Cammino lontano da lui velocemente e non sembra seguirmi.
Sbagliato.
-che cazzo fai- Ivan dice mentre mi affianca con la moto procedendo alla mia stessa velocità.
Io aumento il passo e mi stringo nel mio cappotto. -Non c'é bisogno che mi accompagni- dico guardando la strada davanti a me, assicurandomi però, che mi sentisse.
-non fare la bambina- afferma. Sembra quasi arrabbiato. Addirittura.
-sali- mi ordina-sto solo provando a tornare a casa, sei tu che mi segui- continuo a dire senza guardarlo in faccia, e senza mai fermarmi.
-Allison sali su questa cazzo di moto- mi ordina con ancora più foga
Io ignoro le sue parole e continuo a camminare indispettita.
Sento la moto fermarsi.
-come vuoi- dice ad alta voce, ripartendo e accelerando, superandomi mentre come al solito sfreccia sulle strade. Lasciandomi da sola.
Benissimo.
Sono da sola per le strade di New york alle quattro di mattina, mentre indosso un vestitino.
Verró rapita e un killer psicopatico mi ucciderà.
Ecco cosa significa essere orgogliosi, cazzo.*
Cammino da non più di dieci minuti e le gambe mi fanno già male. Seguo il navigatore attentamente e non mi guardo mai indietro, ho troppa paura di trovarci sul serio un pazzo.
Più cammino, più penso a come effettivamente Ivan mi abbia lasciata da sola. Ha sempre insistito che mi fidassi di lui, e proprio quando inizio a farlo sparisce per giorni e mi lascia da sola, in mezzo alla strada, lontana da casa. Bel modo di dimostrarmi che mi posso fidare.
Certo però, non gli ho dato modo di rimanere...-ei bella- un ragazzo evidentemente più grande di me, mi affianca con la macchina e suona il clacson.
Perfetto é arrivata la mia ora.Io non rispondo e continuo a camminare, aumentando il passo.
-dove vai? sali ti do un passaggio-, la sua voce risulta profonda ed inquietante
Iniziano sempre così, prima ti chiedono di salire, il secondo dopo sei a terra, colpita da una coltellata in petto. Spero vivamente che la seconda parte non accada.
-no grazie- dico solo continuando a camminare.
Certamente non voglio renderlo aggressivo rispondendogli male, sono già sfortunata di mio, non voglio mettere benzina sul fuoco.La mia ansia poche volte raggiunge livelli così alti, come quelli che sta raggiungendo adesso.
-dai, non ti faccio niente- insiste
-niente che tu non voglia-, mi giro a guardarlo schifata e sul suo viso vedo un sorriso così lussurioso che mi fa sentire sporca.Pensa che io sia una prostituita? mi avrà confuso con sua madre.
-ho detto no- provo a convincerlo di andare via insistendo, ma ho come l'impressione che non lascerà la presa
-non mi costringere a scendere dalla macchina- mi minaccia, -fai la brava- sussurra. Quando pronuncia queste parole lo guardo di nuovo e vedo una canna di pistola spuntare dal finestrino. Ho una pistola puntata addosso, per davvero. Mi blocco di scatto. Provo paura.
Una paura viva, che mi scorre nelle vene.Forse per la prima volta in vita mia inizio a pensare che a casa stasera, potrei non tornarci.
Faccio un respiro profondo ma é inutile, le mani e le gambe mi tremano, la mia voce é spezzata e sento che se provassi a parlare, balbetterei. Alzo le mani in segno di resa. Che ho fatto di male per finire in una situazione simile?
STAI LEGGENDO
Ghostface
RomanceAllison é una ragazza diciottenne, che ama fare festa, leggere, pattinare e divertirsi con la sua migliore amica, Ellen, ed il suo gruppo di amici. Infatti Ellie & Allie sono migliori amiche da un vita, rappresentano lo yin e lo yang, diverse ma ins...