Capitolo 9

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Il tempo passa tra altre urla e altre risate con Ginevra, dopo un po' ci raggiunge anche Lety, un'altra pazza, che io e Ginevra a confronto siamo briciole. Faccio da camera woman a tutte, e letteralmente amo vederle felici. Guardare Ange, loro, tutte felici, capire che questo essere umano non sta salvando solo me, ma anche loro. Sono seria quando dico che lui mi fa felice, ogni suo sguardo mi fa tornare il sorriso. Se ci penso ho le amicizie più belle grazie a lui, persone che sono sempre con me, e a prescindere dalla distanza, aiutano quando divento una 'paranoia vivente'. "Sono in astinenza da abbracci", dico, e giuro, nella mia vita non ho mai amato così tanto gli abbracci. Tra altri soffocamenti di risate e urli nelle orecchie di Ange, i miei schiacciano la mia felicità. "Stai andando? Di già?" ascolto prima di tuffarmi nelle sue braccia, e se scoppio a piangere è perché effettivamente non so quando ci rivedremo, e soprattutto, se ci rivedremo. "No, non piangere, ti prego" frase dopo un singhiozzo "piangiamo". Mi scollo dall'abbraccio per chiudermi con un riccio. Ho la testa già fuori da là dentro, la testa è tornata alla normalità, è tornata a casa, a piangere a testa in giù sul letto. Perché alla fine sapevo che così finiva. Perché tutto è bello se lui è con me? "Aspettate" dice ai miei, e aggiunge "comprensibile", sapevo che molto probabilmente avrei pianto ma non mi aspettavo di piangere, così, davanti a lui, risultando più bambina di quella che gia sono.

Non so se intendeva questo con "ti presto la mia spalla al romics se ne hai bisogno'', nel caso, io l'ho interpretata così. "Dai, ci vediamo presto, vieni ad ottobre? Se vieni a ottobre ci vediamo a ottobre" e no, non so nemmeno io quando ci rivediamo, ma ripeto, la domanda sarebbe se ci rivedremo. E nonostante il casino che c'è, ascolto una frase, che mi fa venire voglia di tirare uno schiaffo a mia mamma "vieni tu a Bari a trovarci, ti portiamo in giro per quella zona". E ringrazio Ange che se la ride, non c'è niente da ridere. "Lascia stare mia madre, è scema" unica frase che riesco a formulare dopo i lacrimoni.
"Non è scema, è simpatica" cerca di convincermi, convinto lui...convinti tutti. E vorrei che il tempo si fermasse, rivivrei il 6 aprile altre mille volte, e piangere, piangere fino alla disperazione.
E se lui è in grado di ammazzare tutti i demoni che ho nella testa, è perché è speciale, molto più di quello che mamma è papà pensano.

Non mi sono mai sentita a "casa", ne in un luogo, ne con una persona, lui non è una persona qualunque, lui è Ange, ed ho trovato "casa" dentro i suoi abbracci. La "casa" in tutti quei momenti in cui non mi sento abbastanza. Lui è le parole giuste al momento giusto, la felicità nei miei crolli. E se Giù è in piedi, sorride, scherza, è perché c'è qualcuno che le ricorda di non mollare, inconsapevolmente (o consapevolmente). Non pretendo che gli altri vedano ciò che fa per me, ma voglio che capiscano che non a caso vedono il mio sorriso, voglio che vedano che c'è qualcuno che si sta prendendo cura di me più di quanto starei facendo io. Mi sta insegnando più di quello che pensa, sto crescendo più di quello che credo.

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(Un pezzo di anima è in questo capitolo)

il diario di una Fanpage//Ange e GiùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora