Confessioni

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CAPITOLO 16

Un forte bussare alla porta destò Amy.
Per un attimo il panico la investì. Era sola nel letto che la ospitava da qualche mese. Un nodo le strinse la gola.
" Buongiorno mocciosa, dovresti vestirti, qualcuno sta cercando di buttare giù la porta." La canzonò John avvicinandosi al letto.
Amy si lanciò su di lui che la prese al volo.
" Ehi piccola, attenta!" La rimproverò stringendola, ma quando la sentì singhiozzare capì.
" Sono qui amore, sono qui!"
La ragazza tremava e non solo per il freddo. Per un attimo aveva temuto di aver sognato.
" Tesoro devi vestirti. Sono ormai cinque minuti che bussano, vieni ti aiuto io."
John prese uno dei vestiti di Amy. Non voleva vederla con la tonaca. Non poteva pensare a lei come ad una suora, non dopo che avevano passato la notte a recuperare il tempo perduto. Ogni volta che uno dei due si svegliava, cercava l'altro e finivano per fare l'amore.
" Stai bene?" Le chiese preoccupato mentre le chiudeva l'abito sulla schiena.
Amy rispose con un cenno del capo. Aveva ancora la gola chiusa e il timore che se avesse provato a parlare sarebbe scoppiata a piangere di nuovo. John l'abbracciò da dietro carezzandole dolcemente il ventre.
" Siamo qui, mocciosa, siamo tutti insieme. Ti ho baciato parecchio prima di alzarmi ma non sono riuscito a svegliarti. Poi hanno iniziato a bussare così mi sono vestito. Non ti lascerò mai più tesoro! Credimi!"
Amy si girò tra le sue braccia e si strinse a lui.
"Amy! Apri la porta!"
La voce di suor Mary la riscosse da tutti i suoi timori. John le sorrideva sornione.
" Forse la cara sorella ha trovato un prete. Qualcuno le avrà riferito che hai gridato tutta la notte." Affermò facendole l'occhiolino.
La ragazza lo spinse via arrossendo.
" Non ho urlato!"
" Oh sì, l'hai fatto mocciosa, fai parecchio rumore quando ..." ma non terminò la frase perché lei lo spinse di nuovo.
" Smettila, non dire un altra parola!" Lo rimproverò imbarazzata.
Il giovane sorrise posandole un bacio sulla fronte aggrottata, dirigendosi poi alla porta. Una volta aperta si trovò di fronte suor Mary che con un espressione sbalordita lo spinse da parte.
" Che ci fa lui qui?"
"Buongiorno sorella, vi avevo avvisato che sarei stato con Amy giorno e notte!" Salutò il ragazzo ironicamente.
La religiosa non lo guardò nemmeno raggiungendo Amy.
" Ho bussato per ore! Ero molto in ansia! Perché ci hai messo tanto ad aprire!" La sgridò.
Amy era arrossita, non riusciva a guardarla negli occhi. John la raggiunse stringendola a se.
" Stavamo dormendo profondamente. Quando ci siamo svegliati abbiamo pensato che fosse il caso di renderci presentabili prima di aprire!" La informò.
La suora guardava dall'uno all'altra. Il ragazzo sembrava pronto ad attaccare chiunque avesse cercato di avvicinarsi ad Amy e lei, beh lei si affidava a lui con totale fiducia. Sospirando spiegò loro:
" C'è qualcuno che vuole vedervi. Venite!"
I ragazzi si guardarono.
" Credi sia mio padre?" Chiese lei preoccupata.
" Forse, se Carrie gli ha raccontato tutto potrebbe essere lui. Bene, oggi è il giorno perfetto per sposarci!" Affermò cercando di rassicurarla. Vedendo la sua espressione dubbiosa riprese:
" Amy, ti assicuro che quando lasceremo questo luogo saremo marito e moglie!"
Seguirono la monaca fino al suo ufficio. Il sole era alto in cielo e la giornata particolarmente mite. All'interno dell'umile stanza, c'era una persona che camminava avanti e indietro. Quando li vide si fermò. Amy e John si guardarono stupiti.
" Vostra Grazia! " salutò il ragazzo mentre la sua fidanzata s'inchinava.
" Per amor del cielo John, sono tua nonna!" Lo rimproverò raggiungendolo e abbracciandolo.
Il giovane s'irrigidì. Non era un atteggiamento cui era abituato. Non c'erano mai state manifestazioni d'affetto nella sua famiglia. Ma sua nonna non aveva ancora finito di stupirlo. Con un braccio attirò anche Amy in quell'abbraccio, stringendoli entrambi a se.
" Sono stata così in pena! Ho temuto..." la voce della donna si incrinò come se pronunciare quelle parole fosse troppo doloroso.
Da sopra le spalle dell'anziana duchessa, Amy e John si guardarono confusi.
Quando finalmente li lasciò, i ragazzi notarono gli occhi lucidi e l'espressione desolata della donna, che prendendoli per mano, li invitò a sedersi davanti a lei.
" Vedo che Alvin vi ha portato il mio messaggio." Dichiarò John.
La duchessa lo guardò confusa.
" Non vedo Alvin da mesi!"
" Allora come ci avete trovato?" Chiese il giovane con diffidenza, prendendo la mano di Amy.
" Ho assunto un investigatore privato, sono mesi che ti cerco. Non ho creduto ad una parola di tua madre. Sapevo che non avresti mai lasciato Amy! È stato lui ad avvisarmi che eri tornato. Ti ha fatto seguire da uno dei suoi uomini. Quando mi ha detto dov'eri, sono partita subito!"
I due giovani la guardavano allibiti.
Fu Amy a chiedere:
" Voi sapevate del rapimento?"
La duchessa sbiancò.
" Mio Dio! Avevo temuto che fosse accaduto qualcosa di grave ma l'investigatore non è riuscito a trovare abbastanza elementi per capire dove fossi finito. Dalla partenza da Harrow verso casa nessuno ti ha più visto. Solo le ricerche sulla tua presunta fuga con miss Collins e le tue missive a sir Mortimer sono risultate tutte menzogne. Così come le richieste di denaro da parte di fanciulle da te compromesse. Perfino la sfortunata Rebecca aveva mentito. Qualcuno aveva scoperto la vostra relazione e l'ha persuasa ad incolpare te per il suo stato!"
John s'irrigidì.
" È stata lei a confessarlo?"
" No, è scomparsa, ma uno dei tuoi compagni di scuola sapeva per certo che non la frequentavi più da tempo. Sembra che il fratello maggiore di uno degli studenti le abbia fatto credere di volerla sposare. Per settimane non si è parlato d'altro. Poi quando ha saputo della condizione della ragazza l'ha lasciata. Non so come abbiano ottenuto queste informazioni per poi usarle contro di te, ma ho un'idea precisa di chi ha messo in atto questo piano!"
Anche John ed Amy ce l'avevano.
Fu la ragazza ad esprimere i suoi timori:
" Eliza è pericolosa credo che sia stata lei ad organizzare il rapimento e..." non riuscì a dire ad alta voce quella parola così lo fece John.
" E il mio assassinio!"
La duchessa si accasciò sulla sedia ripetendo flebilmente:
" Assassinio???"
Il ragazzo confermò con un cenno del capo mentre, vedendola impallidire, stringeva Amy a se per rassicurarla.
La nobildonna pretese che le venisse raccontata ogni cosa.
Con espressione seria e composta ascoltò ogni parola riferita dal giovane. Fu come ricevere numerose pugnalate. Ogni frase, ogni accadimento, ogni pericolo corso dal nipote la colpivano dritta al cuore. Non era riuscita a proteggerlo. Avrebbe potuto non rivederlo mai più. L'armatura che indossava fin dalla tenera età si sgretolò rivelandole che non era una corazza di acciaio ma di cristallo.
L'istinto di sopravvivenza che l'aveva resa immune a qualsiasi sentimento lasciò il posto ad un profondo rammarico e alla folgorante scoperta di amare profondamente John ed Amy.

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