Cap. V

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Una volta arrivate al locale Sere mi prese la mano, diretta al bancone del bar.

"Un gin lemon e una birra" ormai sapeva a memoria il mio drink preferito. La amo.
Ovviamente la birra era sua, a me non piace proprio, zero.

Dopo aver preso i drink ci sedemmo sui divanetti e cominciammo a parlare del più e del meno.

"Quindi vuoi dirmi cos'è successo prima in bagno?" Mi chiese, io alzai gli occhi al cielo e le dissi

"No, voglio solo dimenticare e non vedere mai più quello stronzo dai capelli blu"

"Non ci credi nemmeno tu Clo; e in ogni caso mi spiace ma per oggi lo vedrei ancora una volta..." mi rispose indicando con la testa la porta d'entrata del bar, io mi girai e vidi quella maledetta faccia da ragazzo viziato e donnaiolo.

"Oh no, ti prego non farti vedere".

"Credo sia troppo tardi, mi dispiace amore" appena girai la testa mi ritrovai a pochi centimetri dal suo petto, alzai lo sguardo e cavolo, perché è così attraente.

"Smettila di guardare piccola, sono per poche" mi disse con un tono antipatico.
Io lo guardai e mi misi a ridere, mi girai verso Serena dicendole "Sere vado a prendermi un altro drink, vieni?" lei stranamente mi rispose dicendomi che avrebbe tenuto il posto sui divanetti, girai la testa e mi incamminai verso il banco del bar, ma prima di arrivare sentii una mano sulla schiena, mi girai a sinistra e mi ritrovai davanti il suo viso irritante.

"Ti accompagno io, non si sa mai, chissà chi puoi incontrare", mi disse sorridendo.

Mi voltai verso Serena che mi stava guardando sorridendo con uno sguardo malizioso, la fulminai con lo sguardo e alzai gli occhi al cielo.

"Grazie, ma non te lo avevo chiesto", dissi girandomi, sorridendo con gli occhi rivolti al basso.

Lui mi alzò la faccia con due dita dicendo "Non serve che ringrazi", sorrisi.

Al bar prendemmo due vodka lemon e successivamente andammo ai divanetti da Sere, che non era sola.
Il ragazzo dai capelli blu si avvicinò al suo amico rossofragola, che si girò verso di me salutandomi con un sorriso.
"Ciao Du, dove sono gli altri?"
"Sono andati via, c'è solo Pietro di là" rispose lui.
"Okay, lo raggiungo, tu che fai?"
"Arrivo" fece l'occhiolino al suo amico, che si girò e se ne andò dicendo "Ciao" verso Serena, io lo fulminai e poi salutò anche me "Ciao anche a te bambolina"
"Buonanotte puffo" gli risposi io.

Poco dopo se ne andò anche il ragazzo dai capelli rossi, che scoprii chiamarsi Duccio, lui al contrario del suo amico era molto simpatico e gentile.

Quando rimaste sole io e Sere cominciò a parlarle lei...

"Clo ma che carino è stato il puffo" la guardai con uno sguardo stranito per poi riderle in faccia
"Si dai, ma non troppo".

La serata continuò tra gossip, chiacchiere, qualche altro drink, forse un po' troppi... e qualche sguardo rabbioso con il ragazzo blu che non se n'era ancora andato, ma anzi, si era seduto sui divanetti di fronte a noi.

"Clo vado a prendere dell'acqua" mi disse Serena.
"Va bene Sere, ti aspetto qui io" risposi.

Non so quanto sia stata via lei, ma mi addormentai sul divanetto del locale.
Ma ad un certo punto sentii un tocco sulla testa e la sua voce "Bambolina, ti riaccompagno a casa", io piagnucolai un piccolo "No aspetto Serena" ma questo non bastò perché mi prese in braccio e mi accompagnò fuori dal bar.

"Che fai, dov'è Serena? Mettimi giù!" Straparlai io.
"Calmati, Serena è andata con Duccio, mi ha chiesto di riaccompagnarti"
"COSA?! Ma non lo conosce nemmeno, dove sono andati? Mi ha lasciata da sola!? Io li aspetto qui."
"Non ti conviene, penso siano andati nel solito parco dove Duccio va a scrivere canzoni, stai tranquilla, è un ragazzo dal cuore d'oro, te lo giuro".
"Al contrario di te" dissi sotto voce.
"Ti ho sentita, ma farò finta di non averlo fatto, dai vieni di là dove ho la macchina" mi disse porgendomi una mano.
"Non mi porti in braccio?" Non so come mi venne questa frase, ma d'altronde so che ero già un po' brilla, non reggo molto.
"Se proprio desideri..." mi prese in braccio, in meno di 2 minuti arrivammo alla macchina.

Mi mise sul sedile del passeggero, si fermò a pochi centimetri dal mio viso, ci guardammo, poi si allontanò.

Ammetto che il viaggio in macchina fu molto bello, rilassante e leggero, profumava di estate, bellissimo; ma molto silenzioso, così decisi di rompere il ghiaccio

"Mi vuoi dire come ti chiami?" Gli chiesi, ma lui non sembrava voler darmi una risposta quindi ci riprovai.
"Dovrò chiamarti puffo per sempre?"

Finalmente prese parola
"Ma non eri tu che dicevi di non volermi vedere più? Quindi perché dovrei dirti il mio nome?"
Colpita e affondata.
UPS.

Le cose migliori nella vita sono quelle inattese, perché non vi erano aspettative.

— — — —
XOXO

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