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Camila mi viene a prendere alle 7:22 di lunedì mattina. So il minuto esatto perché mi chiama tre volte di fila mentre mi sto asciugando i capelli.«Sto arrivando!» le urlo al telefono.Lei fa un verso di disapprovazione e riaggancia senza dire una parola.Quando entro nel vialetto, c'è una complicazione imprevista. Ally è inpiedi sotto la tettoia, con le chiavi della sua macchina in mano, intenta aguardare l'auto di Camila.«Buongiorno» dico a Ally .«Davvero?» strizza gli occhi. «Mamma mi ha detto che ti dovevo dare unpassaggio perché la tua macchina è ancora dagli Sledd Brothers, ma sembrache Regina George abbia ricevuto la stessa comunicazione.» Camila ci fissa attraverso il parabrezza della sua auto. Sembra impaziente.«Pensavo di aver avvisato mamma che avevo trovato un passaggio.»Faccio oscillare lo zaino sulla mia spalla, cercando di dare l'impressione di essere di fretta. «Mi dispiace, ma non preoccuparti, sono a posto!»Mi allontano verso l'auto di Camila, ma Ally mi afferra per un braccio.«Vuoi spiegarmi perché il tuo opposto ti sta dando un passaggio?» «È complicato... ti spiego stasera...»Mi stringe il braccio ancora più forte e aspetta. Non so come spiegarglielo. Sapevo che la più difficile da convincere che Camila e io ci stiamo frequentando sarebbe stata la mia famiglia, ma pensavo di avere qualche giorno in più per prepararmi. E Ally è l'ultima persona con cui voglio iniziare. È troppo scaltra per queste cose. «C'è stato un... inaspettato sviluppo romantico.» Ally sbuffa. «Con lei? Ti è venuta addosso con la macchina la settimana scorsa. E mi hai detto che l'anno scorso ti ha maltrattata.» Alzo le spalle. «Perdonare e dimenticare, no? Le persone cambiano.»«Laur. Hai perso la testa? Questa stronza ti incasinerà proprio come ha fatto Lucy!»La portiera dell'auto si apre. Camila esce, togliendosi gli occhiali da sole con una mossa che suggerisce sia pronta a uno scontro all'ultimo sangue.«Ciao» dice con voce calma e fredda. «Questa stronza si chiama Camila.» Ally si gira per affrontarla. È più bassa di Camila, però regge il confronto e ricambia lo sguardo che le rivolge. Mi trovo in mezzo alle due, con il cuore a mille.«Quindi sei tu quella che si è presa gioco di mia sorella» dice Ally,pericolosamente calma. Si avvicina al cofano di Camila e ci gira attorno,esaminandolo. «La tua macchina è come nuova. Non sarebbe un peccato se la mia mano scivolasse?» Tiene in mano le chiavi della sua macchina a un centimetro dalla vernice della portiera del conducente. «Ally, non...» inizio a dire, ma Camila mi precede.«Me lo meriterei. Quindi, se è questo che devi fare, fallo pure.»Fa un passo indietro, lasciando libero accesso alla sua auto, e il mio cervello va in corto circuito. Questa è la prima ammissione di colpa che le sento fare da quando la conosco. Ally aguzza ancora di più gli occhi.«Siamo in ritardo» dico, avvicinandomi al lato del passeggero. «Ally, per favore, dobbiamo andare.» «Perché hai maltrattato mia sorella?» chiede Ally. Lo sguardo di Camila si posa su di me. Sembra provare vergogna. «Ho commesso un errore.»«Un errore» dice Ally con una risata vuota. «Il bullismo non è un errore. Ti sei scusata?»Dal modo in cui Camila respira, percepisco quanto sia umiliante per lei. «No, non l'ho fatto.» Inizialmente Ally non risponde. Poi inclina il mento e dice: «Mi stupisce che tu riesca a stare in piedi con una colonna vertebrale così debole». Le guance di Camila arrossiscono. «Ci sto lavorando.» Segue un silenzio prolungato. Ally fissa Camila, analizzandola senza ritegno. Poi si volta verso di me. Dalla piega della sua bocca capisco che sta cedendo. Per ora.«Chiamami se ti fa qualcosa» mi dice Ally. Lancia un'ultima occhiataccia a Camila, poi ci passa davanti e si dirige verso casa. Camila torna in macchina senza dire una sola parola. Io sono ancora sconvolta mentre lascio cadere lo zaino sul sedile posteriore.Quando sbircio il retro della macchina, il paraurti sembra come nuovo. 

L'auto di Camila è pulitissima e profumata; c'è un deodorante alla vaniglia attaccato al condizionatore e il parabrezza sembra venire pulito regolarmente. C'è un singolo elegante fiocchetto appeso allo specchietto retrovisore. C'è della musica, ma è troppo bassa perché io possa sentirla.«Sembrava che tua sorella volesse incenerirmi» dice Camila in tono brusco.«Se tu fossi uscita in orario avremmo potuto evitare tutto quello stupido alterco.»Sbuffo. «Sai in che altro modo avremmo potuto evitarlo? Se tu non miavessi mai bullizzata.» «Ho detto che è stato un errore.» «Un errore.» Camila si mette in bocca una gomma da masticare. Tamburella ansiosamente le dita sul volante.«Se dobbiamo innamorarci, puoi cercare di essere puntuale?» «Puoi per favore cercare di comportarti come il tipo di ragazza di cui è possibile innamorarsi?»Mi aspetto una replica, ma un'ombra le attraversa gli occhi.«Oggi sarà una giornata abbastanza difficile anche senza le tuefrecciatine.»Evito di guardarla. Forse dovrei gioire del suo disagio, ma riesco solo aprovare empatia. Posso anche odiarla, ma non augurerei l'omofobia neanche al mio peggior nemico.«Non sarà così male.» Picchietto le dita sul cruscotto come se fosse tutto molto spontaneo; non voglio che pensi che mi importi. «Nessuno ha detto niente quando ho fatto coming out. Cerca solo di comportarti come se fosse qualcosa che la gente avrebbe dovuto sapere da sempre.» Camila non risponde. Il silenzio tra di noi è pesante. Si schiarisce la gola epoi dice: «Scegli una canzone».Credo di aver capito male. «Cosa?» «Metti una canzone» dice con impazienza. «Ne hai una per ogni dannato stato d'animo, no? Quindi metti qualcosa di allegro. Qualcosa che sia... non so...»So cosa sta cercando di dire. Qualcosa che mi faccia superare questa situazione. Scorro la mia libreria, soffermandomi su alcune opzioni, finchénon trovo il brano perfetto. Perfetto perché ridicolo. Mi collego al suo bluetooth, premo play, e aspetto la sua reazione.BUM. BUM. BUM. BUM.Riesco a capire il momento esatto in cui riconosce la canzone, perché mi guarda.«Davvero?» chiede.Alzo le spalle e aumento il volume.«Oh, andiamo. Eye of the Tiger è la canzone di incoraggiamento preferita da tutti. Ha un'energia pazzesca.» «Ha l'energia di un film sportivo scadente.»«Sì, e tu ami lo sport. Sei un'atleta, ricordi?»«Vai a quel paese» risponde, ma senza crederci davvero.«Bene» dico, avendo pietà di lei. «Qual è la tua canzone preferita?»«Non te lo dico.»«Il tuo film preferito, allora. Metterò la colonna sonora.»Lei scuote la testa. «No, questa va bene.» Flette le mani sul volante.Faccio finta di non notare che il suo ginocchio sta tremando. Questo piano è davvero una buona idea? Quando entriamo nel parcheggio della scuola, mi sudano le mani. Camila spegne il motore.«Sei pronta?» chiede. C'è un leggero tremito nella sua voce.«Non dobbiamo andare sino in fondo se non vuoi.» Si volta verso di me con la mascella serrata.«Non avrei accettato se non avessi voluto.» Ci guardiamo negli occhi. È quasi come il gioco del pollo, in cui una delledue aspetta che l'altra si tiri indietro per prima. So che non è troppo tardiper annullare tutto. Ma non voglio farlo. Penso alla mia squadra. Ai giocatori altezzosi della Candlehawk. Alla vergogna che ho provato quando tutti ridevano mentre la mia macchina veniva portata via. Ma soprattutto penso a Lucy.«Bene» dico. «Sei pronta? Si va in scena.»Lei sbuffa, infilando le chiavi nella borsa. «Dimentichi che passo metà delmio tempo a esibirmi. È di te che dobbiamo preoccuparci.»Ignoro la battuta e mi spingo fuori dall'auto. Ci alziamo contemporaneamente guardandoci attraverso il tetto. Sento già l'attenzione su di noi. Le teste si girano. Camila mi viene incontro davanti all'auto e mi afferra la mano con la presa più allentata che si possa immaginare. «Lo farò solo sino a quando non arriveremo al tuo armadietto» dice sottovoce. «Dio,le tue mani sono sudate.» «E le tue sono fredde come il tuo cuore» ribatto io. «Sorridi e fai la tua magia da ragazza sexy.»Fa un respiro profondo. Ignoro il nervosismo nei suoi occhi mentre faccio un respiro profondo anche io. Poi inizia a trascinarmi come un cagnolino facendosi strada nel parcheggio con un sorriso vincente sul volto. Tengo lo sguardo fisso davanti a me e sorrido il più possibile. Tutto è confuso, ma so che stiamo ottenendo l'effetto desiderato: la gente si ferma a guardarci.«Ma che cazzo?» Gino scoppia a ridere.«Stanno insieme?» urla una ragazza.«Da quando sei gay, Cabello?» chiede qualcun altro.Camila ha uno spasmo involontario, ma tiene comunque la testa alta.Quando raggiungiamo lo spogliatoio dei senior, l'effetto si amplifica: i sussurri sconvolti e i pettegolezzi acidi riescono quasi a farmi cambiare idea. Senza volerlo, stringo la mano di Camila ancora più forte. Non so come riesca a gestire la situazione con tanta compostezza.Diverse persone ci fissano in modo palese. Un ragazzo ha addirittura il coraggio di scattarci una foto. Jennifer Pascal si ferma nel mezzo di un FaceTime con il suo ragazzo di Candlehawk per girarsi verso di noi e dire: «Non è possibile».Camila la ignora e continua ad attraversare il caos come una regina in una parata. Devo riconoscerlo: quando si mette in testa di fare qualcosa, va a tutto gas. Solo quando raggiungiamo il mio armadietto, alla fine del corridoio, mirendo conto di aver trattenuto il respiro per tutto questo tempo. Rilasso le spalle e allento la presa sulla mano di Camila. Non mi ero accorta di averla stretta così tanto. Normani ci guarda avvicinarci. Mentre tutti gli altri nostri compagni sembrano aver colto il pettegolezzo al volo, Normani ci fissa congli occhi semi chiusi, come se avesse appena beccato Teddy mentre ruba una caramella.«Coppia affascinante» dice mentre Camila mi guida verso il mio armadietto.Camila lascia cadere la mia mano sudata e subito si asciuga il palmo sui jeans attillati.«Gesù. Puoi portarle dei guanti o qualcosa del genere?» chiede a Normani.«Cosa diavolo state facendo voi due?» esclama Normani.«Non è evidente? Ci siamo innamorate» risponde Camila sbattendo le ciglia.«Dacci un taglio» le dico.«Bene.» Riprende il suo solito tono. Ora che abbiamo già attraversato il corridoio, la sua attitudine è di nuovo quella di sempre. «Ci vediamo dopo.Oh, e se qualcuno lo chiede, cosa che accadrà sicuramente» abbassa la voce e si avvicina a me «sei stata tu a chiedermi di uscire.»Faccio una risatina ironica. Si passa una mano tra i capelli e se ne va,tornando a sguazzare nel mare di curiosi. Cerco di evitare gli occhi sgranati di Normani, ma lei blocca il mio armadietto con il braccio. Non mi passa nemmeno il mio caffè.«Lauren. Cosa. Cazzo. Sta. Succedendo.» «Cosa?» rispondo con innocenza. «Sto solo provando qualcosa di nuovo.»«La stai ricattando o cosa?»«Perché tutti pensano che io la stia ricattando?» «Ma a cosa pensi? Non ti sei resa conto di come tutto il corridoio vi ha fissate?»Faccio un sorriso compiaciuto.«Sì. E spero che Lucy abbia già visto le storie.»A Normani cade la mascella.«Davvero, Lauren? Dio, so che sei arrabbiata per come è finita tra di voi,ma questa cosa ti sta veramente sfuggendo di mano. A Camila almeno piacciono davvero le ragazze?»La tiro dietro l'angolo per poter parlare più tranquillamente. «Sì»rispondo con fermezza e le racconto prima della conversazione tra Camila e Dinah e poi di quella che io e Camila abbiamo avuto sui binari.«Stai facendo tutto questo solo per far ingelosire Lucy?» sussurraNormani, scuotendo la testa.«Abbi un po' di fiducia in me» rispondo tirando fuori i muffin ai mirtilli fatti in casa che le ho portato questa mattina. I suoi preferiti. Lei socchiudele labbra esitante, ma alla fine mi porge il caffè.«Lucy è solo la punta dell'iceberg» le spiego. «Hai detto anche tu che il fatto che portassi Camila a scuola in macchina aveva suscitato molta attenzione sulla nostra squadra. Non hai visto come giocavamo bene quando le cheerleader venivano agli allenamenti? Ora che esco con lei verranno molte più persone, soprattutto se lei verrà a fare il tifo alle nostre partite. È esattamente l'iniezione di fiducia di cui abbiamo bisogno. Batteremo Candlehawk nel derby di Natale e poi li massacreremo al campionato distrettuale. Ha qualcosa da obiettare, capitano?»Per una volta, Normani rimane senza parole. L'ho convinta. 

She Drives Me Crazy. Mi fa impazzireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora