La notte è silenziosa e spoglia: risucchia ogni suono. Deve fare freddo, ma non me ne accorgo, o perché ho bevuto o perché il mio sangue è in ebollizione, o forse per entrambe le cose. Afferro la mano di Camila finché
non attraversiamo il vialetto di Jennifer. Allora lei si ferma di colpo e ritira la mano.
Siamo una di fronte all’altra. Il suo petto è gonfio; i suoi occhi sono pugnali.
«Mi dispiace» dico a bassa voce.
Lei distoglie lo sguardo. «Proprio come dicevo.» La sua voce è stranamente calma. «Sei arrogante a pensare di capire i miei nemici meglio di me.» Deglutisco. «Hai ragione.»
Normani e Dinah ci raggiungono alla macchina. Dinah si butta su Camila, accarezzandole i capelli e chiedendole se sta bene. «Sto bene» dice Camila in modo categorico, tenendo Dinah a distanza di un braccio. «Per favore, smettila di soffocarmi.»
«Jennifer Pascal è spazzatura» dice Normani. Riconosco nei suoi occhi lo sguardo annientatore che ha sul campo da basket, ma questa volta è inaspettatamente rivolto a Camila. «Ma spero che tu sia sincera sul fatto di essere gay. Non puoi fingere che ti piacciano le ragazze per ottenere voti.»
«Certo che è sincera» sbotta Dinah. «Non sai che percorso ha affrontato, non puoi immaginare l’omofobia interiorizzata...»
«Anche la mia migliore amica è gay, Dinah» dice Normani ad alta voce. «Quindi capirai se voglio essere sicura che non si stia facendo
trascinare in questa storia.»
Camila sbuffa beffarda. Cade all’indietro contro l’auto, scuotendo la testa.
«Trascinare. È un modo interessante di mettere le cose.»
«Che cosa significa?» chiede Dinah.
Io e Camila ci guardiamo negli occhi. Mi preparo al fatto che butti all’aria il nostro accordo e, in quel momento, forse quasi lo vorrei. Questo piano ha causato più problemi di quanto valga la pena. Per entrambe. Ma, come al solito, mi sorprende.
«Niente.» Tira su con il naso. «Andiamocene da qui. Sono stanca di pensare. Sono stanca di recitare.»
Dinah annuisce con simpatia. Normani sta per dire qualcosa, ma guarda verso di me e decide di non farlo.
«Va bene» dico, cercando di non perdere l’equilibrio. «Andiamo. Ma deve guidare qualcun altro.»
«Posso farlo io» dice Dinah. «Non ho bevuto nulla.»
Annuisco, le passo le chiavi e mi infilo sul sedile posteriore della macchina.
Quando Normani scivola accanto a me, incontro il suo sguardo imbarazzato. «Hai detto ai ragazzi che non torneremo?»
«Sì» risponde brevemente. Si stava divertendo con Kevin, ma ci ha rinunciato per controllare la mia finta ragazza e me. Non sento di meritare la sua amicizia e non è la prima volta.
Camila si infila nel sedile del passeggero davanti a me. Osservo la sua espressione nello specchietto laterale mentre ci allontaniamo dal marciapiede. Sembra completamente sconfitta. So che non è direttamente
colpa mia, ma ne sento comunque il peso.
Non è stata colpa tua, aveva detto mia mamma il giorno dell’incidente, ma è comunque tua responsabilità. Parlo prima di ripensarci.
«Forse dovremmo continuare la serata, solo noi quattro.»
Normani mi fissa come se qualcun altro si fosse impossessato di me. Camila
mantiene il suo silenzio di pietra. Ma Dinah, che Dio la benedica, ha un sussulto di gioia.
«Mi piace questa idea! Facciamo un pigiama party tra ragazze?» sussulta di nuovo. «Potremmo fare una serata benessere nella mia Jacuzzi!»
L’interesse di Normani si accende. «Aspetta, aspetta. Hai una Jacuzzi?»
«Sì, con sette tipi di bolle e luci che cambiano colore!»
Normani si morde il labbro. Ha sempre amato le vasche idromassaggio. La fulmino con lo sguardo e lei sospira rassegnata. «D’accordo, ci sto.» «Fantastico!» trilla Dinah.
«Camila?» chiedo speranzosa.
Camila si schiarisce la gola e si sposta sul sedile. «Va bene.» Dinah esulta e sterza nella direzione opposta.***
La casa degli Hansen è esattamente come ci si aspetterebbe che fosse la casa
dagli eredi dell’Emporio di Natale di Grandma Earl. È una casa di pan di zenzero che prende vita, con svolazzi di colore e di luce. Riesco a sentire l’emozione nella voce della signora Kordei quando Normani chiama per
avvisarla che ci fermeremo qui stanotte.
«È vero che hanno una biblioteca nascosta?» chiede la signora Kordei.
Normani si affretta ad abbassare il volume del telefono, ma riusciamo comunque a sentire la voce eccitata di sua madre. «Teddy vuole sapere se c’è davvero una vasca per le palline nel seminterrato!»
«Ce l’abbiamo!» Dinah è raggiante. «Tuo fratello può venire a giocarci quando vuole!»
Normani arrossisce e dà frettolosamente la buonanotte a sua mamma.
Dopo di che, non resta che ingegnarsi per trovare un costume da bagno
per la Jacuzzi. Camila ha il suo che tiene a casa degli Hansen: è rosso come il diavolo, il che non mi sorprende affatto, e Dinah ha un bikini a fiori che ormai le va piccolo e che si adatta abbastanza bene alla struttura minuta
di Normani.
E io? «Che ne dici di questo top, Lauren?» chiede Dinah, passandomi una maglia arancione fiammante che stona terribilmente con i miei capelli.
Sembra troppo grande per me, ma forse aggiustando le spalline andrà bene.
Lo indosso e mi giro per mostrarlo alle altre.
«Sembri una carota» dice Camila sbuffando. Le sue mani sui fianchi, la pancia nuda che brilla alla luce della lampada. Mi sorprendo a fissarla e mi volto verso Normani.
«Baywatch pensa di essere divertente» dico, indicando Camila con il pollice.
«Lo è» risponde Normani.
Dinah ci guida attraverso la casa dell’allegria piena di luci scintillanti e soldatini schiaccianoci dalle guance rosa, sino a raggiungere una veranda con una vasca idromassaggio al centro. Camila e Dinah
tirano via la copertura della vasca in un modo che suggerisce che l’hanno già fatto un milione di volte.
«È.… luccicante» mi sussurra Normani. Non c’è bisogno che me lo faccia notare: le gemme scintillanti catturano la luce su ogni centimetro del bordo esterno della jacuzzi.
Non posso fare a meno di ridere, perché più sto con Dinah, meno tutto questo mi sorprende.
Dinah armeggia con il controller sino a quando la vasca idromassaggio non prende vita, con i getti che fanno un gran rumore e le
bolle che scoppiano in superficie. Affondiamo nell’acqua calda e ci allunghiamo contro i quattro lati della vasca.
«Questo è il paradiso» dice Normani con gli occhi chiusi. «Al diavolo la festa, avremmo dovuto fare questo sin dall’inizio.»
Camila si abbassa abbastanza da far sì che l’acqua le arrivi al mento. La sua
espressione si offusca e penso che stia rimuginando sulla crudele scenetta di
Jennifer. Sento una nuova pugnalata di senso di colpa al petto.
Dinah starà pensando la stessa cosa, perché gratta affettuosamente la testa di Camila e dice: «Che ne dite di giocare a “Come sta il tuo cuore?”»
Camila ride. «Solo tu puoi proporre una cosa del genere, Dinah.»
«Che cos’è?» Normani chiede scettica.
«È quello che sembra» dice Dinah entusiasta. «Ognuno a turno condivide quello che prova il suo cuore in questo momento. Io, mamma e
papà ci giochiamo sempre.»
Normani incrocia i miei occhi con uno sguardo che dice: Non può essere vero.
«Inizio io» dice Dinah, imperterrita. «Il mio cuore è felice di aver parlato con Gunther stasera. È così dolce e interessante.» Si morde il labbro con pudore. «Non sapevo che fosse tanto divertente.»
«Lo è?» mormoro a Normani.
Normani non mi sente; sta fissando incuriosita Dinah. «Come fai ad ammetterlo così facilmente?»
«Cosa? Che mi piace Gunther?»
Normani storce la bocca, a disagio. «Già. E se tu non gli piacessi?»
Dinah alza le spalle. «Questo dipende da lui, non da me. Io dico sempre quando mi piacciono le cose, in modo che l’universo mi senta. In realtà, è così che io e Camila siamo diventate amiche! Io le ho detto che mi
piaceva la sua aura. È scintillante e audace, sono sicura che lo avete notato anche voi.» Scuote l’avambraccio di Normani. «Perché, ti piace qualcuno?»
«No, no, assolutamente no.» Normani si schiarisce la gola. «Era solo una domanda ipotetica.»
«Peccato, perché probabilmente ci sono un sacco di ragazzi cui piaci. Sei
un leader naturale, sei super intelligente e, come se non bastasse, hai gli
occhi da Cleopatra. Potresti governare un regno intero con uno scettro e una collana di rubini.»
Normani sbatte rapidamente le palpebre. «Ehm... grazie.»
«Figurati.» Dinah è raggiante. «Tocca a te: Come sta il tuo cuore?»
