Chi cazzo è quello con te?
Beatrice, dopo aver saputo di più sulla situazione, aveva insistito affinché Anna bloccasse il numero di Roberto e l'anziana infermiera aveva, alla fine, rimproverato la collega per non averlo fatto prima.
Anna si era giustificata dicendo che sebbene l'uomo fosse insistente, i suoi messaggi erano tutto sommato degli innocui complimenti; cercava di concentrarsi su quello anziché sul tempismo dei fiori che Bea aveva definito allarmante.
Diversa era l'opinione delle amiche di Anna avevano trovato la testardaggine dell'uomo divertente e anche un po' romantica. Teresa addirittura aveva detto che quell'uomo le faceva tenerezza, neanche fosse stato un un cucciolo in attesa di essere adottato.
"Poverino," aveva aggiunto qualche sera dopo mentre consumavano l'aperitivo "sperava proprio di riconquistarti con i fiori. Queste cose gli uomini non le fanno più una volta accasati."
Nessuna, però, delle presenti aveva mostrato preoccupazione per il fatto che l'uomo in qualche modo si fosse messo ad indagare sui turni di Anna, la quale adesso aveva cominciato a guardare l'allarmismo della collega sotto una luce diversa. Forse la preoccupazione di Beatrice era stata spropositata.
Ad ogni modo, per tutta la settimana, non ci fu alcun nuovo messaggio e, giunti a sabato, Anna pensava ormai che fosse tempo di aggiungere finalmente il nome di Roberto nella lista dei tipi strambi che aveva incontrato nel suo cammino da single.
Inoltre, quella sera aveva un altro appuntamento.
Da qualche mese, infatti, aveva preso l'abitudine a passare dal bar sotto casa sua mentre tornava dal turno di notte. Così ogni cinque giorni, alle otto e dieci, minuto più minuto meno, si sedeva al tavolino vicino alla vetrata e ordinava sempre la stessa cosa: brioche alla marmellata e cappuccino.
Il giovedì precedente, però, dopo l'ultimo turno di notte, quando si era recata in cassa aveva scoperto che qualcuno si era già occupato del suo conto. La giovane cameriera, quindi, le aveva indicato un uomo, che Anna notava per la prima volta, ma che, come poi avrebbe scoperto, lavorava nell'agenzia di assicurazioni che c'era a nemmeno cinquanta metri dal locale e perciò spesso si trovava lì per un caffè prima di entrare in ufficio.
L'uomo, che si chiamava Danilo, al contrario, l'aveva notata da subito e aveva usato lo stratagemma di pagarle colazione per attirare la sua attenzione.
Quel gesto aveva avuto successo e Anna aveva accettato l'invito dell'uomo a bere qualcosa assieme.
Era stata contenta di non dover correre il pericolo di rimanere intrappolata in un'altra cena, aveva l'impressione che bere una birra al pub avrebbe creato meno aspettative.
Mentre si recava all'appuntamento, Anna era di buon umore e aveva persino dimenticato i messaggi molesti di Roberto.
Per l'occasione aveva indossato un vestito corto, ma non scollato e sostituito le solite décolleté che metteva per le serate importanti, con un paio di stivaletti alla caviglia che però avevano qualche centimetro di tacco. Anna era alta appena un metro e sessanta e anche se l'uomo l'aveva vista sempre con addosso le solite Superga di tela, non voleva sfigurare. Per per lo stesso motivo si era strizzata la sua seconda in un wonder bra che aveva portato le tette all'altezza delle tonsille.
Arrivata al pub, non poté fare a meno di sorridere. Danilo indossava la camicia, così come due giorni prima, ma senza cravatta, con il colletto sbottonato e le maniche arrotolate fino al gomito, era tutta un'altra cosa.
L'uomo, conformemente al suo look più rilassato, si mostrò meno impacciato di come era stato due giorni prima. Accolse Anna con un sorriso caloroso e un piccolo abbraccio che non risultò per niente forzato.
Fin da subito, Danilo diede l'impressione di essere una persona genuina e alla mano. Non si diceva entusiasta del suo lavoro, ma nei weekend correva con la moto. Aveva partecipato e vinto qualche gara, addirittura.
Anna notò che non c'era nessun segno di boria nell'uomo mentre raccontava dei suoi successi, anzi non ebbe nemmeno paura di mostrarsi impacciato quando le confessò che aveva cambiato idea dieci volte almeno, prima di decidersi ad offrirle la colazione.
"Il fatto è che di solito non sono così avventato" ammise alzando le spalle.
A fine serata litigarono per il conto davanti alla cameriera, che seccata da quella scenetta, propose di sorteggiare con una moneta. Quella proposta svogliata venne accolta con entusiasmo e quando la moneta segnò testa dichiarando così Anna la destinataria del conto, Danilo non sembrava per nulla sentirsi svirilizzato dal farsi offrire da bere da una donna.
"Mi toccherà invitarti di nuovo, per ricambiare." disse semplicemente.
Anna accettò di farsi accompagnare all'auto e, una volta arrivati, l'uomo l'abbracciò di nuovo, solo che questa volta osò lasciarle un piccolo bacio a stampo sulle labbra. Poi, con la promessa di risentirsi presto, i due andarono ognuno per la propria strada.
Per tutto il tragitto verso casa, Anna, senza che se ne rendesse conto, sorrideva come una scema. Era stata una bella serata e non vedeva l'ora di raccontare a Teresa che bastava avere pazienza e dare alla vita una possibilità e che non era sempre necessario fare incetta di appuntamenti trovati online.
Paradossalmente, Anna si accorse di stare sorridendo solo quando lo schermo del cellulare si illuminò, perché a quel punto aveva smesso di farlo.
Il dispositivo, che la donna appena salita in auto aveva messo distrattamente sul supporto attaccato al bocchettone dell'aria, aveva rivelato la presenza di numerosi messaggi tutti mandati da un mittente sconosciuto.
Le belle sensazioni lasciate dalla serata appena trascorsa, furono spazzate via in un battito di ciglia; non ci voleva, infatti, molta fantasia per immaginare chi poteva essere l'autore di quei messaggi.
Anna accostò l'auto e afferrò il cellulare, che da inizio serata era stato messo in modalità silenziosa.
Chi cazzo è quello con te?, aveva scritto Roberto nel primo messaggio. A quello ne erano seguiti altri altrettanto aggressivi. L'uomo le aveva ordinato di rispondere e quando non aveva ottenuto nessuna risposta le aveva dato della stronza. Fu l'ultimo messaggio, però, a farle percorrere un brivido lungo la spina dorsale: Non osare bloccarmi di nuovo, intesi?.
Anna provò un improvvisa repulsione per il cellulare che teneva tra le mani e con un gesto di stizza, lo lanciò sul sedile del passeggero.
Roberto era più che insistente, era ossessivo e si era preso la briga di comprare un altro numero per contattarla di nuovo.
Anna pensò che in fondo, Bea non aveva esagerato, le sue ansie erano più che giustificate, e iniziò ad avere paura sul serio.
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Un tipo a modo
Kısa HikayeAnna ha ventotto anni e una vita amorosa deludente , perciò, sotto consiglio delle amiche, decide iniziare ad usare le app di incontri. Ma quando affidi il tuo cuore a un algoritmo, non sai mai chi ti troverai davanti...