Capitolo 3

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Il pomeriggio dopo all'università ho un mal di testa forte mentre la prof spiega gli strumenti concettuali e tecnici utilizzati nello studio della lingua e della letteratura e una vasta gamma di diversi approcci critici.
Jade, la mia compagna di banco sta parlando con una nostra collega seduta vicino lei, in quanto a me vorrei solo sbattere la testa contro il banco, non ho neppure preso il tè perché Justin mi ha bloccato davanti all'entrata appena sono entrata ed ero già in ritardo, quindi non potevo trattenermi più di tanto.

Guardo fuori dalla finestra, il tempo è perfettamente in linea con il mio umore, stamattina ero sempre qua a fare una lezione sulla critica cinematografica, non serve dire che stavo dormendo, e il prof se ne accorto e mi ha proposto di andare fuori un attimo a riprendermi.
Tutta colpa dell'anniversario di Dennis e Octavia.

Finita lezione decido di trattenermi all'università, Justin mi ha chiesto di aspettarlo, per poi andare a prenderci qualcosa al bar insieme.
Per cui sono seduta sulle scalette che aprono i portici all'interno del cortile, Justin dovrebbe finire lezione tra quindici minuti.
Alcune ragazze mi guardano ridendo e io le rispondo con un'occhiataccia molto minacciosa, oggi non è giornata lasciatemi stare.
Le guardo velocizzare il passo, superare la fontana al centro del cortile e andarsene.
Nel mentre se ne vanno mando un messaggio a Justin dove lo incito a muoversi, vorrei andarmene il prima possibile.
Perché ho accettato di aspettarlo? La vocina fastidiosa nella mia testa mi ilumina ricordandomi che lui l'ha fatto tantissime volte pur di non lasciarmi sola, ma comunque mi pento di avergli detto che lo aspettavo, sono stanchissima.

Ad un tratto sento delle mani arrivare sui miei occhi da dietro.
"Che cliché che sei Justin" affermo annoiata.
"Non ti è piaciuto?" mi chiede con ancora le sue mani sui miei occhi.
"Dico che è un pò banale" gli spiego.
"Anche questo?" mi chiede per poi darmi un bacio sul collo al che scatto in piedi.
"Ma sei scemo?!" sibilo toccando la mano sul punto dove mi ha baciato mentre lui mi guarda con un ghigno.
"Dovresti vederti, fai stra ridere" dice ridendo, scommetto che la mia faccia sia da prima pagina in una copertina di giornali scamdalistici.
"Ti amo anche se non mi ami lo sai" mi prende in giro e io gli faccio il broncio.
"Smettila di prenderti gioco di me Justin" borbotto indispettita.
"Ai suoi ordini altezza" dice facendomi un inchino al che alzo gli occhi al cielo.
Sempre il solito.
L'annoiato che di solito mostra alle persone è solo una facciata, mostra solo a poche persone questo suo lato, e questa è una delle cose che mi piace di lui.

Questa non è estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora