Fidarsi

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CAPITOLO 6

L'autunno coprì di foglie secche ogni strada e gli alberi spogli sembravano tristi quanto Amy.
In paese si era sparsa la voce del suo fidanzamento col giovane lord e l'anello che portava al dito ne era la conferma.
Non bastava però a placare l'invidia delle ragazze che avevano provato invano a tornare nelle grazie del futuro duca.
Bea aveva provato più volte ad avvicinarlo ma John l'aveva praticamente ignorata. Rosi e Dora scommettevano apertamente su quando si sarebbe stancato di lei. Erano sicure che le avesse fatto quella promessa al solo scopo di portarsela a letto. Affermavano che si sarebbe sbarazzato presto del nuovo giocattolo.

Amy cercava di non pensare a tutte quelle cattiverie ma qualche dubbio cominciava a germogliare. Tornando con Carrie dal mercato, aveva udito dei ragazzi, compreso Neil, parlare delle fanciulle con cui John si divertiva ad Harrow. Uno di loro aveva un parente che viveva da quelle parti e che lo teneva aggiornato.
" Non ascoltarli fiorellino, lo fanno per ferirti." la consolò Carrie.
Amy sapeva che probabilmente erano tutte bugie ma questo non bastava a rassicurarla.

Mancava un giorno al suo compleanno eppure non era mai stata più triste.
Tornata a casa, salì in camera sua. Su ogni parete c'era un ritratto di John. Li passò in rassegna uno ad uno accarezzandoli. Erano trascorsi quasi due mesi e gli mancava da morire.

Amy stava facendo un sogno bellissimo.
John le stava baciando il collo, sussurrandole parole d'amore. Sembrava così reale, quando si sdraiò su di lei.
" Buon compleanno mocciosa."

Non voleva aprire gli occhi, non voleva che quel sogno finisse.

" Non fingere di dormire." le bisbigliava tra un bacio e l'altro.

" Non voglio svegliarmi!" Sbuffò lei.

" Sei già sveglia mammoletta." la canzonò sorridendo.

Amy aprì prima un occhio poi l'altro.
" John!!!" Urlò.
Lui le tappo la bocca.
" Zitta, vuoi che tuo padre mi trovi in piena notte in camera tua?"
Lei sorrideva dietro quella mano grande, gli occhi che brillavano di lacrime di gioia.

John tolse lentamente la mano.
" Brava, ora dimmi quanto sei felice di vedermi, senza gridare!"

Lei gli buttò le braccia al collo.
" Mi sei mancato da morire!" Mormorò baciandogli tutta la faccia.

" Perché credi sia tornato così presto? Volevo essere il primo a farti gli auguri, ma se continui così, sarò cacciato all'istante." la rimproverò.

Amy non riusciva a trattenere la gioia, lo baciava ridendo.
" Puoi stare tranquillo, papà è alla tenuta da quattro giorni. C'è un epidemia e vuole tenere isolati i tuoi genitori."

John si allontanò quel tanto da poterla guardare negli occhi
" Che tipo di epidemia?"
La ragazza alzò le spalle.
" Influenza, finora solo l'infermiera Ellen si è ammalata, ma papà teme per i tuoi. Sono molto deboli. Non sei passato a casa prima di venire qui?"
Il giovane negò
" Mi sono fermato giusto il tempo di cambiare cavallo. Apollo era esausto. Quindi tuo padre resta fuori anche la notte?"

Amy annuì.
" Finché il periodo del contagio non sarà passato, resterà con loro. Non preoccuparti, Alvin ci porta notizie ogni giorno." concluse cercando di rassicurarlo.
John s'incupì.
" Certo, posso immaginarlo!"
Lei guardò quell'espressione adirata senza capirne il motivo.
" Credi che ci mentirebbe sulle condizioni di salute della tua famiglia?" Chiese preoccupata.
Il ragazzo scosse la testa.
" Non gliene importa un accidente della mia famiglia. Viene qui per te! Ho notato come ti guarda! Non dovresti baciarlo continuamente, gli stai dando delle vane speranze!"

Amy si tirò la coperta fino al collo e si spostò contro la testiera del letto.
Quella rabbia la spaventava.
" Alvin è un amico. Lo sa che gli voglio bene! E sa che sono innamorata di te! Non mi piace quello che pensi di me! Io non ho mai fatto niente per incoraggiare nessuno!" Terminò con gli occhi lucidi.

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