«Ehm...» Normani si sposta per allargare le braccia. «Il mio cuore si sente ansioso. È come se fossi sempre sul filo del rasoio. Il prossimo esame, la prossima partita importante, la prossima lettera di accettazione al college.
Faccio fatica a essere felice dove mi trovo.»
Non ho mai sentito Normani parlare così. Un’ondata di affetto mi travolge
il petto. Vorrei raggiungerla attraverso la vasca idromassaggio e
abbracciarla.
«Dev’essere mega stressante» commenta Dinah. «Grazie per aver condiviso e contribuito a consolidare il nostro legame di vulnerabilità. Ok, Camila, tocca a te.»
Camila, che ha assimilato tutto questo in silenzio come me, scuote la testa.
«Non stasera, Dinah.»
«Oh, andiamo. Si vede che sei arrabbiata per la festa.»
«Sto bene.»
«La tua aura è diventata scura e spigolosa» dice Dinah con tono deciso.
Camila abbassa la testa all’indietro in modo da guardare il cielo. «Sto bene. Il mio cuore si sente tradito.» Fa una pausa. «Sono anche affamata.»
Dinah sorride. «Stavo aspettando solo questo. Nachos?»
«Dio, sì, per favore!»
«Arrivano subito. Normani, mi aiuti?»
«Cosa?» dice Normani. «Ma fa così caldo qui dentro...»
Dinah le lancia uno sguardo carico di significato e fa un evidente movimento della testa nella mia direzione; vuole chiaramente che io abbia un momento da sola con l’angosciata Camila.
«D’accordo» brontola Normani, seguendo Dinah fuori dalla Jacuzzi. «Spero tu abbia dei jalapeños...»
Camila e io rimaniamo in un silenzio carico di tensione, mentre le loro voci si allontanano dalla stanza. Ci ignoriamo dai lati opposti dell’idromassaggio finché non è passato un minuto intero.
«È il tuo turno» dice Camila all’improvviso.
«Cosa?» chiedo, anche se so cosa intende.
Mi guarda in attesa, indifferente alla mia finta ignoranza. Alzo gli occhi e allungo le braccia sul bordo della vasca.
«Mi sento...»
«No» mi interrompe. Dall’espressione del suo viso, posso vedere che si sta godendo il mio disagio. «Non “io”. Conosci le regole.»
La fulmino con lo sguardo. «Il mio cuore prova emozioni contrastanti.»
«Tipo?»
«Credo che si possa dire che c’è una piccola parte del mio cuore che si
sente male per averti fatto subire la cattiveria di Jennifer. E forse il mio cuore si sente in colpa per questo.»
Camila aguzza gli occhi attraverso il vapore. «E io che pensavo non fossi capace di ammettere di aver sbagliato.»
«Immagino che tu abbia fatto una supposizione sbagliata, allora, eh?»
Il fantasma di un sorriso le sfiora la bocca. Credo che la conversazione sia
chiusa finché lei non dice, in modo un po’ avventato: «Sai che stavo mentendo in quel video, vero?»
Ci guardiamo l’un l’altra attraverso il gorgoglio dell’acqua. Esito, sapendo che è rischioso quello che le sto per chiedere. Ma mi butto lo stesso.
«Provavi qualcosa per lei, vero?»
Il modo in cui stringe la bocca mi dice tutto.
«Ma a lei non piacevi...» dico, mettendo insieme i pezzi «e ovviamente è una sociopatica, quindi l’ha usato contro di te... Fammi indovinare: ha pomiciato con te “per divertimento” e poi si è comportata come se tu fossi pazza per aver pensato che volesse dire qualcosa?»
L’espressione di Camila si oscura. Il suo petto si alza e si abbassa sotto l’acqua. Mi costringo a tenere gli occhi al di sopra della sua scollatura.
«La prima volta che ci siamo baciate è stata la sera di quel video» dice Camila.
«Stai scherzando.»
«No.»
«Quindi sapevi che ti stava filmando?»
«Ero troppo ubriaca per preoccuparmene.» Fa una pausa. «Bevevo molto all’epoca.»
«E ora non più.» Non è una domanda. L’ho dedotto dopo averla osservata sorseggiare acqua per tutta la notte.
Si gira e alza lo sguardo verso il lucernario scuro.
«Tu e Lucy siete mai andate a letto insieme?»
La domanda mi fa mancare il fiato. Per un lungo istante non riesco a rispondere. «Chi è quella che pensa di avere il diritto di conoscere la mia vita ora?»
Camila non ride. I suoi occhi bruciano dentro i miei. «L’avete fatto?» Distolgo lo sguardo. «Sì.»
Rimaniamo in silenzio. Le bolle della Jacuzzi ribollono e scoppiettano.
«Tu e Jennifer avete dormito insieme?»
Camila si passa un dito sul mento.
«Solo da ubriache.»
«E stasera ha il coraggio di fare questa stronzata?»
Camila tace. Poi dice: «Jennifer mi odia perché l’ho amata».
«Non ha alcun senso.»
«Ha parlato quella che non riesce a capire se vuole scopare o uccidere la sua ex ragazza.»
Rimango in silenzio.
«Jennifer è il motivo per cui ho questa cicatrice.» Si tocca il sopracciglio, lisciandolo come se un giorno potesse tornare a essere pieno.
Anche nella luce fioca della vasca idromassaggio, posso vedere la ferita
sulla sua pelle. «L’anno scorso siamo andate a una festa a Candlehawk»
continua. «La cosa più folle che abbia mai visto. Pasticche ovunque, ragazze che si palpavano a vicenda mentre la gente guardava, un tizio che singhiozzava in un angolo perché era andato fuori di testa. Tutto quello che volevo era andare a casa e stare insieme, solo noi due, ma Jennifer aveva
intravisto Prescott dall’altra parte della stanza e non c’è più stato verso.» Prescott. Il fidanzato di Candlehawk. Il pomposo idiota che ha fatto da assistente a Jennifer stasera.
«Gli ha chiesto di accompagnarci a casa sua. Era così ubriaco che a malapena si reggeva in piedi. Mi sono rifiutata di salire in macchina, o di far salire lei, ma Jennifer non era in sé e ha iniziato a litigare con me.
Continuava a urlare che ero innamorata di lei ma che non avrei mai potuto averla, che ero una perdente gelosa e che era assolutamente patetico e...» si interrompe. «Ho cercato di afferrarla, ma lei mi ha spinta via. Sono andata a sbattere contro un enorme mobile e mi sono tagliata la faccia con lo spigolo.»
Penso alle leggende che circondano la sua cicatrice. Che si era ubriacata troppo a una festa. Che aveva nuotato contro il bordo di una piscina da ubriaca. Che era caduta dal letto facendo sesso selvaggio. Che crudele
versione storpiata della verità.
E poi ricordo le tante volte in cui avrei voluto ringraziare la persona che le aveva procurato quella cicatrice. Mi fa venire la nausea.
«Jennifer è una stronza» le dico. «Avrebbe dovuto ringraziarti di averle impedito di salire su quella macchina.»
«Ma non l’ho fatto» dice Camila. C’è una sfumatura di rammarico nella sua voce. «Anch’io ero ubriaca e riuscivo a concentrarmi solo sulla mia faccia
che sanguinava. Ho lasciato che lei se ne andasse con lui e lui è stato fermato a un chilometro da casa sua. Avrebbe dovuto beccarsi guida in stato di ebbrezza, ma i suoi genitori sono amici del capo della polizia di
Candlehawk, quindi lo hanno lasciato andare con un avvertimento. Poi hanno riaccompagnato Jennifer a casa; i suoi genitori sono andati fuori di testa e lo hanno detto all’allenatore Banza e agli altri allenatori di calcio e lei è stata messa in panchina per le prime cinque partite di quello che
doveva essere il suo grande anno di debutto.»
«E dà la colpa a te per questo?»
Camila sorride ironica.
«Ma tu hai cercato di fermarla!»
«Lei pensa che avrei dovuto impegnarmi di più. E non so, forse avrei dovuto. Ma a volte è difficile.»
Faccio passare qualche minuto. «Mi dispiace di averti fatto andare, stasera.»
I suoi occhi mi catturano. «Non mi hai costretta a fare nulla. Sapevo a cosa andavo incontro.»
«In ogni caso mi dispiace di non averti presa sul serio quando mi hai detto quanto fosse tossica la situazione tra voi.»
«Non ti preoccupare, Lauren» dice lei, allontanando le mie scuse. Il modo
in cui pronuncia il mio nome è rassicurante e naturale. «Non sono l’unica ad avere a che fare con una ricaduta tossica.»
Mi si stringe il cuore ricordando Lucy alla festa di stasera. «Credo di sì.»
Vorrei parlare di più, ma Normani e Dinah irrompono con il loro vassoio di nachos. Camila si alza in piedi e mi viene in mente quello che mi ha detto stasera uscendo da casa di Jennifer. Sono stanca di pensare. Sono
stanca di recitare.
Per una volta, non la stuzzico. Ci rilassiamo nella vasca idromassaggio e banchettiamo sino a diventare rugose come prugne.
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She Drives Me Crazy. Mi fa impazzire
RomanceDopo un'imbarazzante sconfitta contro la squadra della sua ex ragazza, la diciassettenne Lauren, campionessa di basket della scuola, ha un piccolo incidente in macchina con la persona peggiore possibile: la splendida Camila Cabello, capitano delle c...