Capitolo 13

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Qualcosa mi sveglia di soprassalto.
Apro gli occhi e mi sollevo di colpo, sedendomi sul letto. Inizialmente non capisco cosa mi avesse svegliato, ma aspettando qualche secondo sento di nuovo il rumore che ha disturbato il mio sonno, e proviene dalla finestra.

Quindi mi avvicino ad essa e sposto la tenda per guardare di sotto. Mentre mi sporgo in avanti per guardare attraverso il vetro un sassolino lo colpisce ed io salto all'indietro, inciampando sulla mia stessa pantofola.
Mi alzo dal pavimento velocemente e apro la finestra, pensando che fosse Ellie a cercarmi, ma non é lei.
É Ivan.
Lo guardo sbalordita, ed infastidita. L'aria fredda di una notte di pieno inverno colpisce le mie braccia e le mie cosce scoperte, sulle quali appare un brivido.

-che vuoi?-chiedo sussurrando rumorosamente, così che potesse sentirmi dal giardino.

-scendi- dice

Strabuzzo gli occhi ed un altro brivido mi colpisce.
-fa freddo, vai a casa Ivan-, chiudo la finestra e faccio per tornare a letto quando sento lo stesso rumore di qualche minuto fa.
Ma quanti sassolini ha?
Apro la finestra e mi affaccio
-vuoi rompere la mia finestra?- gli chiedo arrabbiata

-lo faró se non scendi- afferma

-va bene- sussurro chiudendo la finestra.

Indosso le mie pantofole e scendo le scale cercando di fare il più silenzio possibile.
In questo momento se mio padre si svegliasse, la mia vita finirebbe.
Arrivata alla porta di ingresso indosso velocemente la mia giacca e, lentamente, abbasso la maniglia della porta, aprendola.
Davanti mi ritrovo Ivan, appoggiato al mio portico. Il suo sguardo vaga sulle mie povere cosce scoperte, ed un sorrisetto gli appare sul viso.

-cosa vuoi?- chiedo stringendomi nella mia povera giacca

-ho aspettato che tutte le luci si spegnessero- dice avanzando ed entrando in casa

-no!- sussurro
-esci!- continuo

-shh- sibila, -tuo padre e tua madre dormono come bimbi sta tranquilla- dice

-mi dici cosa vuoi perfavore?- chiedo esausta

-nulla- fa spallucce

-allora va via!- sussurro rumorosamente

-nah- afferma, -facciamo un giro- decide lui afferrandomi il polso

-no- dico fermandomi, -fa freddo fuori- sussurro

Ivan mi lascia il polso e velocemente, sale le scale. Io rimango immobile nel salotto, sconvolta dalla scioltezza con chi Ivan si muove in casa mia. Come fa a conoscerla così bene? non lo voglio sapere.
Il ragazzo torna in salotto dopo qualche momento con una delle mie tute in mano

-mettila- me la porge

-come..- cerco di capire come sapesse dove fosse la mia camera, o addirittura i miei vestiti

-mettila e basta- mi dice

Io faccio come dice e la indosso sui pantaloncini.
Fortunatamente lascio sempre le mie scarpe in salotto, così ne infilo un paio da ginnastica.
Seguo poi il ragazzo verso la porta d'ingresso, affermando le mie chiavi di casa, ed uscendo.

Arrivati davanti alla sua moto mi mette il casco e mi aiuta a salire a bordo.

-mi dici dove andiamo o anche questo é top secret?- gli chiedo mentre mi tengo stretta al suo busto

-parli troppo, puffetta- mi dice partendo a tutta velocità

-e tu vai troppo veloce- mi stringo ancora più forte a Ivan, che ridacchia

Il vento soffia forte e le stelle sono lucenti in cielo. Dopo la brutta serata che ho passato un po' di leggerezza ci voleva, e il cielo di New York sa sempre come farmi sentire meglio.

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