Capitolo 2

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Jade Williams

Erano le dieci di sera quando Elisabeth si è presentata davanti alla mia porta con due biglietti dell'aereo in mano, per Gibilterra.
Tutto è partito da quando ha scoperto dell'imminente trasferimento in casa sua di Benjamin, per cui ha pensato bene di organizzare un addio al nubilato.

Ha deciso bene di andare in campeggio nei pressi di una cascata, Sendero Rìo de la Miel.
Con noi c'è anche Kira, la sua amica d'infanzia, solo che non pensavo di essere l'unica che volesse un hotel invece di una tenda.

"Penso che il tuo stress abbia raggiunto limiti inauditi Eli" le dico mentre va avanti e indietro con il foglio delle istruzioni in mano, si vede che è stressata, sicuro il trasferimento del suo unico vero amore non aiuta, perchè lo sappiamo, le piace ancora.
"Siamo ancora in tempo per tornare indietro" aggiungo mentre guardo schifata l'erba con insetti e zanzare.
"Ma non eri tu quella spericolata" chiede Kira mentre cerca di montare la tenda.
"Appunto spericolata, mica scout!" specifico mentre inizio a salire sulle rocce che si ergono nell'acqua cristallina ai piedi della cascata.
"Secondo me ti divertirai" dice Kira.
"Secondo me mi divertivo in crociera, perchè no la crociera Elisabeth?" chiedo esasperata.
"Potete darmi tregua, sono venuta qui per questo!" spiega Ely con disapprovazione.

"Comincia a esserci troppa gente" dico a Elisabeth, mentre insieme guardiamo Kira che cerca inutilmente di montare la tenda, che idea del cavolo.
"Meglio, magari qualcuno ci spiegherà come montarla" dice stanca Eli.
"No, ho iniziato e voglio farcela da sola" si ribella Kira, che come suo solito vuole essere indipendente.
Oggi non avrei voluto essere qui, è appena una settimana che il mio matrimonio è andato in monte, dopo nemmeno un anno di fidanzamento, avrei voluto piangere, ma non potevo, per loro non potevo, dovevo essere forte, perchè è questo che volevano che facessi.

Dopo tre ore, Kira è riuscita, con un lieve aiuto di Elisabeth a montare sta benedetta tenda, e finalmente posso addormentarmi tra le braccia di morfeo.

Nei miei sogni un coniglio mi stava annusando in faccia, ma quando apro gli occhi scopro ben presto che si trattava di un lupo.
Lancio un urlo assurdo.
"Ma che ti sei fumata? Sono le due del pomeriggio, certa gente dorme!" sostiene Kira svegliandosi di botto, intanto arriva a salvarmi Elisabeth da fuori, appena tornata da una corsa.
"Oh un cane lupo" dice accucciandosi al lupo come fosse un cane.
"Allontanami quel coso feroce, me lo sono ritrovata in faccia!" spiego ansiosa.
"Ma che coso feroce, è un cane lupo super tranquillo, anzi sei tu ad averlo spaventato, cosa ti viene in mente di urlare?" mi rimprovera Eli.
"Mi ha aggredito" sostengo.
"Se certo, vado a prendermi un caffe, qualcuno dovrà pur avercelo no?" annuncia Kira uscendo traballante dalla tenda.
"Sun! Sun dove sei?" sento una voce di un uomo, vuoi vedere che Sun è il cane lupo in questione?
Esco fuori dalla tenda mentre Elisabeth entra, e vedo il proprietario del cane, visto che appena chiama per quarta volta il nome Sun, il cane lupo che era nella nostra tenda esce fuori e va verso l'uomo che lo sta chiamando.
Ha i capelli alla Di caprio biondo dorato, la mascella ben scuadrata con occhi grigi ipnotizzanti e resi misteriosi da degli occhiali.
Assumo uno sguardo battagliero e vado verso l'uomo vestito con la camicia nera e occhi di ghiaccio.
"Il tuo cane mi ha assalito" annuncio una volta davanti a lui.
"Piacere di conoscerti sai, io sono Reinmund, e non serve un genio per notare che non hai nemmeno un graffio" dice, ah, però più intelligente di quanto mi aspettassi.
Lo vedo guardarmi attentamente e mi vergogno un po' delle mie occhiaie lunghe chilometri e un aspetto da zombie.
In un gesto naturale Reinmund si allarga la camicia nera, mostrando bene il suo torace, addominali compresi.
Ricomponiti Jade!
"Vuoi rimanere ad ammirarmi oppure intendi farmi indovinare il tuo nome?" mi chiede dopo un po che continuo a guardarlo e non proferire parola.
"Jade" rispondo piatta e un po' imbarazzata.
"Che c'è?" mi chiede, stranito dal mio comportamento prima agguerrito e poi intimidito.
"Mi fanno male gli occhi" mento, cercando di fargli capire che non è lui a farmi questo effetto.
"Ah si, e quale?" chiede ironico, e mi metto a ridere alla sua frase, non perchè faccia ridere ma perchè sono al limite dall'imbarazzo sopportabile e ha bisogno di sdramattizzare.
Lui mi guarda le labbra, cosa che faccio anche io e la tensione si alza.
"Comunque ti consiglio di fissare i paletti della tenda, con una tempesta potrebbe volare via" dice spostando lo sguardo sulla tenda.
"Tempesta? Il meteo mette perennemente sole! Figurati, tempesta" dico, non volendo gli dare ascolto.
"Poi non dire che non ti avevo avvertito, comunque per scusarmi per il cane, ti andrebbe di uscire a pranzo?" mi propone.
"È un appuntamento?" chiedo fliltrante.
"Può darsi" dice con un sorrisino.
"E se ti dicessi di no?" lo provoco.
"Ti convincerei" mi risponde.
"E come?" Chiedo curiosa.
"Così" dice per poi baciarmi.

Questa non è estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora