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Oggi avrei fatto la mia prima comparsa nel paddock di Formula 1 ed sono seriamente agitata. Non sapevo cosa aspettarmi, non ero mai stata fan dei motorsport, ho visto qualche gara sporadicamente, senza prestare troppa attenzione, il mio cuore lo aveva il pattinaggio e lo ha tutt'ora, anche se lo ho abbandonato.

Come da accordi con Max, ci facemmo trovare alle ore 8 nella sala colazioni, eravamo sedute in un tavolo in disparte perché non volevo dare troppo nell'occhio; il mio obiettivo per il weekend era restare il più invisibile possibile, senza creare scandali che potessero ripercuotersi su Penelope ma anche su Verstappen.

<Cosa ci fate qui nell'angolino?> domandò lui stizzito

<Colazione> risposi io con tono neutrale

Max sbuffò per poi unirsi a noi. Piano piano vidi gli altri piloti e membri dei loro team popolare la sala. Alcuni vennero a salutare Verstappen e altri anche me e la piccola peste seduta al mio fianco. La vedo tranquilla e felice e questo mi riempie il cuore di gioia, magari, solo per questo weekend si sarebbe sentita leggera e meno un peso o uno sbaglio.

Una volta raggiunto il paddock, rimasi imbambolata dalla grandezza e dalla sua organizzazione. Non era popolatissimo quando siamo arrivati e l'impressione che dava era di pura maestosità. Il clima era disteso, gioioso, quasi di festa. Max e Penelope camminavano qualche metro più avanti a me, mentre io ero rimasta indietro appositamente, mi guardavo intorno come una bimba al parco giochi, ero così incantata e stupita di tutto quello che si era creato in quest'aerea che non riuscivo a capacitarmene, c'era veramente di tutto.

<Ti piace ciò che vedi?> mi chiese Max divertito dalla mia espressione

<É sempre così?> chiesi curiosa

<No, cambia a seconda della pista. Miami per esempio è il più particolare di tutti> affermò lui

<Come funziona ora?> domandai essendo completamente inesperta.

<Ho delle interviste da fare. Girovagate pure qua e là. Il mio team è quello blu con i due tori, RedBull. Non fate casino per favore> concluse scocciato il pilota

<No! Promesso> gli sorrise Pen

<Non mi riferito a te piccola> rispose Max alla bimba

E quando i suoi occhi si posarono su di me, mi colse in flagrante a fargli il verso. Ups..

Quando se ne andò, Penelope ed io iniziammo ad ispezionare l'intero paddock, anche in vista di domani e dopodomani, dovevo cercare di prenderci confidenza ed orientarmi un minimo. Mentre passeggiavamo, ci imbattemmo in Daniel, il quale ci salutò calorosamente.

<Come va il tuo primo giorno?> mi chiese dopo esserci accomodati a un tavolino di uno stand

<Confusionario> ridacchiai nervosa

<Fa questo effetto a tutti tranquilla> mi fece un sorriso di incoraggiamento

Daniel molto gentilmente offrì un caffè a me e un gelato alla piccola, la quale se lo stava gustando così tanto da essersi sporcata anche la punta del naso. La cosa mi faceva davvero divertire e mi inteneriva allo stesso tempo, era così dolce che non capisco come abbia fatto la mamma ad abbandonarla.

<Come va con Max?> mi chiese tutt'un tratto Ricciardo

<Come il più classico rapporto tra capo e dipendente> risposi accennando un sorriso

<Fa il duro ma non è cattivo> lo difese Daniel

<Lo so. Ha i suoi momenti di dolcezza con P, poi cambia a seconda di chi si trova davanti. Ma la maggior parte delle volte lo strangolerei> affermai sinceramente

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