7. Milano, novembre e il freddo

71 16 24
                                    

Ero ubriaca, lungo i Navigli, a novembre.
Stavo bene, osservavo la gente felice, brindare e rinchiudersi.
I ponti che si susseguono, le acque calme.
Sorrisi impertinenti e felicità mancate si aprivano nel petto.
Tentavo invano di fotografare le amiche sguaiate e bellissime.
Dall'altra parte del ponte c'erano due ragazzi che litigavano.
Litigavamo, brutalmente.
E allora me lo sono domandato.

«Quante possibilità bisogna dare per capire cosa fare?»

La mia mente, si è concessa, solo a quel punto
di accarezzare il tuo nome, curvare sulla "L"
e pizzicare con la lingua la "a".
Lasciare a pensieri tossici
di incasinarmi dentro.
Eppure quando penso a te sorrido.
Qualcosa di buono addosso me lo devi aver lasciato.

Eravamo vicini, con chilometri di distanza a dividerci.
C'ho sperato ad un certo punto di poterti scontrare,
sorriderti e regalartelo quello sguardo che tanto hai cercato.
Un infinito attimo nelle nostre infinite vite.

Crepa (il) cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora