1. devil

619 39 44
                                    

zulema's pov.

- germany, 01:56.

Il Diavolo nel cristianesimo è la personificazione del male e l'autore del peccato, che si è ribellato a Dio nel tentativo di diventare uguale a Dio stesso.
È raffigurato come un angelo caduto, che è stato espulso dal cielo all'inizio dei tempi, prima che Dio creasse il mondo materiale, ed è in costante opposizione.
Mi sentivo allo stesso modo, il nemico più grande verso me stessa.

"Cosa voleva quella donna da te?" disse la mia collega una volta che il camerino fu vuoto e sentivo il suo profumo riecheggiare nell'aria, stavo finendo di aggiustare il mio rossetto e la mano mi tremava appena per tutta la tensione.
Non mi ero mai sentita così tanto vulnerabile, la sua potenza, la sua sicurezza mi aveva in qualche modo destabilizzata e quella donna poteva ottenere tutto quello che voleva.
Sempre.
"Aspetta, fammi pensare.. non penso siano cazzi tuoi." dissi serrando la mascella e con lo sguardo le trasmisi talmente tanta paura che se ne andò via, sospirai scuotendo la testa per quanto le mie colleghe fossero ingenue però, ero più in alto di loro in questo ambito ed ero una macchina generatrice di soldi a non finire.
Agganciai il mio kimono coprendomi ed ero tesa, tesa come non lo ero mai stata e ritornai in sala cercando di capire se quella bionda del cazzo era rimasta qui nonostante tutto e inutile dirlo ma i miei occhi la individuarono subito.
Mi appoggiai sul bancone in legno richiedendo da bere subito e il barista non appena mi vide sussultò ubbidendomi, intanto tracciai lentamente il mio labbro inferiore con le mie unghie e studiai appieno i suoi amici.
I due ragazzi dovevano essere molto brilli, uno di loro si alzò con una mia collega per andarsene in un'angolo più appartato, Macarena invece stava bevendo dal suo bicchiere e incrociò le gambe scoprendo interamente la sua coscia.
Bel fisico, si vedeva chiaramente che si allenava e magari era la classica ragazza con le sue solite insalatine salutari del cazzo e pochissimo cibo spazzatura perché ovviamente doveva mantenere la sua perfezione e al corpo aveva addosso alcuni gioielli d'oro.
Però nonostante tutto il suo atteggiamento non era vanitoso, era.. professionale.
Me ne accorgevo dalla sua postura, dal suo modo di gesticolare e da come sfiorava lentamente con le dita la collana che aveva al collo, dovevano averle insegnato molto bene fin da piccola ad attuare un'atteggiamento del genere perché si adattava bene qui.
E in qualche modo, attirava le persone perché non mi erano di certo sfuggite le occhiate che alcune persone le facevano, anche le mie colleghe parlavano tra di loro incerte se azzardare a provarci con una del genere e ricavare qualche soldo.
Però lei, voleva dare qualcosa a me ed io l'avevo palesemente rifiutata.
"Ecco a lei." disse il barista intanto porgendomi un bicchiere e si allontanò subito, bevvi lentamente squadrando ripetutamente la bionda e se pensavo al patrimonio che aveva in banca percepivo dei brividi assurdi nella mia pelle.
L'altra ragazza al suo fianco doveva essere la sua migliore amica e sorrideva ripetutamente, Macarena si portò una ciocca di capelli dietro all'orecchio e il suo sguardo potevo percepirlo anche a km di distanza, mi aveva bruciata quando mi trovavo in quel palo e chissà come diavolo potesse essere a letto una così..
Fottutamente potente.
Era invasa da barriere attorno, tanto spesse e indistruttibili.
Sapeva di essere sul mirino di tutti ma il suo menefreghismo era alle stelle.
Ed io, dovevo rispettare un protocollo, sia per la mia figura e sia per il mio ruolo.
E per chi stava al vertice di tutto quanto.
"Scheiße." sussurrai finendo di bere il mio drink e la musica scorreva, l'alcool mi dava sempre quel pizzico di spensieratezza e la testa mi girava appena anche in questo momento che stavo camminando sui miei tacchi altissimi individuando non so quante persone importanti qui che venivano a trovare il mio capo molto molto spesso.
"Zahir!" urlò uno di loro a causa della musica alta e ingoiai il grosso groppo che avevo in gola raggiungendolo, nel farlo passai nuovamente affianco alla bionda che mi guardò dritta negli occhi dato che le sorrisi con un atteggiamento di sfida quasi.
Mi sedetti affianco a quest'ultimo che mi squadrò dalla testa ai piedi mangiandomi con lo sguardo e per contratto, non potevo avere nessun tipo di rapporto con i soci.
"Che meraviglia di donna, quel figlio di puttana ti lascia libera così?" disse questo emerito coglione stringendo la mia coscia e avevo la bionda davanti che lo sentì eccome e ci guardò un pochino incuriosita, poi i suoi occhi verdi si spostarono sull'uomo al mio fianco e sulla sua mano del cazzo nella mia coscia.
"Non ho bisogno della guardia del corpo, lo sai." dissi glaciale come non mai e rise come se avesse sentito una battuta, scossi la testa bloccandomi nel dargli un pugno dritto in faccia ma avrei causato solamente problemi qui dentro e la serata non poteva di certo andare a rotoli quando avevo una miliardaria che mi guardava attentamente.
Non era sorpresa.
Si alzò in tutta la sua altezza e disse una cosa all'orecchio della ricciolina che annuì, il mio sguardo ricadde sul suo di dietro evidenziato dal suo vestito stretto e inutile negare che era bellissima, i suoi capelli curati le ricadevano sulle spalle e le arrivavano quasi alla vita.
Erano lunghi assai, quasi quanto i miei.
Con il suo passo sicuro chiese un'altro drink e il ragazzo dietro al bancone le sorrise come un decerebrato, abbagliato da lei riconoscendola subito mentre quest'ultima aveva il gomito appoggiato sul ripiano in legno e gli sorrideva mostrando tutta la sua luce.
Noi in confronto, non eravamo assolutamente niente.
E poi.. salì le scale andando al piano superiore dove c'erano due sale più appartate e misi la testa di lato congedando subito questo fallito, che ci provava con me ogni due per tre.
Non ero consenziente in questo momento, stavo dando ascolto al mio istinto e decisi di raggiungerla inseguendola senza sembrare disperata e mi guardai attorno notandola appoggiata nel tavolo da biliardo guardando com'erano disposte le palline.
Avanzai silenziosamente e si accorse della mia presenza, eravamo invase da luci blu e non so perché il suo viso mi trasmetteva calma, era inevitabile che non la vedessi per intero dato che qui non c'era nessuna luce naturale.
Chissà come sarebbe stato, vederla semplicemente in modo naturale e all'aria aperta.
"Devo dire che il modo in cui mi hai rifiutata poco fa, non è stato molto bello." dissi incominciando io il discorso in modo provocatorio e Macarena sorrise severa facendo spallucce senza neanche guardarmi, quindi decisi di mettermi davanti a lei.
I suoi occhi brillavano appena e il blu risaltava i suoi lineamenti, volevo tracciarle quella bocca rossa che aveva e sbavarle ogni singolo millimetro di rossetto.
Giusto per renderla meno perfetta.
"Sai Zulema, sono una donna imprevedibile che si annoia facilmente però ritengo che la nostra conversazione è stata in qualche modo, interessante per certi versi e non è mia intenzione offenderti." disse sempre con quel suo tono abbagliante appoggiando il bicchiere sulla sua guancia e mi sorrise mostrandomi i suoi denti perfetti e talmente bianchi che mi ci potevo addirittura specchiare.
Alternai lo sguardo da un'occhio all'altro e il modo pacifico che aveva attuato nei miei confronti mi lasciava senza parole, non avevo mai ricevuto rispetto da una sconosciuta.
"Ti ho fatta annoiare, e perché mai ragazzina?" dissi usando questo nomignolo apposta ma sul suo viso non spuntò nessuna espressione infastidita, non mi diede nemmeno questa soddisfazione e continuò a guardarsi attorno.
Si allontanò da me afferrando la stecca e incrociai le braccia al petto guardandola muoversi abilmente, squadrai il suo corpo slanciato e si morsicò il labbro fissandomi.
"Sai giocare? O mettete le palline in ordine fino alla fine della serata?" disse curiosa e la riappoggiò al suo posto senza toccare altro, annuii spiegandole che era solo una messa in scena giusto per abbellire questa sala meno accessibile delle altre.
Infatti molti divani erano vuoti, e a quest'ora le persone preferivano fare altro.
"Ah fantastico, e tu che tipo sei?" disse camminando verso di me ancheggiando di poco sui tacchi alti e me la ritrovai ad un centimetro dal viso, volevo in qualche modo toccarla ma mi bloccai perché non la conoscevo, che razza di persona poteva essere?
I soldi le avevano fottuto la mente, o era.. semplicemente se stessa?
"Scusami?" dissi stupefatta e appoggiò il bicchiere alle mie spalle alzando il viso dato che ero più alta di lei ma mi sentivo un pochino in soggezione dinanzi a questo sguardo così penetrante.
"Voglio dire, ti occupi anche di altro oltre che a ballare in quel palo?" disse curiosa e stava usando un tono da ingenua, non riuscivo a capire se lo fosse davvero o era una tecnica di manipolazione, ma soprattutto era folle tutto questo.
Folle che io stessi parlando così tranquillamente e non flirtando.
"Perché ti importa così tanto saperlo?" dissi perdendo un'attimo la pazienza e Macarena ebbe una piccola scintilla negli occhi, bevve lentamente portando la testa all'indietro e guardai i movimenti che faceva la sua gola.
Il suo collo era invitante, e prima mentre inspiravo il suo profumo era stato tutto assurdo.
"Fino a prova contraria, sei stata tu a voler parlare con me, io sto allungando la conversazione ma se non sei disposta a reggerla va benissimo. Non che mi importi in ogni caso, quindi puoi stare tranquilla." disse dandomi le spalle subito ma la bloccai con la mia voce facendole rallentare il passo di colpo.
"Serenissima, ragazzina." dissi sfrontata portandomi una sigaretta alle labbra e stavo provando un nervoso sublime, la vidi sedersi in un divano rilassandosi e anche lei si accese una sigaretta appoggiandosi sullo schienale.
Non c'erano neanche una decina di persone qui e vidi un uomo portarsi via una ragazza che era palesemente ubriaca, nessuno capiva più niente ad un certo orario.
Tutti cadevano ai miei piedi, letteralmente ogni singolo essere umano.
Ma lei no, non cedeva e non gliene fregava proprio nulla.
Ma di che cazzo stiamo parlando?
Rimasi in silenzio continuando a fumare decidendo se andarmene via o meno, però non volevo in qualche modo dargliela vinta quindi finii la sigaretta cercando di rilassarmi e poi mi posizionai davanti a lei in tutta la mia altezza.
Non disse nulla guardandomi attentamente e feci cadere a terra il mio kimono rimanendo con solo il mio completo addosso, era stata astuta perché aveva scelto un posto molto riservato dove le voci non sarebbero corse di certo.
Quindi mi rilassai.
"Vuoi parlare? Parliamo allora, però facciamo a modo mio." dissi mettendo le cose in chiaro fin da subito e doveva sciogliere un pochino quella corazza che aveva no?
Ecco la mia di potenza, Macarena.
Qui la musica si sentiva di meno, però era alta comunque ed entrai seriamente nel mio mondo incominciando a muovere il corpo in sintonia con il ritmo portandomi i capelli all'indietro scoprendo per intero la mia scollatura.
La donna davanti a me mi squadrò dalla testa ai piedi incantata e continuò a fumare leccandosi lievemente le labbra alla vista di tutti i miei tatuaggi, erano una mia particolarità e avevo attirato da sempre l'attenzione delle persone.
"Ti piace la canzone? Perché sembra proprio che descriva questa situazione. Io sono l'artefice di tutto Macarena." dissi indicando la sala e sorrise appena nel vedere come prendevo il controllo e amavo ballare mentre una persona mi guardava, ma lei era diversa dai soliti clienti perché sembrava mi stesse studiando anche a livello umano.
Camminai mentre tracciavo lentamente il mio seno con entrambe le mani e mi inchinai verso al suo corpo, mi fissò le labbra mentre io guardavo le sue e strinse un pochino forte il bracciolo del divano.
Le diedi le spalle sollevando i lembi del mio completo e con le unghie graffiai i miei glutei oscillando i miei capelli neri mostrando interamente la mia schiena tatuata, percepivo la mia pelle bruciare per colpa sua come se mi avesse messo lava addosso.
Mi girai nuovamente stringendo lo schienale davanti a me e la bionda squadrò lentamente la mia scollatura, con le dita abbassai le spalline scoprendo le mie clavicole sporgenti e le mie spalle nude tatuate solo ed esclusivamente per lei.
"Ora cominciamo." sussurrai al suo orecchio il testo della canzone e incominciai davvero, mi sedetti lentamente sopra alle sue gambe snelle e le mie ginocchia erano ai lati dei suoi fianchi esili.
Non mi toccò limitandosi a guardarmi in balia di me e misi i miei capelli da un lato avvicinandomi alle sue labbra, rimase immobile come una statua e ci guardammo negli occhi, una parte di me sperava vivamente che si sciogliesse un minimo.
E chissà se aveva il coraggio di prendere il controllo.

red and blue lightsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora