lettera

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Joy's pov

La mattina seguente, al suono della sveglia feci abbastanza fatica ad alzarmi, andai in bagno a lavarmi la faccia e dopo riposi il pigiama in valigia mettendomi l'outfit preparato la sera prima con mio padre e chiudendo finalmente quella valigia, l'avrei portata giù dopo colazione, con avrei ovviamente intendo che mio padre l'avrebbe portata giù.

Scesi a fare colazione, letteralmente la mia ultima speranza di parlare con Plant prima di partire.

Scovai subito il tavolo dove i miei di solito si mettono a fare colazione, mi sentii chiamare da dietro e notai che loro erano a qualche metro di distanza da me, li raggiunsi e gli diedi il buongiorno.

I loro volti erano felici e soddisfatti, insieme ci andammo a sedere al nostro solito tavolo, prendemmo velocemente la nostra colazione al buffet e poi con molta calma ci sedemmo a mangiare.

"Felice di tornare a casa piccola?" mi chiese papà mentre addentava un morso del suo cornetto

"Ci avevo quasi fatto l'abitudine, vorrei rimanere un altro pò" risposi mentre osservavo Ale completamente nel suo mondo, che assaporava finalmente dopo tempo il suo amato yogurt.

Mi voltai osservando la sala, c'era già una buona parte degli artisti, ma dei ricciolini blu, neanche l'ombra.

Continuammo a parlare, poi però si fece tardi e alle 11:00 saremo dovuti andare a prendere nonna Anna al suo hotel, quindi ci alzammo e papà venne con me a prendere la valigia.

Ormai il mio unico pensiero era Plant, ero triste perché non ho più avuto l'opportunità di parlargli.

In camera papà prese la valigia e si assicurò di dirmi che in 10 minuti sarei dovuta scendere, poi se ne andò, mi buttai indietro sul letto con il cuore affranto, volevo distrarmi e aprii instagram e cominciai a scorrere tra i vari post.

Ora non so di chi fosse il post che mi risvegliò il pensiero, ma non potevo arrendermi proprio adesso, è vero mancava poco ma volevo parlare con Plant.

Lasciargli un messaggio mi sembrava banale, e non sapevo in quale stanza alloggiasse, mi alzai in piedi in fretta e furia, diedi un'ultima occhiata alla stanza prima di chiuderla per sempre, e poi corsi giù in reception per consegnare la chiave.

In reception trovai di nuovo quel ragazzo che la sera prima mi diede le informazioni su Plant

"Buongiorno, sono quì per consegnare le chiavi, e necessito di un ultimo piccolo favore" dissi al ragazzo di nome Nicola, credo si chiamasse così dato che portava una targhetta con quel nome

"Va bene signorina" il receptionist mi sorrise prendendo le chiavi
"Mi dica pure di cosa ha bisogno" mi disse mentre metteva le chiavi a posto, io presi un respiro profondo prima di parlare

"Mi serve il numero della stanza di Plant, Francesco Clemente" ormai rispetto a ieri tenevo il suo nome e cognome stampato e impresso nella mia memoria

"Sapete bene che-" cominciò a parlare

"La prego" lo interruppi io sembrando veramente molto disperata e il receptionist prese un respiro più profondo nel mio

"364" sospirò dopo aver dato uno sguardo sul computer

"la ringrazio" ero talmente euforica che se non fosse stato per il bancone che ci distanziava, sicuramente avrei abbracciato quell'uomo
"oh emh un'ultima cosa, poi giuro di non disturbarvi più" dico e il receptionist mi guardò con uno dei suoi sorrisi come per accogliere la mia prossima richiesta
"Mi potreste dare un foglio e una penna?" nonostante la strana richiesta Nicola acconsentì e mi passò il materiale che gli avevo chiesto

the flight of my life|•PlantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora