imola - italy

66 6 4
                                    

«sei ancora innamorata di mark lee... e si vede»

...

mi bloccai. non riuscii a rispondere, non sapevo neanche io se jaehyun potesse avere ragione. lui cosa poteva saperne ? dopo tutto questo tempo poi.

eppure qualcosa tornò a muoversi nel mio stomaco, la sensazione di non toccare a terra, la sensazione di vuoto che si faceva più forte.
sì, mark lee mi faceva ancora un certo effetto.

volevo tanto negarlo a me stessa, così tanto che provai a convincere anche jaehyun che ciò non fosse vero, che si stava sicuramente sbagliando.

poco prima jaehyun mi aveva chiesto di essere la sua ragazza, nonostante avesse rotto con l'ex due settimane prima perché aveva smesso di amarla da tempo. mi aveva portato sul suo jet a sorseggiare champagne, facendomi trovare delle rose sul sedile.
le sue intenzioni erano chiare, jaehyun voleva me, non un'altra.

«jae, non dire queste cose, sappiamo entrambi che la verità è un'altra»

lo dissi in maniera sensuale, mi sedetti sopra le sue gambe, accarezzandogli il collo e avvicinandomi sempre di più a lui. mi piaceva le attenzioni che mi dava quando ci vedevamo, sapeva toccarmi, se lo avessi rifiutato non avrei avuto più nulla da lui. sarei probabilmente rimasta a piangere su mark come i mesi passati.

«dimostrami che non è così allora»
disse lui, mentre si sforzava a mostrarsi impassibile e a nascondere un qualcosa che premeva sempre di più sotto le mie cosce.

lo baciai, non erano necessarie altre parole.
la sua lingua si fece spazio in ogni angolo della mia bocca, e le sue mani, che prima mi sfioravano il dorso, ora afferravano i miei fianchi spingendoli verso il basso. sentivo sempre di più la sua erezione.

i bottoni della sua camicia loro piana si sfilavano così facilmente tra le mie dita , rivelando il suo corpo allenato, definito, possente.
c'era un motivo se non sapevo come dire di no a jaehyun.

una mano scivolò tra le mie cosce e inevitabilmente le sue dita finirono a toccare il mio punto debole , non a caso avevo indossato una gonna, la più corta che avevo.

«sei già bagnata ? è questo l'effetto che ti faccio ?»
mi sussurrò all'orecchio, mentre mi faceva sedere a cavalcioni su di lui, abbassando il sedile.

«sì jae, solo tu mi rendi così »
stavo mentendo.
in verità la mia più grande perversione era farlo a 10000mt d'altezza, se ero eccitata era per questo non per altro.

e dunque finimmo l'uno sopra l'altro, ancora una volta, mentre sorvolavamo sotto di noi interi continenti.

mi sarebbe piaciuto stare con jaehyun, essere la sua fidanzata, d'altronde era il ragazzo più bello nell'intero paddock. sapeva essere un vero gentiluomo, ma anche il contrario in camera di letto.
era probabilmente il ragazzo perfetto, se solo non fosse che per lui provavo solo pura attrazione fisica.
non avrei mai potuto provare amore per lui, era un traditore seriale, avrebbe fatto lo stesso con me prima o poi.

chiodo schiaccia chiodo sembrava la situazione migliore.

atterrammo a melbourne e ci separammo, lui andò dal suo personal trainer e prepararsi per il weekend ed io venni accompagnata in hotel dalla crew mercedes che ci aspettava lì.

«perché hai fatto il viaggio da sola con lui?»
mi chiesero le mie colleghe invidiose.

«hanno fatto overbooking sul mio aereo, sono rimasta fuori, e lui si è offerto di darmi un passaggio. tutto qui»
se solo sapessero la verità, mi odierebbero.

il weekend a melbourne si svolse nella più totale formalità. per quello che mi pagavano non potevo permettermi di stare lì e non fare nulla.
gli incontri con jaehyun furono pochi e brevi, entrambi ci eravamo messi d'accordo di tenerci lontani da occhi indiscreti.

o almeno ci provammo.
accadde che fu taeyong a vincere il gran premio, con un distacco rilevante; al secondo posto vi fu lee donghyuck, con il miglior tempo, e terzo jaehyun.
questo podio fu un risultato positivo per mercedes, che dall'inizio della stagione aveva guadagnato pochi punti.

quando jaehyun salì sul podio e gli venne consegnato il premio disegnò la lettera A con le dita, la mia iniziale.
trovai il gesto molto tenero, forse un po' rischioso, ma dopotutto la stampa non poteva ricondurre la A al mio nome senza alcuna prova.

jaehyun mi aveva invitato all'after party in seguito, per passare del tempo insieme, ma il resto della crew aveva deciso che si doveva ripartire subito dopo la fine del gran premio; e che i piloti sarebbero ripartiti il giorno successivo.

probabilmente c'era lo zampino delle mie colleghe invidiose, poiché una cosa del genere non era mai successa in anni che sono dentro il motorsport.

salutai tutti e partii per l'italia, uno dei miei paesi preferiti. avevo imparato un po' d'italiano poiché l'anno prima ero sempre in scuderia ferrari, insieme a mark...

mark.

da quando jaehyun mi fece quella domanda sul jet, pensai spesso a lui, ai miei sentimenti. non avevo ancora accettato che lui mi avesse dimenticato.

mark non si era mai fatto vedere nelle discoteche, after party, night club o altro. da quando aveva iniziato la riabilitazione sì dissociò completamente dalla vita notturna, per il bene della sua salute.
dunque non lo incontravo mai, e mi faceva bene.
out of sight, out of mind.
non era più quotidianamente nei miei pensieri da più di due mesi, per questo pensai di averlo superato, di poter andare avanti da sola o con un altro uomo.

ma alla più piccola goccia di benzina, la fiamma si ravviva. al gran premio di imola,  accadde proprio questo.

io mi trovavo sotto il podio con il resto del team mercedes, poiché questa volta era stato jaemin a salire su un podio di f1 per la sua prima volta.
ma sul gradino del primo posto c'era mark lee.

era così solare, sorridente. la ferrari aveva vinto in italia.
mi si scaldava il cuore a vederlo così.
e fu proprio mentre alzava in alto il trofeo che incrociò il mio sguardo, per la prima volta dopo l'incidente.

seppure per poco tempo, i nostri occhi rimasero incastrati per un tempo che sembrò lunghissimo.
i miei occhi divennero lucidi, e dentro di me si scatenò il putiferio. provai qualcosa di forte, qualcosa di familiare.

non riuscii a trattenere una lacrima, che scese sulla mia guancia. indossai gli occhiali da sole e mi allontanai da lì.
mi sentivo troppo strana, avevo bisogno del tempo per processare quello che stavo provando.

allora, mentre fuori vi erano i festeggiamenti, io mi cambiai in vestiti normali, racimolai tutte le mie cose personali e presi un taxi per tornare in hotel.

stavo davvero fuggendo da un gran premio ?

feci il check out dalla mia stanza, volevo ripartire il prima possibile. da oggi iniziava la pausa pasquale, e la prossima gara sarebbe stata fra due settimane. iniziai a cercare il primo volo per miami ma di aerei che partivano oggi non vi erano più.
dovevo passare per forza un'altra notte in italia.

proprio mentre rientravo in hotel, e chiedevo alla reception se avevano una camera disponibile per quella notte mi squillò il telefono .
era lee taeyong, cosa voleva ancora da me ?

« baby, avvisa jung jaehyun che stanotte sarai da me,
sto venendo a prenderti»

𝒑𝒐𝒍𝒆𝒎𝒂𝒏 ;; mark leeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora