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Venerdì inizia il weekend delle celebrazioni. Mi sveglio presto, mi liscio i capelli e indosso la maglietta della Renna Combattente che ho dal primo anno. Taylor si impossessa dello specchio del bagno e si dipinge in rosso le lettere G e E sulle guance. I ragazzi delle medie sono sempre quelli più esaltati dalla partita del weekend delle celebrazioni. Per ironia della sorte, questa è la prima volta in tutta la settimana in cui sono in anticipo. Se dovessi andare a prendere Camila oggi non ci sarebbe possibilità di trovarla pronta ad aspettarmi nel vialetto. Vorrei quasi che avesse ancora bisogno di un passaggio solo per sbatterglielo in faccia. E forse anche per potermi scusare per quello che le ho detto ieri. Invece, uso il tempo extra per prendere un caffè ai miei amici. Sweet Noelle's, la migliore caffetteria della città, ha decorato le finestre per la partita di stasera. Quando il barista mi vede entrare con la maglietta della Renna Combattente, sorride e mi dà un muffin al cioccolato gratis. Lo divoro non appena torno in macchina, assaporando l'intimità di guidare di nuovo da sola. Ma quando, pochi minuti dopo, entro nel parcheggio della scuola, la solitudine mi colpisce in modo diverso. Le persone guardano la mia macchina, ma non appena vedono che sono l'unica a scendere, si girano dall'altra parte. Capisco che a nessuno importa di me, a meno che non stia portando Camila in giro. Sono tornata a essere una nullità e ammetterlo brucia. «Ehi, buon venerdì!» mi saluta Gunther quando mi presento con i caffè in mano. «Come mai questo trattamento speciale? È solo perché ci vuoi bene?» «Perché vi voglio bene e perché sono libera.» Lascio cadere il mio zaino e mi appoggio all'armadietto di Normani. «Non sono più l'autista di nessuno.» «Ding-dong, la strega è morta» dice Kevin. E passa il caffè agli altri controllando prima cosa c'è scritto sopra. «Sei sicuro di volere questo, Gunther?» Gunther fa una smorfia. Ha una passione per il caffè nero perché pensa lo renda più sofisticato. «Credo di sì. Prega per me.» E manda giù il primo sorso come un bambino che sta prendendo una medicina. «E un nocciola con doppio espresso per Normani » dice Kevin, passandole il bicchiere. «Come mai un doppio espresso oggi? Per il test di letteratura?» «Sì, perché devo batterti» dice Normani, inarcando le sopracciglia. Kevin ride. «Non è una gara se sei l'unica a partecipare, Normani.» «Ti straccerò comunque.» «Abbiamo capito, siete intelligenti» dice Gunther alzando gli occhi al cielo. «Possiamo concentrarci sulle cose importanti? Lauren è tornata a essere una di noi!» Kevin e Normani scoppiano a ridere. «Devo ammettere che sono un po' dispiaciuta» dice Normani. «Mi stavo abituando al nostro gruppo di cheerleader.» «Sì, mi aspettavo che avrebbero iniziato a fare il tifo alle vostre partite» dice Gunther. «Il che significa che avrei iniziato a venire a vederle anche io.» «Non verranno mai a fare il tifo per noi» dico. «Potrebbero, ho sentito alcune di loro parlare di quanto siete brave.» Gunther fa una pausa e poi per qualche motivo le sue guance si arrossano. «Dinah ha detto che sei la sua eroina.» Io e Normani ridiamo, ma prima di poter rispondere, il mio telefono squilla e sento quella temutissima suoneria.

Lucy Vives: Sono felice di vedere che ti sei liberata di lei.

«Come fa a saperlo?» mi lamento, mostrando il messaggio ai miei amici. Normani sbuffa come al solito, ma Kevin tira fuori il suo telefono. «Dannazione» borbotta. «Gino deve farsi una vita.» Ci mostra la storia di Instagram di Gino: un video di Camila e Dinah che scendono dalla Jeep Dinah. La didascalia dice "Basta Uber, si torna a viaggiare con l'élite!!!". «L'élite?» Normani dice con disgusto. «Dio, sono praticamente la parodia di loro stessi.» «Non stavi dicendo che avresti voluto che facessero il tifo per te?» la stuzzica Kevin e Normani gli dà uno spintone. Non dico nulla. Un'ondata di caldo imbarazzo mi attraversa il corpo. Sono mortificata dal fatto che Gino abbia scritto questo. E sono ancora più mortificata che Lucy l'abbia visto.

La prima ora è straordinariamente prolungata perché i ragazzi del laboratorio di videogiornalismo possano trasmettere il loro ultimo reportage. È sul weekend di festa, con un servizio sugli allenamenti della squadra di football e alcune interviste al comitato di decorazione. L'ultimo segmento riguarda le elezioni del re e della reginetta del ballo. Dieci persone della mia classe sono state nominate, e uno dei tre gemelli Cleveland, che sono sempre immischiati in tutto ciò che succede a scuola, ha ottenuto un'intervista con uno di loro. «Sì, certo, voglio dire, è un onore» dice un ragazzo. «Sono così eccitata, così tanto eccitata» dice una ragazza vivace sorridente. Jennifer Pascal è la successiva. «Ricevere questo tipo di riconoscimento dai tuoi compagni è semplicemente... cosa si può volere di più?» Poi spunta il volto di Camila e io mi agito sulla sedia. «Sei eccitata?» chiede il gemello Cleveland. «Sì, è una figata» dice Camila scostandosi i capelli con disinvoltura come se non gliene fregasse niente. «Sei nervosa?» Camila sbatte le palpebre. «Per la partita, sì. Spero che le nostre coreografie siano perfette. Ci stiamo facendo il culo e in questo momento mi occupo sia del cheerleading per il football che per il basket, con un set diverso per ciascuno. Quindi voglio essere sicura che venerdì sera tutto sia perfetto.» «Perché non hanno censurato "culo"?» chiede il mio insegnante di educazione civica. «E che risposta è questa?» «È il capitano delle cheerleader» risponde uno dei miei compagni. «E quindi?» «Quindi non sa parlare di altro. La sua amica Dinah ha detto che vuole candidarsi come Atleta dell'anno.» «Come cheerleader?!» sogghigna qualcuno. L'inquadratura passa a un'altra candidata, ma io smetto di ascoltare. Una sensazione sgradevole mi assale, come se stessi cominciando a capire Camila Cabello, anche se non vorrei.

L'allenamento di quel pomeriggio è smorto. L'interasquadra sembra sentire che la nostra effimera gloria è sfumata. Quando finiamola giornata, in palestra non c'è nessuno oltre a noi, il morale è giù eamareggiato. Googy cerca di smorzare la tensione chiedendomi di colpirenuovamente l'auto di Camila. Nessuno ride. Quando Normani e io usciamo, la miairritazione sale alle stelle. Ci sono già diversi tifosi in coda accanto alcampo da football e mi amareggia rendermi conto che noi non avremo mai unpubblico simile alle nostre partite. Non c'è da stupirsi che Lucy abbia decisodi trasferirsi. Normani e io passiamo da casa sua per prepararci alla partita.Durante la cena con la sua famiglia, il mio umore finalmente si risolleva. Isignori Kordei ci chiedono del basket, del ballo di domani sera, delle domandedi ammissione al college. Teddy è seduto a tavola con le gambe che sbattonoeccitate, indossando una tutina da renna che insiste a voler abbinare a uncerchietto da alieno. «Aspettate» dice la signora Kordei quando stiamo perandarcene. Penso voglia complimentarsi per le nostre magliette fatte in casa,invece guarda in modo sospettoso il trucco di Normani. «Per chi ti sei fattacosì carina?» «Per nessuno» risponde Normani con eccessiva disinvoltura. «È lapartita di inizio anno, mamma.» «Adoravo il weekend della festa di inizio anno»dice il padre di Normani, ignaro della tensione che si respira tra sua moglie esua figlia. «Erano tutti così distratti che io e i miei amici potevamofinalmente giocare a Dungeons & Dragons in pace.» «Non ti ho mai vista conuno smoky eye» prosegue la mamma di Normani. «Lauren, chi sta cercando diimpressionare?» Scuoto la testa. «Nessuno. Da quel che so, Normani è innamoratasolo del basket.» Normani inarca le sopracciglia come per dire: "Vedi?", ma laconosco abbastanza bene da cogliere il modo nervoso con cui giocherella con lacerniera della giacca. Probabilmente sta pensando a quando Kevin si esibirà incampo con la banda durante l'intervallo. Lo stadio si sta riempiendo di gentequando ci mettiamo in fila per l'ingresso. I tamburi rullano, i fari sonoaccecanti e l'aria profuma di autunno. Ricordo che l'anno scorso Lucy mi avevastretto la mano, promettendomi che ci saremmo potute rifugiare nella suamacchina se avessimo avuto troppo freddo. Stasera c'è la partita di inizio annoanche a Candlehawk e lei sta probabilmente gongolando per l'emozione di unostadio più grande, con le luci più brillanti, le troupe giornalistiche piazzatesul campo per filmare il corpo studentesco. Sulle gradinate di metallo fafreddo. La banda è posizionata dietro di noi, con le loro trombe e i lorotamburi. Le cheerleader sono a bordocampo, eseguono con calma i loro esercizidi riscaldamento in mezzo all'eccitazione crescente. Se socchiudo gli occhiriesco a scorgere Camila, una coda di cavallo scura che dirige il resto dellasquadra. È evidente che si trovi nel suo elemento. Non che mi interessi. Lapartita inizia qualche minuto dopo. I nostri giocatori entrano in campopassando sotto uno striscione fatto a mano raffigurante un'anziana signora conun casco da football. Le cheerleader si tuffano subito nelle loro coreografie,eccitando la folla, e io sento l'eco di Camila che mi fa la predicasull'intelligenza emotiva delle cheerleader. Pochi minuti primadell'intervallo, l'altra squadra perde la palla e uno dei nostri la recupera efa touchdown. La folla si scatena, cavalcando l'onda dell'azione. Lecheerleader spuntano per eseguire la coreografia della vittoria. Camila è intesta alla formazione e dirige la piramide prima di andare a prendere il suoposto. Distolgo lo sguardo osservando i giocatori di football che scambiano lelinee di attacco e di difesa e poi tutti sussultano. La cheerleader in cimaalla piramide è caduta. C'è una pausa prolungata, seguita da un mormorio diansia da parte della folla, mentre l'allenatore delle cheerleader e il medicosportivo si precipitano a bordocampo. Le cheerleader accerchiano la ragazza,bloccando la visuale di tutti. La voce dell'annunciatore vacilla: «Aspettate,gente, sembra che ci sia stato un incidente a bordocampo...» Dopo un lungomomento di sospensione, la mischia si libera e la ragazza si alza in piedizoppicando. Camila si stringe a lei, parlandole, mentre i medici sportivi laaiutano a camminare. «Grazie al cielo, sembra che stia bene» dicel'annunciatore, la sua voce è di nuovo cordiale. «Una caviglia slogata, aquanto pare. L'ennesimo sacrificio di queste cheerleader per sostenere i nostriragazzi.» «Caviglia slogata, povera» borbotta Normani. «Non stanno facendo iltifo solo per sostenere i nostri ragazzi» dico io, infastidita. «Sì... certo. Mail punto è che spero che quella ragazza stia bene.» Non rispondo. Camila èscomparsa, lasciando le cheerleader in disordine a bordocampo. Non la rivedosino a quando i candidati a re e reginetta del ballo sfilano in campo durantel'intervallo. Cammina con disinvoltura accanto ai suoi genitori, facilmentevisibile grazie ai suoi lunghi capelli scuri. Mi chiedo se sua madre sia quiper vedere la partita o se sia solo venuta per accompagnarla all'incoronazione.Quando annunciano la reginetta, nessuno si meraviglia a sentire il nome CamilaCabello. Sorride mentre accetta la corona e i fiori e posa per le foto con ilsuo re. A chiunque altro deve apparire raggiante di felicità, ma il mio istintomi dice che si sta rimproverando per il numero finito male.

She Drives Me Crazy. Mi fa impazzireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora