettico Malfoy.«Sì. Perché glielo spiegherò non come il fare un favore alla tua famiglia o a te, ma a noi tutti. Sicuramente Spungen, Penn e Fergusson non avevano colto la potenziale sensibilità di questa situazione, forse non sanno nemmeno che la foresta di West Woods sia così prossima al luogo dove si trova il maniero della tua famiglia. Ma se questa notizia dovesse lasciare per errore le mura del Ministero avrebbe così tanta eco mediatica da ostacolare anche le nostre eventuali indagini. Dovranno collaborare, non c'è un forse.» spiegò con una sicurezza implacabile che Draco aveva imparato a vedergli addosso da qualche anno. Quando voleva Harry Potter sapeva essere decisamente un buon leader.«Hai ragione.» ammise dunque, tradendo una certa riluttanza in quell'ammissione.Si scambiarono un cenno d'intesa, quindi scattarono a dedicarsi ognuno alla propria parte del piano.Mezz'ora più tardi avevano ripulito tutti i fascicoli, controllato che non fossero state smistate altre copie in altre divisioni del Ministero e mandato tutte le lettere del caso. Avevano appena finito, quando si infilarono nell'ufficio di Harry con uno sparuto numero di fogli fra le dita. Lì avrebbero atteso le risposte via gufo del Ministro e dei tre colleghi.«Fortuna che siamo pochi.» scherzò tiepidamente il Grifondoro. Fra Auror, Ordine della Fenice e "Serpi" erano poco meno di trenta persone.Draco si mostrava senza filtri, serio e pensieroso nonostante fosse profondamente grato ad Harry per quell'aiuto inaspettato. Non era del tutto certo che quello che avevano fatto fosse perfettamente lecito, ma gli aveva garantito più volte che se ne sarebbe preso l'eventuale responsabilità davanti a Shacklebolt, e che in quanto capo dell'Ordine della Fenice una scelta simile rientrava fra le sue facoltà. Quando si misero seduti, Harry dietro la scrivania, Draco dall'altro lato, il biondo fu sul punto di cedere all'istinto di ringraziarlo. Poi la logica gli ricordò che probabilmente Harry l'aveva fatto per proteggere il caso e il Ministero, non certo per fare un favore a lui. Gliel'aveva anche detto, in fondo.«Mh.» si era ritrovato a mugugnare dunque, in un assenso un po' contrito e tardivo alla sua battuta. Ci furono cinque buoni minuti di puro silenzioso disagio: avevano fame, erano un po' tesi, e la mole di doni e lettere ignorati da Harry su una poltrona erano abbastanza palesemente un argomento infelice da tirare in ballo: Malfoy non aveva ricevuto nemmeno un cartoncino di auguri e il moro era abbastanza sveglio da averlo intuito.A rompere il silenzio fu Draco.«Dobbiamo mettere su una squadra in fretta.»«Sì.» annuì deciso Harry, grato di poter rompere quell'attimo di indolenza. «Chi hai a disposizione dei tuoi?»«Escludendo quelli che sono all'estero o già impegnati, i ricoverati al San Mungo o che non si sono mai mossi in missioni pratiche ... praticamente mi resta solo Spungen. Nott sarebbe stato un aiuto importante ma è ancora in malattia e non so per quanto ne avrà.»«Mh, Ron, Hermione ed io siamo già occupati col problema ad Eastbourne, l'abbiamo rimandato fin troppo, anche se non dovrebbe tirarsi troppo per le lunghe. Dovremmo partire praticamente domani pomeriggio e tornare entro due giorni, salvo imprevisti.» spiegò Harry, pensieroso. «Ginny però è libera.» mormorò incerto. «Ed anche Penn e Fergusson, che con Spungen dei tuoi fanno in sostanza una squadra da quattro. Il tanto minimo da manuale visto il numero di minacce stimate.»«Penso sarebbe meglio cinque, non credi?» propose serissimo Draco, alludendo palesemente a sé stesso.Harry gli scoccò un'occhiata piacevolmente sorpresa. Nonostante la comprovata affidabilità, buona volontà e finanche coraggio dimostrati in quei due anni, Draco raramente si era occupato di azioni pratiche sul campo. Per quanto la sua abilità come mago fosse cresciuta non poco negli ultimi tempi, non era certo abituato a combattere. Lui e la sua divisione erano più versati per il ruolo di spie, informatori, o in generale votati ad intervenire a missione conclusa per occuparsi di tutto ciò che era inerente a maledizioni da sciogliere, oggetti oscuri da requisire o analizzare con calma. Situazioni insomma, in cui la loro esperienza potesse arrivare ad offrire un vantaggio al lavoro più attivo compiuto dagli Auror e l'Ordine della Fenice. Era quello uno dei tanti motivi per cui venivano scherniti col soprannome di Ordine della Serpe, i loro compiti venivano visti come viscidi, collaterali. L'unica "serpe" che aveva maturato una certa esperienza in combattimento era Theodore Nott, e infatti tornava da quasi ogni missione con una nuova ferita.«Lo so cosa pensi Potter. Che non sono all'altezza.» lo rimbeccò quando colse l'ombra di quel dubbio sul suo viso.Harry scosse il capo, lo guardò dritto negli occhi con fermezza.«No, non lo penso affatto, Malfoy. Se vuoi partecipare, sarai il quinto elemento.»Draco non fu capace di reprimere un piccolo sorriso, sebbene si trattenne come suo solito dal concedere un sano grazie a parole.Le lettere di risposta arrivarono dopo poche ore e portarono buone notizie. Nessuno aveva parlato del caso in giro e Shacklebolt aveva dato l'ok ad Harry sul procedere con discrezione e celermente. Quando inviarono l'ultima delle quattro lettere che informavano Ginny, Spungen, Penn e Fergusson del loro nuovo incarico, i due ragazzi stavano patendo decisamente la fame.«Bene, domani mattina presto ci incontreremo tutti per discutere e stabilire i dettagli della vostra missione. Ora direi che la mossa prioritaria sia trovare del cibo per arrivarci vivi a domani mattina.» decretò soddisfatto Harry.«Sono d'accordo su tutti i fronti.» Draco aveva recuperato un briciolo di serenità e il consueto spirito. Si era appena alzato, ma l'idea di tornare a casa per un pranzo solitario, gli diede l'impulso di provare a prolungare un minimo la compagnia con Harry. Temporeggiò, dissimulando in un quesito divertito la prima cosa che gli venne in mente.«Come mai anche oggi sei in ufficio? Non avevi detto che i Weasley festeggiano più volentieri il pranzo del 25?»Harry sgranò gli occhi con un pizzico di panico. Si era completamente dimenticato di quella piccola bugia. «Oh, sì infatti. Ero passato per controllare una cosa e ... caspita, si sono fatte praticamente le due! Sono decisamente in ritardo. È il caso che vada, scusa.» inventò di sana pianta, con una molto realistica fretta di scappare. Non voleva rischiare che la sua bugia crollasse definitivamente.«Ah.» commentò interdetto Malfoy, dandosi mentalmente dell'idiota per la scelta infelice del quesito. Scambiò infatti come genuina la fretta di Harry di tornare dalla sua fidanzata, ma malcelò abilmente la delusione. «Beh, allora vai.»«Sì, vado.» sorrise forzatissimo Harry mentre si rimetteva il mantello e affiancato il camino acchiappava una manciata di polvere volante. Pregò che Malfoy se ne andasse subito, perché se fosse rimasto lì l'avrebbe sentito chiaramente pronunciare la sua vera destinazione. Non voleva assolutamente andare alla Tana, ma sarebbe stato decisamente sospetto se dopo aver manifestato tutta quella agitazione fosse andato a casa propria. Sul momento non gli vennero scuse sensate in mente. «Ah, Malfoy. Auguri.» gli fece un sorriso mentre si infilava nel camino, cercando disperatamente di prendere tempo perché l'altro se ne andasse.Draco però era rimasto come inebetito a fissarlo. Il tempo stringeva, ogni istante di immobilità in più era sospetto, e diventò palese che se avesse aspettato la sua completa uscita di scena per andare via sarebbe stato incredibilmente strano.«Eh?» mugugnò il biondo. «Aah, sì, Natale. A-auguri anche a te.» abbozzò un sorriso forzato, incapace di dire molto altro oltre a quello.Harry realizzò ancora con una punta di dispiacere che l'altro doveva sentirsi probabilmente piuttosto solo. Per un attimo accarezzò l'idea folle di mandare tutto al diavolo e spiegargli come stavano le cose. Ma alla fine, con uno sforzo titanico per continuare ad apparire relativamente impaziente e sorridente, gettò ai propri piedi la polvere e scandì: «La Tana!»
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La profezia del cerchio scarlatto [Drarry]
FanfictionPochi anni dopo la fine della guerra, Harry è il più giovane Auror della storia del mondo magico, raggiunto in breve dai suoi più cari amici ed anche qualche antico avversario con cui ora si ritrova a condividere ideali comuni e lavoro. Nella pace a...