CAPITOLO 10
La duchessa madre chiese al dottor Simmons di seguirla nello studio di sir Mortimer. L' amministratore era stato trattenuto a Londra per problemi di salute ma la corrispondenza continuava ad arrivare. All'inizio Amelia, la duchessa madre, l'aveva accumulata sulla scrivania, ma la curiosità per quanto affermato da Eliza sul comportamento del nipote, la spinse ad aprire le varie missive. Erano perlopiù conti e richieste d'intervento su stabili della tenuta. Una in particolare aveva attirato la sua attenzione. L'intestatario era sir Mortimer ma vicino al nome era indicato l'appellativo di tutore di John Seymour. Davvero insolito visto che il gentiluomo non lo era affatto.
Il mittente si chiamava Clive Collins.
La lettera aveva un tono familiare. Mr Collins informava il tutore che il suo protetto era fuggito con la figlia Ava, per potersi sposare a Gretna Green.
Era risaputo che in quel paesino ai confini con la Scozia fosse possibile unirsi in matrimonio senza bisogno di pubblicazioni o approvazione. La duchessa madre n'era rimasta sconvolta. Per questo aveva convocato il dottore.
Dopo averlo invitato ad accomodarsi gli aveva posto la missiva. Lo stava fissando mentre leggeva. Scorse la rabbia sostituire l'iniziale stupore.
" Quindi è questo il motivo per cui non è tornato!" Sbottò il medico " Non dovrebbe stupirmi vista la vostra storia familiare. Eppure ho creduto che fosse davvero diverso da tutti voi. La mia Amy gli ha dato fiducia e io mi fido ciecamente delle sue considerazioni. Ci siamo sbagliati entrambi." Concluse il suo discorso con un tono amareggiato.
" C'è qualcosa di strano dottore! Sir Mortimer non è il tutore di mio nipote. John non l'avrebbe mai definito tale. Questo mr Collins non sembra adirato nè fa nessuna richiesta. È una lettera alquanto informale. Un padre andrebbe su tutte le furie, chiederebbe un incontro, pretenderebbe di sapere se la famiglia del ragazzo fosse a conoscenza dei suoi progetti, non siete d'accordo?"
"Vostra Grazia, il signore in questione starà facendo i salti di gioia. La figlia sposerà un duca! Cos'altro dovrebbe chiedere?" La contradisse.
" Era a questo che puntavate anche voi?" Lo sfidò Amalia.
Il dottore saltò dalla sedia.
" Non mi importa un accidenti del vostro titolo! Ho messo in guardia mia figlia dal vostro stile di vita! Non è mai importato né a me né a lei che foste nobili o meno! Io curo le persone! Non faccio distinzioni di classi, così come la mia bambina! Amy guarda tutti allo stesso modo e ama la gente per quello che è non per il nome che porta!"
" È per questo che vi sto chiedendo di leggere tra le righe! Questa lettera sembra un diversivo. Informazioni generiche utili a non farsi troppe domande. Spiegazioni semplici che dovrebbero farmi rassegnare. In realtà mi ha dato più pensieri che risposte! Ho assunto un agente privato. Gli consegnerò questa lettera affinché rintracci il mandante. Sono molto preoccupata!"
La duchessa madre espresse il suo parere con sollecitudine ma il dottore non era d'accordo con lei.
" Credo Vostra Grazia che sia tutto piuttosto chiaro. Informerò mia figlia della rottura della promessa e del matrimonio del ragazzo. Spero che in questo modo riuscirà a dimenticarlo."
Concluse lasciando lo studio.Il dottor Simmons era stato sostituito da tempo alla tenuta, da un medico arrivato da Londra, per ordine di Eliza. La donna riteneva giusto allontanare Isaac visto ciò che provava per lei. Il dottore dal canto suo, aveva accettato di buon grado. Quella famiglia era troppo strana. Meglio stare alla larga. Quando la duchessa madre l'aveva convocato, non pensava certo fosse per aggiornarlo, in quel modo, sul nipote. Al suo arrivo, Alvin lo aveva informato che la ragazza, Rebecca, era stata mandata a Londra con la carrozza ducale. Non si sapeva altro. Peccato, avrebbe voluto scoprire cosa aveva preso, chi glielo aveva dato e soprattutto se era davvero incinta di John. Tutto però aveva perso importanza dopo la rivelazione della fuga d'amore del giovane lord con un'altra.
Non fu facile informare la figlia sul contenuto della lettera arrivata alla tenuta. La reazione fu del tutto comprensibile e dolorosa per ognuno di loro.Il dottor Simmons vedeva la figlia perdere, giorno dopo giorno, la voglia di vivere. Era sempre più pallida e passava le giornate in completa apatia. Restava spesso a letto e quando scendeva si sedeva di fronte alla finestra a fissare il nulla. Anche Carrie era preoccupata. Le girava intorno come una chioccia ma neanche lei riusciva ad attirare la sua attenzione se non per un tempo esageratamente limitato.
"Adesso basta!" La sgridò esasperato il padre, un giorno di fine gennaio.
" Non sei la prima e non sarai l'ultima a soffrire per amore. Ti ho lasciato fare a modo tuo per troppo tempo. Devi reagire. Non esiste solo lui. Un giorno incontrerai un uomo che ti amerà davvero."
Amy alzò lo sguardo verso l'uomo che le aveva dato la vita,
" No papà, non potrò dimenticarlo, neanche se volessi. Io....aspetto un bambino." Confessò, stremata da quel segreto che ormai non poteva più tacere.
Il dottor Simmons si lasciò cadere sulla sedia dell'umile cucina. Gli occhi sbarrati per l'incredulità e le mani tremanti dalla rabbia. Aveva cercato di proteggerla in ogni modo ma aveva fallito. Si sentiva in colpa quanto la figlia. Cosa avrebbe potuto fare ora? Con le mani nei capelli si limitava a scuotere la testa.
" Non è possibile! Non posso credere che stia succedendo davvero!"
" Mi dispiace papà, perdonami." Sussurrò la figlia, ma Isaac non la sentì.
Uscì dalla stanza senza dire una parola. Carrie strinse a se la ragazza che piangeva, silenziosamente, lacrime di dolore e vergogna. Neanche lei trovò niente da dire.
Dopo due interminabili giorni, il dottor Simmons si decise ad affrontare la figlia.
L'aveva ignorata ed evitata di proposito ma non poteva continuare così. S'era tenuto occupato col suo lavoro vedendo più pazienti in quegli ultimi giorni di quanti ne avesse visitato in un intera settimana. Era stato in case di persone già guarite solo per assicurarsi che stessero bene, quando in realtà non ce n'era alcun bisogno. Aveva pensato a tutti per non pensare alla figlia. E questo lo feriva. Presa la decisione, si diresse alla camera della ragazza. Non l'aveva vista in cucina per la colazione perciò comprese che non si era alzata. Aveva pregato la moglie defunta di guidarlo nella giusta direzione, ma non era servito a molto. Entrò senza bussare e la trovò rannicchiata sul letto con le mani strette intorno alla vita. Si lamentava.
"Amy?" La chiamò avvicinandosi preoccupato.
"Aiutami papà!" Sussurrò la ragazza tra un singhiozzo e l'altro.
Il dottore le sedette accanto " Che succede tesoro?"
" Mi fa tanto male." lo informò.
" Fammi vedere dove?"
La ragazza provò a stendersi per permettere al padre di visitarla ma quando si girò sulla schiena un fitta la portò a piegarsi su se stessa.
"Amy ascoltami, rilassati tesoro, cerca di girarti piano, respirando lentamente. Così, brava la mia bambina!"
Il padre non tollerava di vederla soffrire in quel modo e i sensi di colpa lo attanagliavano.
Quando fu in posizione supina, le tolse le mani dall'addome e lo tastò con professionalità. Ad ogni lamento gli pareva di sentire dolore lui stesso.
" Hai delle contrazioni tesoro. Succede nei primi mesi, alcune donne non si rendono neanche conto di essere state gravide, pensano ad un semplice ritardo."
Cercò di consolarla.
" Papà, lo so che credi che questa sia la soluzione migliore, ma io lo amo già questo bambino." Bisbigliò piangendo.
Certo per il dottor Simmons quello sarebbe stato l'evento perfetto per rimettere tutto in ordine. Aveva sperato di essere in grado di aiutare la figlia in qualche modo, ma ora? Era davvero questo che voleva?
" Non dipende da noi. Certe cose accadono. Hai sanguinato?"
La ragazza negò.
"Questo è un buon segno ma non voglio che ti crei troppe illusioni. I dolori forti, non sono mai promettenti!."
Era sempre stato sincero con lei, non le avrebbe mentito ora. "Amy, non fa bene né a te né ...al bambino, tutta questa tristezza. Se vuoi avere una possibilità per..."
Non riuscì a terminare la frase. Ammettere che la sua bambina aspettasse un figlio da quel farabutto, lo faceva infuriare. Quando la vide nascondere il viso sul cuscino per piangere in silenzio, non resistette. Si sdraiò accanto a lei prendendola tra le braccia, come quando era bambina. Se la strinse al cuore, con benevolenza.
" Tesoro mio. Andrà tutto bene. Io sono qui, potrai sempre contare su di me!"
" Ti ho deluso." Gli rispose.
" No tesoro, sono io ad aver deluso te! Avrei dovuto starti più vicino. Ho dato la priorità a tutti gli altri invece che all'unica persona davvero importante per me!"
"No, papà, non è vero. È stata solo colpa mia, ma lo amavo così tanto!" Confessò tra i singhiozzi.
"Lo so fiorellino mio, lo so!"I giorni seguenti furono decisivi. I dolori andavano e venivano. Il padre le aveva ordinato riposo assoluto e l'aveva convinta a distrarsi disegnando.
All'inizio fu dura per la ragazza, ma tolse tutti i ritratti di John e cominciò a pensare a se stessa e al suo bambino.
Non avrebbe potuto restare al villaggio per molto tempo ancora. Appena si fosse venuto a sapere il suo segreto, sarebbe stata rovinata e ci avrebbe rimesso anche suo padre. Doveva andarsene da qualche parte. Ne aveva parlato con Carrie, la quale era categoricamente contraria. Anche suo padre aveva pensato ad una soluzione. Alvin era da sempre innamorato della figlia. L'avrebbe sposata in ogni caso. Quando glielo propose la vide sbiancare. Amy ripensava alle osservazioni di John, alla sua gelosia nei confronti del valletto. Possibile che lei non si fosse mai accorta delle sue intenzioni? Non avrebbe comunque sposato ne amato nessun altro.
Anche quella soluzione fu scartata.
Il dottor Simmons e la sua defunta moglie non avevano parenti. Erano cresciuti in orfanotrofio.
Fortunatamente Isaac aveva trovato un insegnante che ne aveva compreso subito le capacità e grazie ad una donazione gli aveva permesso di frequentare la scuola di medicina. Aveva lavorato sodo nel convento in cui viveva. Per pagarsi vitto e alloggio svolgeva ogni tipo di mansione, dalle pulizie alle riparazioni e proprio lì aveva conosciuto la moglie. Lei studia per diventare infermiera, presso le monache.
Fu pensando al passato che gli venne l'idea. Amy avrebbe potuto restare al convento seguita dalle suore, fino alla nascita del bambino. Poi sarebbe tornata. Avrebbero inventato qualcosa, poteva adottarlo lui stesso e tutto si sarebbe risolto.
Lo propose alla figlia. Nonostante fosse titubante a lasciare la sua famiglia, la ragazza acconsentì.
Isaac scrisse subito alla badessa. Raccontò l'amara verità, sperando nella comprensione e nella compassione della religiosa.
La risposta arrivò a fine febbraio. Amy si stava riprendendo, se non nello spirito almeno nel corpo. I dolori erano cessati ma non il rischio. Era dimagrita e pallida. Il dottore temeva per quel lungo viaggio ma non c'erano soluzioni migliori. Aveva proposto di rinviare la partenza ma la ragazza si era opposta. Al villaggio iniziavano a girare voci, nonostante il padre avesse affermato che la figlia aveva una brutta infreddatura che le impediva di uscire.
Fu così che in una fresca giornata dei primi di marzo, il dottor Simmons e la figlia partirono per Greenwich.
Al suo ritorno il dottor Simmons raccontò che Amy era rimasta a casa di amici per ristabilirsi. Le illazioni non mancavano ma nessuno osò contraddire il medico.
Isaac aveva lasciato la sua bambina nelle abili mani di suor Mary. All'arrivo al convento, i dolori era ricominciati. La ragazza aveva affrontato il viaggio senza mai lamentarsi, sopportando stoicamente ogni miglio. Ma come aveva previsto suo padre, tutti quelle vibrazioni e scossoni non le avevano fatto bene. Suor Mary aveva percepito la gravità della situazione appena la giovane era scesa dal calesse. L'aveva accompagnata subito nella camera che avrebbe occupato ordinandole il più assoluto riposo.
Dopo averla lasciata, la monaca si era confrontata col padre.
" Il viaggio è stato un azzardo dottore. Vostra figlia rischia di perdere il bambino."
"Suor Mary, l'ho pregata di rinviare la partenza di qualche settimana ma lei ha insistito per allontanarsi. La situazione non è facile, la gente mormora. Io non so più come proteggerla!" Si scusò il medico.
La religiosa ebbe compassione dell'afflizione del genitore.
" Mi occuperò personalmente di vostra figlia. Emily sarebbe felice di saperla qui con me."
Emily! Da quanto tempo non sentiva il nome della sua adorata moglie, pronunciato ad alta voce. Aveva evitato di nominarla per diciassette lunghi anni. Neanche con Amy parlava mai di lei. Troppo doloroso.
Suor Mary continuò:
" Ricordo con quanta passione studiava, voleva essere una brava infermiera. Si prendeva cura di tutti. Amava così tanto il prossimo. Se non vi avesse incontrato sono certa che avrebbe preso i voti!"
Isaac sospirò.
" Forse sarebbe stato meglio, ora sarebbe ancora viva!"
" Non siamo noi a scegliere le nostre strade dottore, è il Signore! Se Lui la voleva con sé neanche la tonaca l'avrebbe protetta!" Lo rassicurò.
" Se dovessero sorgere complicazioni, non esitate a chiamarmi. Verrò il più rapidamente possibile." Affermò il medico.
La suora fece un cenno col capo, poi lo condusse dalla figlia. Il dottore rimase ospite al convento per un paio di giorni. Partì solo quando Amy sembrò stare meglio.
Quello stessa notte la ragazza sanguinò.
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Fidarsi è Amore
ChickLitAmy e John si conoscono da bambini, a causa di un brutto incidente occorso al padre di John. Amy è la figlia del medico del villaggio chiamato a curarlo. Lei è dolce e gentile mentre lui è introverso e rabbioso. Eppure in qualche modo si attraggono...