5. dominio.

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macarena's pov.

make no peace with evil;

Per tutta la vita le persone hanno cercato di oscurare la mia luce perché erano intimidite da me.
Sono diversa.
Le persone non sanno come reagire o come accettare chi non segue la massa.
Ma va bene.
Non ho mai avuto il bisogno di essere accettata dagli altri.
Perché ho accettato me stessa.
Ci sono poeti che cantano per addormentarti e poeti che ti preparano per la guerra e io voglio essere entrambe le cose.
Ma la cosa più importante è anche questa: non posso costringerti ad apprezzarmi, ma lo sentirai quando non ci sarò più.

Era come al solito molto tardi, non percepivo neanche un briciolo di stanchezza anzi, era sabato e già Kabila aveva ripetuto venti volte che voleva uscire.
"Arrivo, ti accontento." dissi vedendola appoggiarsi nello stipite della porta con il broncio e scissi varie cose nella mia agenda, misi tutto dentro al cassetto e realizzai che la settimana era praticamente finita ed erano passati tutti questi giorni da quando avevo visto Zulema, e Renata era subentrata nella mia vita.
Nulla di serio, ovviamente.
Però dato che avevo deciso di frequentarla, era logico che avrei visto l'araba molto più spesso dato che erano colleghe, ma non mi interessava.
"Hai avvisato Renata?" disse la ricciolina e annuii inviandole un messaggio, per ora si trovava nel solito locale in centro città e non si sarebbero spostate per tutto il mese.
"Mi sta aspettando." mormorai chiudendo la porta del mio ufficio e gli altri ci stavano aspettando nella mia macchina, entrai dando l'indirizzo a Taylor che partì dopo aver ricevuto il mio consenso.
"Se vediamo Zulema, come ci dobbiamo comportare?" domandò Fabio dopo vari minuti di viaggio e serrai la mascella continuando a sistemarmi il rossetto tramite lo specchietto che avevo tra le mani.
"Fate ciò che volete, non sto mica insieme a lei." spiegai facendo spallucce menefreghista e il mio amico annuì senza aggiungere altro, ero ritornata ad essere glaciale con il mondo e tantissimo autoritaria.
Ero nervosa.
Ma avevo digerito in gran parte questo rifiuto.
I miei amici non mi chiesero altro intimoriti da me e mi dispiaceva, ma quando non stavo bene al 100% lavoravo come una macchina da guerra e menomale che ero stata consenziente a uscire stasera, a svagarmi un'attimo.
Il locale era davvero pieno ma entrammo avendo l'esclusiva come sempre grazie al mio cognome, questa volta non avevo nessun vestito addosso ma dei pantaloni eleganti e una camicia bianca all'interno sbottonata mostrando la mia scollatura risaltata, i miei capelli erano mossi sulle mie spalle ed ero truccata perfettamente.
Valbuena scelse il solito divano appartato e salutò varie persone, ormai il personale del posto ci stava conoscendo e molte persone erano piacevoli come i camerieri per esempio.
"Buonasera, il solito?" disse uno di loro con un sorriso sulle labbra e ricambiai, posizionò il vassoio nel tavolino davanti a noi con cose da mangiare, qualche drink per iniziare e parlammo trovando quella spensieratezza che ci serviva per staccare dal lavoro.
Nonostante stessi parlando però mi guardai attorno bevendo il mio drink e non vedevo Zulema per il momento, incredibile come fossi interessata a lei nonostante tutto.
Mi alzai andando al bancone per ordinare e mi ci appoggiai contro sorridendo al barista che mi salutò sorridendomi, non appena l'alcool toccò le mie labbra sussultai percependo qualcuno abbracciarmi da dietro dolcemente.
"Ciao." sussurrò Renata contro al mio orecchio e avendo dei tacchi alti ero più alta di lei quindi ero in qualche modo, più intimidatoria.
Mi voltai stringendo il bicchiere e mi sorrise nel vedermi, fece vagare lo sguardo in tutto il mio corpo e strinse la cintura che portavo in vita attirandomi verso di lei.
Abbassò lo sguardo tracciandola con le dita e afferrai il suo mento avvicinando le mie labbra alle sue, non le lasciai un bacio però sfiorai la sua bocca con la mia.
"Valentino Garavani, il logo è rivestito con cristalli Swarovski." spiegai dato che era curiosa e si leccò le labbra incantata per come fossi vestita, risi e mi staccai appena finendo di bere il mio drink mentre le sue mani accarezzavano i miei fianchi.
"Sono curiosa di sapere il prezzo, signora." disse stuzzicandomi e sogghignai per il nomignolo, misi una ciocca di capelli dietro al suo orecchio e successivamente mi porsi facendole sentire il mio respiro apparentemente calmo.
"980 euro, fatto su misura per me." dissi ritornando nella stessa posizione di prima e Renata si avvicinò alle mie labbra, mi baciò spingendomi contro al suo corpo e chiusi gli occhi gemendo leggermente perché questa ragazza mi faceva rilassare ma non era travolgente come quella figlia di puttana che si stava esibendo.
Oh, cazzo.
Mi staccai dalle labbra della rossa guardando l'araba iniziare la sua coreografia e sorrisi nel vederla sempre così bella, dentro di me percepii un magone assurdo e ordinai un'altro drink trascinando Renata infondo alla sala, dritta sul divano dov'ero prima.
"Sai, è stata una giornata stressante a lavoro." iniziai sedendomi e lei capì subito che Zulema suscitava in me un qualcosa quindi si sedette sopra alle mie gambe e mi baciò subito facendo scontrare le nostre lingue mentre la musica diventava più soft.
"Lasciami fare, rilassati." disse contro alle mie labbra e toccai il suo corpo snello, era veramente bella stasera pure lei e stava cercando in tutti i modi che i miei occhi verdi non scattassero sul corpo meraviglioso di quella Dea.
Renata baciò il mio collo facendomi gemere e posizionò le mani sulle mie spalle facendomi appoggiare sullo schienale, si portò i capelli all'indietro e le luci erano soffuse facendomi vedere il suo volto non troppo nitidamente.
Nei night club, funzionava così.
Non vivevi nella luce.
Le tenebre facevano parte di te.
Non hai la percezione della realtà e neanche di chi ti sta attorno.
Il bacio si fece più passionale e le sbavai quasi tutto il rossetto mentre anche il mio doveva essere andato a quel paese, ma continuai a baciarla con foga sperando che quegli occhi maledetti se ne andassero via dal mio cervello.
I miei denti afferrarono saldamente il suo labbro strappandole un gemito e mi rifugiai contro al suo collo spostandole i capelli, aprii gli occhi osservando Zulema guardarsi attorno e non appena mi vide si bloccò ma continuai a toccare la ragazza sopra alle mie gambe che comunque mi copriva interamente.
Ci stavamo guardando.
Ed ebbi un pensiero intrinseco su di lei, proprio ora.

red and blue lightsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora