CAPITOLO 3
L'anno successivo, John tornò alla tenuta insieme all'amministratore. Era tempo di prepararsi a prendere il suo posto. Mancava poco meno di un anno al termine degli studi, perciò non c'era motivo di rinviare.
Sir Mortimer era un uomo saggio, che amministrava da tempo i beni del duca in modo ineccepibile. Avrebbe seguito di persona l'avviamento del giovane ai propri doveri. Non c'erano speranze per il duca. Una serie di luminari l'aveva confermato perciò, alla scadenza dei dieci anni di infermità fisica e mentale, la camera dei lords avrebbe nominato John Seymour, nono duca di Somerset.
Il ragazzo era agitato. Non avendo ancora diciannove anni, sperava di godere almeno qualche altro anno di libertà, prima di accollarsi quel fardello, ma non era possibile. Si immerse nei propri doveri con diligenza, nonostante l'animo furioso. I cavalli erano la sua unica soddisfazione. Si sarebbe dedicato a creare una scuderia di campioni. Zeus era troppo vecchio per competere, quindi l'aveva assegnato al ruolo di stallone da riproduzione.
Studiò un piano che gli permettesse di fare ciò che più amava, senza sottrarsi ai suoi obblighi. Sir Mortimer avrebbe continuato ad amministrare la tenuta, insieme a lui naturalmente, mentre la scuderia cresceva. Passava quindi le mattine con i suoi amati animali e i pomeriggi con l'amministratore. Vedeva il dottor Simmons tre o quattro volte a settimana. S'informava sulla condizione del paziente, ma quando il medico cercava di menzionare la madre, John chiudeva il discorso e se ne andava. Per lui era morta molto prima del duca. Si riteneva orfano.
Fu avvicinandosi al recinto che la vide. Amy stava per raggiungere Apollo, il purosangue che John aveva portato con sé, quando partì per Harrow. Con lui avevano vinto parecchie gare. Da lì, l'idea di creare una selezione di campioni. Apollo non era mansueto e l'unico essere umano che sopportava, era il suo padrone. Vedendo la ragazza giungere allo steccato, John iniziò a correre.
Amy guardò quel meraviglioso animale. Non ricordava di averlo mai visto.
"Ciao, orsacchiotto! Sei davvero bellissimo! Guarda cosa ho qui per te!"
Porse un pezzo di mela al cavallo che la fissava sbuffando con diffidenza.
"Se non lo vuoi, sono certa che qualcun' altro sarà felice di mangiarlo."
Dall'altro lato del recinto, Pegaso nitrì tanto forte da farla sorridere.
"L' hai sentito?" bisbigliò, " Se fossi in te lo prenderei in fretta, prima che venga a rubartelo!"
Apollo non se lo fece ripetere. Mangiò dalla sua mano, mentre Amy gli accarezzava la criniera.
"Bravo, sei proprio..." ma non finì la frase. John l'aveva presa da dietro e tirata via dalla staccionata talmente in fretta, che la ragazza era rimasta senza fiato.
"Sei impazzita, mocciosa? Volevi farti staccare una mano?"
Amy si divincolò.
"Ancora con questa storia? I cavalli non mi hanno mai fatto niente!"
"Allora sei stata fortunata! Pegaso non sarà irascibile come mi hanno detto, ma Apollo lo conosco da sempre. Nessuno può avvicinarlo, tranne me!" le urlò contro.
La ragazza incrociò le braccia.
"Quindi, è stato un caso che abbia accettato la mia mela e le mie carezze?"
John la fissava. Le braccia conserte sotto al seno, non facevano che sottolineare la pienezza. Si sforzò a guardarla in faccia, ma fu un errore.
Era stata una bambina carina, con guanciotte piene, occhioni enormi e la bocca a forma di cuore. Per questo la servitù la trattava come un bambolotto. L'aveva vista l'anno prima e ne era rimasto colpito. Ma ora! Doveva avere quasi diciassette anni, ed era sbocciata! Dire che fosse bella, era troppo poco. C'era qualcosa in lei che non aveva mai visto in nessun'altra, anche se non capiva cosa fosse. Per un attimo si fissarono senza parlare.Amy aveva incontrato John, l'ultima volta, l'anno precedente. Aveva evitato di tornare, quando lui era alla tenuta, dopo il modo cui era stata trattata. Non che l'avesse offesa o ferita volontariamente, ma che si fosse appartato con Bea, le aveva fatto capire di non contare niente per lui, perciò neanche lui avrebbe
contato niente per lei. Ora, erano uno di fronte all'altra. Non fu facile per la ragazza ripetersi che non provava nulla. Era ancora più bello e forte dell'ultima volta. Non voleva tornare a pensare a lui in quel modo. Ci aveva fantasticato per anni, rimanendo terribilmente delusa. E poi, anche se non lo aveva più rivisto, al villaggio sentiva parlare continuamente delle sue storie d'amore con ogni ragazza dei dintorni. La prima era stata Bea, che non perdeva occasione per vantarsi. Poi la figlia del fornaio, Rosi, quella del lattaio, Dora e tante altre che non le avevano mai rivolto la parola, se non per deriderla. Il fatto che fosse stata cresciuta da Carrie, ritenuta da tutti una ritardata, le aveva conferito il titolo di tonta. Che poi le madri di queste ragazze la usassero come esempio di bravura e serietà, non aveva aiutato la sua causa. Sapeva che John ci provava con tutte, ma non l'aveva mai fatto con lei quindi, perché tormentarsi? Oltretutto, chi voleva un libertino pronto a passare da una ragazza all'altra?
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Fidarsi è Amore
Romanzi rosa / ChickLitAmy e John si conoscono da bambini, a causa di un brutto incidente occorso al padre di John. Amy è la figlia del medico del villaggio chiamato a curarlo. Lei è dolce e gentile mentre lui è introverso e rabbioso. Eppure in qualche modo si attraggono...