Capitolo Diciannove
Victoria
Rio De Janeiro, Brasile.
Passo le dita sui segni rossi che porto sul collo e deglutisco con dolore.
Figlio di puttana.
Stringo il laccio della vestaglia e poi raccolgo i capelli in una coda alta, facendo il mio ingresso nel salotto della suite.
Deve vedere ciò che mi ha fatto.
Jake sta facendo colazione e mi guarda, quando lo raggiungo e mostro impavidamente i segni che mi ha lasciato.
Allunga il braccio verso di me, facendo scivolare una pasticca sul basso tavolo da caffè.
Sollevo le sopracciglia, cercando di comprendere quel gesto.
È forse dispiaciuto di avermi quasi strangolata?
In ogni caso il suo umore, sembra essere tornato quello di sempre.
Si dirige in terrazza, lasciandomi fare colazione da sola.
Inghiotto l'antidolorifico con il succo d'arancia, ma mi limito solo a sorseggiare quest'ultimo, ignorando il ben di dio che ha ordinato con il servizio in camera.
So bene di aver mandato a monte i suoi piani, ma non avevo altra scelta.
Non sarà lui ad uccidere Sokolov.
Quel bastardo morirà sotto le mie mani e non voglio impicci.
Spogliarmi e mostrare quello che resta del tatuaggio era un ottimo segnale, per attirare la pecora nella tana del lupo.
Deve sapere che sono proprio sotto il suo naso, per cadere nella mia trappola.
E mi assicurerò che Jake non sia un problema.
«Preparati, dobbiamo tornare a Las Vegas.» Mi fa sobbalzare, guardando il tavolo e assicurandosi che abbia ingerito la pastiglia che mi ha dato.
Lascio la poltrona e punto alla mia stanza, dandogli una spallata di proposito, quando gli passo di fianco.
Acciuffa il mio braccio, trascinandomi ancora vicino a lui.
Studia i segni lasciati dalle sue dita, sollevandomi il mento per fare il conto dei danni.
«Non farmi più arrabbiare, non mi piace diventare bastardo, Diciassette.» Mi avverte, allontanandosi e costringendomi a deglutire con fatica.
Non ho paura di lui.
Non si sarebbe spinto tanto oltre come ha minacciato di fare.
Ma queste sono le conseguenze di ciò che ho provocato, io ho uno scopo e lo inseguirò ad ogni costo.
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Diciassette Nero
ChickLitJake Ross, il re di Las Vegas, ha passato mesi a cercarla. E alla fine ha trovato il Diciassette Nero, colei che salderà il debito da un milione lasciato da Will Cassel. Victoria Cassel non ama quel soprannome dotato di un numero e un colore, soprat...