Cap. VI

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Arrivati ai parcheggi dell'università il ragazzo dai capelli blu scese dalla macchina, venne dalla mia parte e aprì la mia porta, come un vero gentiluomo lasciandomi spiazzata, con un sorriso da ebete in faccia.

"Vieni Chloe, stai attenta"
"Che premuroso" dissi scherzosamente, forse ancora un po' brilla.
"Riesci ad arrivare in camera da sola?"
"Ah perché non vuoi accompagnarmi?"
"Pensavo non volessi tu in verità"
"Non puoi lasciare una donna tornare da sola a casa, che gentiluomo sei!? Mi apri la porta ma non mi accompagni?" Dissi dubbiosa.
"Non sarebbe un problema per me, ma lasciano entrare un ragazzo in dormitorio?"
"Non lo so, sono arrivata sta mattina ti ricordo, ti sei già dimenticato di cos'è successo sta mattina? Dai facciamo piano"
"Si che mi ricordo. Va bene, sbrighiamoci" mi disse lui, lo guardai sorridendo.
"Ho i miei tempi" scoppiò a ridere.

Salimmo al secondo piano con l'ascensore, ci incamminammo nei corridoi fino ad arrivare davanti alla mia camera, 263.

Guardai lo sguardo verso la camera di Serena pensando a che fine avesse fatto, forse sarebbe meglio scriverle un messaggio.

Presi dalla borsa il cellulare dicendo al ragazzo dai capelli blu di aprire la porta intanto, porgendogli le chiavi prese dalla borsetta, lui le infilò nella serratura, aprì poco la porta ma io la richiusi subito dopo perché mi venne in mente la situazione di essa, tutti i vestiti per aria, per colpa di Serena. Stronza.

"Mah... Va bene dai me ne vado... buonanotte bambolina" mi disse lui, si girò per andarsene ma non so cosa mi prese, afferrai la sua mano.
"Non andartene", lui mi guardò stranito  per poi dirmi
"Hai chiuso tu la porta di colpo"
"Si perché dentro c'è un casino che causò prima Serena." gli dissi titubante.
Scoppiò a ridere per poi dirmi
"Sono un maschio, non mi importa di queste cose".

Io aprii la porta, non appena dentro lui scoppiò a ridere, non c'era nemmeno posto per mettere i piedi da quanti vestiti c'erano; notai che il puffo aveva in mano un reggiseno, mi avvicinai a lui per riprendermelo ma successe la stessa cosa della stazione, lui alzò il braccio e io mi ritrovai a pochi centimetri dal suo viso.

"Hai un buon profumo sai..." mi disse.
Ritornai con i piedi a terra.

"Senti vado a cambiarmi, se hai bisogno di un reggiseno tienilo pure" gli dissi ridendo.
"Simpatica"

"Anzi devo scrivere a Serena prima" mi venne in mente.
Aprii la borsetta, cercai il cellulare, andai nella sua chat e scrissi:

A: Sere🫀
Ciao Sere, il puffo mi ha detto che te ne sei andata con Duccio😒, mi ha accompagnata a casa e ora è qui, te la farò pagare.
Domani mattina vengo da te. Fai la brava💖

Inviai il messaggio.

Andai in bagno, presi la maglietta lunga di prima, mi struccai, lavai la faccia e i denti e ritornai nella stanza.

Trovai il ragazzo dai capelli blu steso sul mio letto a petto nudo, cavoletti... e ora?
Mi sono messa in un casino troppo grande.

"Non puoi tenerti la maglietta?"

"Lo so che non è facile resistermi ma con la camicia non è molto bello dormire"

"MHHHHHHH" Gli risposi io

"Puoi farmi spazio nel MIO letto per favore? È un letto matrimoniale e non so come ma lo stai occupando tutto" gli dissi innervosita, era sdraiato come fosse in spiaggia.
"Si ma non ti agitare bambolina, qui ci stai" mi indicò la parte del letto avanzata, lui si mise attaccato al muro lasciandomi l'altro spazio libero.
"Ma io voglio rimanere vicino al muro" lo guardai con uno sguardo da bambina.
"Ma la smetti di lamentarti? Toh, tutto tuo" Si spostò dall'altra parte, lasciandomi la parte vicino al muro.

Mi appoggiai al letto, porsi la faccia verso il muro, ma lui cercò di farmi girare dicendomi "Lo sai che è maleducazione rivolgere le spalle?", mi girai verso di lui, trovandomi a pochi centimetri dal suo viso.

"Voglio sapere il tuo nome" dissi sorridendo indicandolo con il dito indice.
"Sapessi io cosa vorrei, non si può avere tutto" disse malizioso.
Gli tirai una piccola botta sulla guancia
"Dai dimmelo"
"In cambio di cosa?"
"Fai le cose per avere qualcosa in cambio?" gli chiesi innervosita.
"Forse si"

Da permalosa che sono, mi girai dall'altra parte  rivolgendogli le spalle. 
So che questa tattica funziona, fare la permalosa risolve tutto, a volte.

Infatti...

Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò "Mi chiamo Andrea bambolina"

Riposi il mio sguardo su di lui e gli sorrisi, mi appoggiai sul cuscino e mi addormentai.

                                               "È tutta colpa della luna, quando si avvicina troppo alla terra, fa impazzire tutti"

— — — —
XOXO

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