Capitolo 9

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Ortensia pov's

Era il tardo pomeriggio quando con il permesso di Leyla decisi di andare a sedermi un po' sulla  spiaggia mentre il diavolo di mio marito era fuori per affari , di fronte al mare arrivai mentre il sole cominciava a scendere verso l'orizzonte, ting...

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Era il tardo pomeriggio quando con il permesso di Leyla decisi di andare a sedermi un po' sulla spiaggia mentre il diavolo di mio marito era fuori per affari , di fronte al mare arrivai mentre il sole cominciava a scendere verso l'orizzonte, tingendo il cielo di sfumature arancioni e rosa.

Mi sedetti sulla spiaggia ancora calda davanti a c'era il mare che si estendeva all'infinito con le onde che si andavano a infrangere contro gli scogli ogni ondata portava con sé un rumore rilassante.

L'aria era fresca mi facevo accarezzare da quella brezza marina che mi scompigliava leggermente i miei capelli ricci e castani.

Restai lì immobile lasciandomi avvolgere dalla pace del momento mentre il sole scendeva sempre di più il cielo si trasformava in un quadro vivente con colori che cambiavano in ogni istante le prime stelle cominciarono a comparire timide e brillanti la luna iniziava a sorgere dall'altro lato del cielo.

In questo momento, tutto sembrava perfetto. Ogni pensiero ogni preoccupazione svaniva lasciando spazio solo alla meraviglia di questo bellissimo momento.

Dopo un po' immersa in quella pace meravigliosa mi alzai perché stava tornando a casa quel pazzo, questo posto è appena diventato il mio preferito l'angolo di pace nel mondo.

Entrai in casa e andai in cucina in casa eravamo io e Leyla ci sediamo a tavola e iniziamo a cenare mentre il silenzio della casa regnava sovrano ma subito decisi di interrompere quel silenzio.

Ortensia: hai mai pensato a cosa significhi davvero essere felici?
Leyla: ci penso spesso cara Ortensia, la felicità sia qualcosa di più profondo e complesso non è solo un momento di gioia ma di pace interiore.
Ortensia: mi sono sempre chiesta sé ho cercato la felicità in momenti sbagliati tutto quello che facciamo nella vita sembra non riempire mai il vuoto che si cela dentro di noi.
Leyla: io ho più anni di te cara mia io penso che la vera felicità venga dall'accettazione di noi stessi e verso gli altri.

Guardai Leyla negli occhi trovando in essi una saggezza oltre l'immaginazione mentre addentavo un pezzo di carne con tono triste e risoluto gli sussurrò...

Ortensia:io mi sento così persa mi sembra di non sapere cosa sia la felicità e chi io sia veramente!
Leyla: la felicità non è una destinazione cara mia ma un percorso di vita!

Sorrisi sentendo un senso di pace e speranza crescere dentro di me questi piccoli discorsi momenti mi fanno capire veramente il senso della amicizia e del legame profondo che si sta creando fra me e Leyla.

Dopo aver parlato e cenato mettemmo tutto in ordine ci salutammo con un grande abbraccio e ognuna se ne va nella propria stanza.

Appena entro nella stanza mi siedo sul letto delicatamente perché lì sotto sento ancora molto bruciore sento i miei occhi inumidirsi di lacrime sento ancora il suo tocco disgustoso sul mio corpo talmente che sono persa nei miei pensieri non mi sono accorta che non sono più da sola nella stanza davanti a me c'è il diavolo.

Scatto dal letto impaurita della sua presenza in questo momento io e lui siamo faccia a faccia mi sento molto vulnerabile ma diceva il mio papà quando ero piccola essere vulnerabili non significa che tua sia debole figlia mia ma al contrario è segno di forza e maturità.

In questo momento se voglio sopravvivere a questo matrimonio devo essere forte anche contro di lui e combattere con le unghie e con i denti.

Lui era senza camicia mostrando il suo fisico scultoreo e pieno di tatuaggi, io dietro la schiena ho un tatuaggio una fenice che per me è un simbolo di rinascita e resurrezione dalle ceneri nasce una nuova fenice questo ciclo di morte e rinascita per me è interpretato come simbolo di trasformazione e rigenerazione personale.

Lui viene verso di me sento la sua mano accarezzare delicatamente la mia guancia a quel gesto rimango ferma apro gli occhi iniziando un gioco di sguardi interminabile non stiamo parlando ma questi sguardi intensi parlano da soli sempre guardandoci negli occhi mi prende fra le sue braccia e mi porta sul letto non dico più nulla sono stanca di essere colpita.

Alza il mio vestitino lasciandolo a metà tira fuori i miei seni strappa le mie mutandine in mille pezzi allarga le mie gambe in automatico le chiudo per la paura ma questo mio gesto lo fa arrabbiare allarga con forza le mie gambe sento che intrufola un suo dito dentro di me e spingere con forza questa cosa non mi piace provo solo dolore e vergogna.

Gemo dal dolore dato che sono asciutta non provando alcun piacere ma sembra non importarsi del mio dolore, toglie le sue dita da dentro di me si spoglia anche lui viene su di me porta un po' di saliva sul suo membro per lubrificarlo e lo posiziona alla mia entrata qui vado in allerta iniziando a provare ad allontanarmi da lui e supplicarlo in tutti i modi.

Ortensia: fermati per favore!
Alexander: sei mia! Posso fare quello che voglio con il tuo corpo.

Presto entra dentro di me con la solita violenza chiudo gli occhi disperata cercando di pensare ad un momento felice ma presto sento un suo schiaffo che si abbatte potente sulla mia faccia lì apro di scatto scoppiando a piangere a dirotto.

Spero che finisca presto non c'è modo di ribellarsi contro di lui se resisto andrà solo peggio per me le sue spinte erano troppo brutali facendomi provare un dolore intenso.

Dopo un po' finalmente rallenta con le sue spinte e lo sento gemere di più di piacere segno che sta per arrivare infatti dopo un po' il suo liquido seminale scorre dentro di me, dopo che si è alzato dal mio corpo lo sento alzarsi e accendere una sigaretta con voce fredda sussurra...

Alexander: ogni giorno desidero il tuo corpo quindi abituati tutti i giorni verrò qui a scoparti quando voglio!

Mi giro di lato mettendomi in posizione fetale come per proteggermi dal male ingoio un groppo che mi si è formato in gola nessuno mi aiuterà solo sola ed indifesa alla mercé di questo pazzo.

Senti le mie lacrime sgorgare senza controllo quando lui uscì dalla camera mi alzai dal letto e andai in bagno davanti allo specchio nel riflesso vedevo una ragazza stanca e provata con i miei occhioni rossi e gonfi ho sempre provato ad essere forte nella vita ma in questo momento mi sento vulnerabile e spaventata.

Ma basta così apri il rubinetto dell'acqua e mi sciacquai un po' il viso mi guardai di nuovo allo specchio e iniziai a sorridere il mondo mi può crollare addosso in mille modi ma devo rinascere più forte di prima.

Il diavolo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora