Sanremo

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Joy's pov

Salimmo in macchina, ci dirigemmo verso casa di nonna Anna che sarebbe venuta a San Remo con noi.
Una volta salutata caricammo la sua valigia e partimmo, durante il viaggio provai a dormire essendo che mi ero svegliata presto, ma l'adrenalina aveva la meglio e non mi lasciava riposare in pace.

Durante questo primo tragitto, misi le cuffie facendo partire la mia playlist preferita e guardai il panorama, ogni tanto giocavo con qualche gioco che tenevo sul telefono passando cosí le prime due ore.

La terza ora di viaggio invece sembrava non passare mai fino a che papà parcheggió, eravamo appena arrivati al mc, lì avremo fatto la nostra pausa pranzo, ordinai il mio solito panino e mentre aspettavamo che ce li portassero ci facemmo una bella chiacchierata.

Quell'ora subito passó ed era arrivato il momento di rimetterci in viaggio, che a causa dei lavori in corso e a causa del traffico duró piú del previsto infatti arrivammo a San Remo un ora piú tardi dell'orario previsto.
Accompagnammo prima nonna al suo hotel che purtroppo non era il nostro e papi si assicuró di accompagnarla fino in camera portando la sua valigia e poi quando Ale tornó da noi, ci dirigemmo al nostro hotel dove alloggiavano tutti gli artisti, scendemmo dalla macchina e recuperammo le nostre valigie ed insieme andammo in reception.

Avevamo preso 3 camere una per ognuno di noi, Ale aveva bisogno dei suoi spazi quella settimana per gestire al meglio con il suo team e i vari stilisti, produttori, parrucchieri che sarebbero entrati in quella stanza, Marco sarebbe stato di intralcio, ma se la notte volevano, uno poteva andare nella stanza dell'altro e viceversa.

Io ho sempre avuto la mia camera singola ogni volta che sono venuta qua a San Remo.

"Allora Joy queste sono le tue chiavi, hai bisogno di una mano con la valigia?" mi disse papà dandomi le mie chiavi

"Nono sta tranquillo" risposi sorridendo

"Va bene appena hai fatto vieni da me, sono nella 345" continuó per poi darmi un bacio sulla fronte e avviandosi verso camera sua.

Quell'hotel era immenso dovetti chiedere al receptionist a che piano fosse la camera e quando seppi che era al quarto piano mi fiondai verso gli ascensori dove scoprii che uno era guasto mentre per l'altro c'era la coda.
Mi scocciavo di aspettare quella coda che per me sembrava kilometrica e mi convinsi che da sola c'é la potevo fare, dopotutto era solo una valigia di 23 kg da trasportare sulle scale.
Già a metà del primo piano cominciai a soffrire, riuscii per mia sorpresa ad arrivare al secondo piano, pensando che dovevo accettare l'aiuto che papà mi aveva offerto, continuai a salire le scale trascinandomi quella valigia con molta difficoltà

"Ha bisogno di una mano?" alzai lo sguardo e vidi un ragazzo sorridente con i capelli ricci blu elettrico, e gli occhi castani, vestito in modo abbastanza particolare, non nel mio stile, mi incantai per quasi due secondi di troppo pensando se accettare l'aiuto dallo sconosciuto
"A che piano deve arrivare?" continuó lui facendomi tornare alla realtà

"Emh al quarto, grazie" sorrisi accettando l'aiuto del blu, pensando che senza il suo aiuto non sarei arrivata nemmeno al terzo piano, il ragazzo caricó la mia valigia e salimmo le scale fino al quarto piano lasciando poi la valigia a terra una volta arrivati.

"Grazie..." non sapevo come continuare la frase, non mi aveva detto il nome

"Plant, sono Plant" il ragazzo subito capí il mio disagio

"Grazie Plant" dissi sorridendo

"Di nulla è stato un piacere...come vi chiamate?"

"Joy, dammi del tu non preoccuparti" continuai io
"Ma sei un cantante?" la mia curiosità un giorno mi avrebbe uccisa, il ragazzo ridacchia un pó prima di rispondermi

the flight of my life|•PlantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora