Capitolo 3

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Ortensia pov's

Vengo svegliata da un forte getto d'acqua ghiacciata sul mio corpo mi guardò intorno e vedo che mi trovo in una cantina buia ed estremamente umida che emana un forte odore nauseabondo di urina.

I miei vestiti erano completamente inzuppati ero legata alla sedia di legno la disperazione prende possesso di me.

Di fronte a me c'era il boss della mafia russa il diavolo Alexander Volkov eravamo faccia a faccia però la disperazione prende il sopravvento su di me.

Alexander: bene bene qui abbiamo anche le spione!
Ortensia: non volevo mi sono trovata lì per caso signor Volkov!
Alexander: non farmi perdere tempo con le domande cosa hai visto ieri sera!
Ortensia: non ho visto nulla signor Volkov!

Una risata perfida echeggia nell'aria dalla sua tasca tira fuori un coltello affilato i miei occhi si spalancano dalla paura e molte lacrime senza controllo iniziano a scendere dai miei occhi.

Si avvicina a me e inizia a fare piccoli tagli sul mio braccio le mie urla di dolore non lo fermavano anzi lo incitavano a fare ancora più male al mio povero braccio.

Alexander: te lo dirò di nuovo cosa cazzo hai visto quella sera!!
Ortensia: non ho visto nulla v'è l'ho già detto signore!

Mi guarda con una furia innata consapevole che sto mentendo spudoratamente prima di capire la situazione la lama del coltello si va a conficcare nella mia povera gamba il dolore che stavo provando in questo momento era atroce con voce rotta dal pianto lo provo a supplicare.

Ortensia: b-sta non vi v-isto nulla!

Questo non è un essere umano è il diavolo in persona come fa a provare piacere nel infliggere dolore ad una persona per di più una donna.

Alexander: dimmi cosa hai visto e mi fermerò!
Ortensia: non ho visto nulla quella sera cazzo!

Mento sempre non posso dirgli che l'ho visto sparare tre colpi di pistola dritto in fronte ad un uomo padre di famiglia nessun mafioso risparmia un guardone mi avrebbe uccisa senza pensarci due volte.

Alexander: allora goditi la tua permanenza qui sotto!

Spalanco gli occhi inorridita la mia gamba e il braccio stavano perdendo molto sangue questo dolore è troppo atroce non c'è l'ha faccio più a sopportare tutto questo dolore cado nell'oscurità chiudendo gli occhi.

Ma lui aveva altri piani per me un altro getto di acqua gelata si schianta sul mio corpo ormai il sangue si era seccato lui viene affianco a me e mi costringe a fissare un monitor.

Sullo schermo si avvia un video un ragazzo cammina verso una ragazza e mettendo a fuoco meglio vedo che quella ragazza è la mia migliore amica la mia Carmen.

La mia migliore amica era legata ad una testiera del letto era completamente nuda lui subito si attacco al suo seno facendola gridare dal dolore, guardo quel video con orrore le urla di dolore della mia amica erano una pugnalata al cuore.

Quel ragazzo ha slegato la mia amica la messa a 4 zampe e la penetrava da dietro il ragazzo ha iniziato a gemere di piacere e le urla di dolore della mia amica. Tutti conoscevano il diavolo e di tanti omicidi che ha commesso fra uomini donne e perfino i bambini ora ho avuto io la sfortuna di essere capitata nelle sue mani.

Stoppa il video e viene dietro di me strappa la mia maglietta era un regalo affettivo da parte di mio fratello ma ormai stava a terra distrutta e sento le sue mani callose sul mio seno.

Le sue labbra finirono sul mio orecchio e con voce fredda e piena di lussuria sussurra...

Alexander: presto toccherà a te!

Non glielo permetterò mai di toccarmi piuttosto preferisco la morte.

Ortensia: mai piuttosto preferisco morire!

Un sorriso perfido spunta sulle sue labbra viene avanti a me mi guarda per l'ultima volta ed esce fuori dalla cantina lasciandomi alle mie sofferenze.

Dopo un po' sento la porta aprirsi il mio corpo va in allerta e lo vedo lì davanti a me strizzo gli occhi abituandomi alla poca luce che rifletteva nella cantina.

Lo stesso morirò tanto vale che gli racconto la verità di quello che ho visto quella sera.

Ortensia: basta così quella sera stavo ritornando a casa per fatti miei quando la mia macchina ha subitó un guasto non è più ripartita mi sono avviata a piedi all'improvviso ho sentito uno sparo e ho visto quel uomo a terra senza vita ecco la verità meglio dirla almeno non finirò all'inferno per aver mentito!

Mi alza di scatto dalla sedia afferrando il mio povero cuoio capelluto mi porta verso una vasca e vedo che l'acqua è bollente la disperazione è evidente sul mio volto ma tanto non cambierà nulla.

Immerge la mia faccia in quella acqua bollente la mia faccia sembra che sta andando a fuoco dopo un po la ritira fuori brucia tantissimo basta sono stanca di subire queste atrocità tanto vale morirò combattendo afferro il coltello che lui tiene in mano a in un momento suo di distruzione lo pugnalo al braccio spalanca gli occhi sorpreso dal mio gesto ma subito si riprende alza la mano e la fa schiantare con il mio viso facendo rompere il mio labbro.

Cado a peso morto su quel sudicio materasso che puzzava di urina e lui si mette su di me e sempre con quel maledetto coltello si accanisce sulla mia ferita.

Ortensia: uccidimi subito basta non voglio subire ancora queste sofferenze atroci!
Alexander: lo decido io il tuo destino puttana!

È pazzo e completamente pazzo! Non so chi mi sta dando tutta questa forza ma io mi sento morire preferisco farla finita tanto lo stesso mi uccidera.

Esce fuori dalla cantina rimanendomi sola a me stessa lacrime scendono dal mio viso ormai distrutto dalle percosse inflitte alzo gli occhi al cielo l'istinto di una madre sa quando qualcosa deve andare storto scusami mamma ti avrei ascoltata a questa ora avrei ancora la mia libertà.

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