12.

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La mattina seguente, mi svegliai accoccolata al braccio di Max, il quale aveva il viso poggiato sulla mia nuca. Spalancai gli occhi ma non mi mossi, non volevo che si svegliasse di cattivo umore e, onestamente, non sapevo nemmeno che fare e come prenderla.
Lo sentii muoversi piano, così, chiusi gli occhi e feci finta di star dormendo ancora. Dopo alcuni mugolii, l'olandese aprì gli occhi e si sgranchì facendo attenzione a non muoversi troppo. Mi accarezzò piano il viso, quasi impercettibilmente, mi lasciò un bacio tra i capelli e con estrema lentezza e cura nei miei confronti, sfilò il braccio e andò in bagno.

In questo lasso di tempo, il mio cuore non smise di fare le capriole, batteva così forte che avevo paura mi scoppiasse il petto. Ma che diavolo mi sta succedendo?
Sono tutte emozioni nuove per me.

Poco dopo, mi alzai, svegliai Penelope e ci preparammo per andare a fare colazione e poi visitare la città. Non ero mai stata in Giappone, sicuramente una meta che desidero visitare, ma  non ho mai avuto la possibilità di poterlo fare.

A un certo punto, ci ritrovammo seduti su una panchina, Max ed io vicini, estremamente vicini, e P che dormiva a causa del fuso orario, sdraiata sulle mie gambe.

<Come sei finita in quella casa famiglia?> esordì Verstappen lasciandomi completamente scioccata

<Non ho avuto scelta. I miei "genitori" una volta usciti dall'ospedale mi hanno lasciato lì, con un biglietto> affermai amareggiata

<Li hai mai cercati?> chiese gentilmente lui

<No. So i loro nomi, ma non ho voluto sapere e chiedere altro> risposi guardando il vuoto davanti a me

<Non sei mai stata curiosa di sapere il perché?> continuò Max

<Perchè tutte queste domande all'improvviso? Il fascicolo su di me era incompleto?> provai a sdrammatizzare

<Tu una volta hai detto che solo tu conosci la tua storia e nessuno può permettersi di giudicarti. Ecco... io voglio conoscerla, voglio conoscerti, capirti..> si imbarazzò leggermente Verstappen

Potrei quasi giurarvi che le sue guance si arrossarono leggermente ma non ci metterei la mano sul fuoco perché mi sentivo nel multiverso.

<Sono curiosa... vorrei sapere altro ma ho paura che le risposte mi facciano ancora più male. Mi sono detta che forse non avevano i mezzi economici o il sostegno adeguato per crescermi in maniera sana. Questa è la mia bugia bianca ed è la versione che più mi piace e mi basta per ora> gli risposi guardandolo negli occhi

<Sei sicura?> sibilò lui curioso

<Quando ero piccola molte cose non le potevo capire e forse nemmeno le volevo vedere. Mi sono sentita per tanti anni spazzatura perché ero la bambina che nessuno voleva mai adottare, era così frustrante.. a volte mi sento ancora così. Non ho mai avuto nemmeno un fidanzato, tutti uscivano con me o mi portavano a letto per scommesse o per arrivare a Isabel... Dio se è patetico..!> avevo gli occhi lucidi al ricordo, poi mi imbarazzai nel realizzare che mi stavo aprendo e rendendo ridicola con Max. MAX!

L'olandese mi sollevò delicatamente dal mento, mi asciugò quelle lacrime che non ero riuscita a controllare e mi avevano rigato il viso, poi avanzò verso di me delicatamente e mi lasciò un tenero bacio sulle labbra.
Lo guardai esterrefatta da questo gesto che proprio non mi aspettavo.

<Per me non sei mai stata spazzatura. Ed Izi è indubbiamente una bellissima ragazza, ma non è nemmeno un briciolo di te> sussurrò fissandomi intensamente Verstappen

<Max..> sibilai senza parole

<Cos'è?! Hai paura di rovinarti la reputazione da clean girl?> ridacchiò divertito

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