Capitolo 12

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-ti aiuto io- Alex afferma afferrando la mia coscia e sollevandola, così che io possa restare in equilibrio su una gamba sola.

-era da tanto che non lo facevo- ammetto nostalgica. Senza il sostegno di Alex il mio ginocchio non avrebbe retto il mio peso.
Quasi per tutto il pomeriggio io e il mio nuovo allenatore personale abbiamo pattinato e ho scoperto che, con un po' di riabilitazione forse, avrei potuto ricominciare a pattinare, magari in coppia, per avere più sostegno. Mi piacerebbe poter dire che lo farei, ma in questo momento pattinare mi fa paura, e con pattinare non intendo farlo per hobby, ma riprendere il pattinaggio agonistico e tornare a gareggiare per me é un qualcosa di impensabile.

-secondo me sei un talento sprecato- mi dice Alex lasciando la mia coscia delicatamente

-non sono io quella che ha smesso di pattinare per insegnare- lo guardo e faccio spallucce pattinando lontano da lui e facendo una giravolta

-ma sei quella che dopo essersi ripresa da un infortunio non vuole dare un'altra possibilità al pattinaggio- mi fa notare Alex raggiungendomi e sfiorandomi i fianchi delicatamente, per poi guidarmi e farmi fare un'altra piroetta.

-é solo che ho bisogno di tempo- ammetto guardandolo con un sorriso mentre continuiamo a pattinare vicini

-se sprechi troppo tempo non avrai più la possibilità di ricominciare- continua a sostenere Alex tenendo duro. Pensa davvero di potermi convincere? non mi conosce abbastanza.

-forse non voglio ricominciare- dico staccandomi da lui e dirigendomi verso la mia borraccia d'acqua, sospirando

-alla tua testardaggine non posso rimediare- si avvicina, -ma con l'allenamento posso aiutarti-
beve anche lui dalla sua borraccia

-mi basta che mi aiuti, grazie- dico uscendo dalla pista. Abbiamo pattinato per molto tempo, sono stanca e devo tornare a casa per mettere tutto in ordine. Questa sera tornano i miei genitori e deve essere tutto perfetto.

-é un piacere- mi sorride

-stasera tornano i miei genitori da un viaggio di lavoro- gli spiego mentre mi sfilo i pattini, -quindi me ne vado prima- finisco rimettendo le scarpe

-va bene- risponde
-ti scrivo per il prossimo allenamento- dice

-non la starai prendendo troppo seriamente?- gli chiedo ridendo, -sappi che non ti pagherò-

-non é necessario che tu mi paghi- afferma dall'interno della pista,-e si, la prendo molto seriamente- continua

-ciao Alex- lo saluto ad alta voce dandogli le spalle, evitando che ricominci con tutto il discorso del potenziale sprecato

*

Il ritorno dei miei genitori mi mette ansia.
Tanta ansia che credo che piangerò. E non di felicità.

I miei genitori non sono quel tipo di genitori che tutti desiderano, piuttosto sono quelli che nessuno vorrebbe.
Mio padre é severo ed esige la perfezione, in questo ultimo periodo in particolare é più violento del solito con mia madre che, come credo che si capisse, gli obbedisce sempre e gli da anche ragione. Fortunatamente però i miei genitori viaggiano molto per lavoro, quindi spesso e volentieri rimango da sola a casa. E sinceramente parlando, non mi dispiace affatto.

La casa é in perfetto ordine e sul tavolo della cucina ho messo i biscotti preferiti di papà, sperando che lo addolciscano un po'.

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