Un nuovo alleato

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Se mai mi era capitato di sentirmi completamente bene armata e al sicuro, allora questa era stata una di quelle poche occasioni. Tutto ciò che potevo prendere lo avevo preso, inclusi quattro pugnali, quattro pistole, una trasmittente radio e un giubbotto anti-proiettile. Viva i numeri! Camminavo per il corridoio, attenta ad ogni minimo suono. Nel silenzio, il cuore sembrava fare l'acrobata del circo ad ogni mio passo, mentre riflettevo su quanto stava accadendo. Madonna, che avventura si estendeva all'orizzonte! La mia unica sicurezza era che i Glau-cosi non avevano catturato tutta la base. Magra consolazione! I due capi militari migliori erano stati catturati in meno di due secondi... e il tenente non rispondeva a nessuna delle mie chiamate. Bene, dopo il tenente... venivo io! A questo pensiero, giuro che il mio cuore aveva fatto una capriola all'indietro enorme. Non mi ero neanche accorta dei passi dietro di me! Voltandomi di scatto e con un movimento repentino, la mia mano aveva descritto un arco, disarmando... "Dottor Cooper! Che piacere rivederla. E non sa quale!", espressione stupita dell'interrogato: "Sergente Celsius, lietissimo di rivederla viva! O almeno credo". Il suo sguardo spaesato si era concentrato sullo spiazzo vuoto alle mie spalle, per poi posarsi di nuovo su di me:" Gli altri?", il mio ghigno da volpe:" Sono andati a sgranocchiare una pizza troppo piccola per tutti!". All'inizio il dottor Cooper non aveva capito, ma poi mi aveva passato un braccio intorno alle spalle e, con tono paterno, mi aveva detto:" Un vero peccato! Spero che riescano a digerirla. Sa com'è: i problemi di stomaco del generale Bephantenon...". So che di questa conversazione non avete capito un tubo, ma basterebbe leggere tra le righe: era in codice! Gli avevo spiegato che Jack e il colonnello erano stati catturati e lui mi aveva detto che sperava di ritrovarli sani e salvi, soprattutto il generale, che evidentemente aveva una brutta abitudine di prendere in giro gli avversari... Il motivo di tutta questa segretezza: un'ombra stava sgusciando alle nostre spalle, quasi invisibile a ridosso della parete. In men che non si dica, sempre con lo stesso linguaggio, io e il dottore avevamo messo su un piano per disarmare e catturare il nostro avversario. Dalla nostra conversazione si poteva dedurre che la nostra intelligenza era pari a zero! Certo, non è vero, comunque... Tre secondi esatti dopo, in due avevamo disarmato e buttato giù un Glaucosiano non troppo robusto. La frase che ne avevamo ricavato era stata questa:" Vi prego, non uccidete un povero giovane come me! Sono troppo scemo per morire in questo modo!", la mia faccia incredula, " Tu? Ma che ci fai qui?". Colpo di scena per cambiare, il mio amico che si era sparato da solo era adesso steso a terra, troppo scosso anche solo per dire una parola. Con il mio leggendario sorrisetto da furba, io gli avevo detto:" Non credo che ti ucciderò, piuttosto ti userò per un piano che ho iniziato ad elaborare in questo momento. E, credimi, piacerà un sacco anche a te..."

Orione (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora