<Pen! Coraggio è tardi!> richiamai la piccola che stamani non aveva proprio voglia di alzarsi.
Andai a bussare alla porta e la trovai ancora distesa nel letto, addormentata come un principessa. Mi avvicinai a lei silenziosamente, mi accovacciai alla sua altezza e le passai, delicatamente, una mano tra i capelli e notai che la temperatura sulla sua fronte era fin troppo alta. Così per scrupolo presi il termometro ad infrarossi e le misurai la febbre, 38. Non persi tempo, andai in cucina a prendere uno strofinaccio e lo misi nel congelatore, dopo averlo bagnato con l'acqua fredda, poi avvisai tempestivamente la signora Kumpen.
Come il canovaccio fu pronto, lo posizionai sulla fronte e sui polsi della piccola per cercare di tenere sotto controllo la temperatura, evitando che si alzi troppo. Erano tutti fuori città, i coniugi Verstappen e Max stesso, erano dall'altra parte del mondo per sostenere il figlio, mentre io ero qui, completamente nel panico, non sapendo bene che fare. Ho chiamato il mio medico per spiegargli la situazione sperando potesse aiutarmi e per fortuna mi ha consigliato le medicine e i dosaggi giusti, sulle linee guida del fascicolo che mi fece studiare la signora Kumpen.
Non ho lasciato Penelope da sola nemmeno un minuto, mi sono raggomitolata vicino al suo lettino per prendermi cura di lei al meglio. Più la guardavo tremare dal freddo e più il mio cuore si stringeva, non sapevo davvero come comportarmi, non ho avuto modelli da seguire e se mi ammalavo, beh cercavo di farmela passare in qualche modo; prendermi cura di un esserino, diverso dalla mia persona è un'esperienza e un sentimento del tutto nuovo per me, se potessi, lo trasferirei su me stessa, almeno saprei come cavarmela. Per fortuna, dopo il primo giorno, che per me è stato critico, in cui la febbre era veramente alta, nei due giorni successivi la situazione è migliorata tanto da farla tornare in forze per poter giocare e fare qualche giorno, recuperando anche i giorni di scuola che aveva perduto.
<Grazie per esserti presa cura di me> mi sorrise la piccola mentre studiavamo
<Ma figurati tesoro, non mi devi ringraziare> la confortai
<Sai a volte mi sento sola> mi confessò Penelope
<E perché mai?> le chiesi intenerita
<Sono solo un peso per Max. Non è nemmeno il mio papà e la mia mamma non so dov'è> si rattristò la bambina
Una fitta mi attraversò il cuore, capivo perfettamente la sensazione di cui parlava; i miei genitori non erano morti, avevano deciso di lasciarsi sul portone di una casa famiglia, con un biglietto che recitava "Non possiamo. Ci dispiace". Non ho mai saputo niente di loro e nemmeno ho cercato approfonditamente, ho solo conservato quel biglietto in una scatolina, non so bene nemmeno perché, forse nella speranza che un giorno li avrei incontrati..
<Pen, guardami.> allineai il volto della piccola al mio. <Non sei assolutamente un peso, per nessuno. A volte i grandi commettono degli errori, convinti che quello che fanno sia la cosa migliore per tutti, non considerando come possano sentirsi le altre persone, sono egoisti, ma questo non significa che sia colpa tua. Max ti vuole un gran bene, si prende cura di te come se fosse davvero il tuo papà> le feci un sorriso dolce di incoraggiamento
<I tuoi genitori dove sono adesso?> mi spiazzò la bambina
<Io.. io non li ho mai conosciuti.. Non ne ho mai avuti> forzai un sorriso per non rendere il clima troppo pesante
<E ti va bene così?> incalzò lei
<Mi sono abituata. Ma tu, invece hai due genitori che ti vogliono bene e Max stravede per te. Ti porta sempre un pensierino da tutti i suoi viaggi> affermai dolcemente
<Ma non mi porta mai con lui> affermò la piccola
<Chiedigli di portarti con te, vedrai che troverà un modo per farlo> la incoraggiai
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Simply Lovely
Romance- " Sei fottutamente bella con i miei colori addosso" mormorai in un sussurro rauco - " E se decidessi di toglierli?" lo provocai cadendo a pieno nella sua trappola - " Vorrei avere io il privilegio di farlo. Strapparteli via come se non li avessi...