Un profumo di caffè mi avvolse e mi costrinse ad aprire gli occhi. La casa era pressoché buia, tranne per la luce che filtrava dalla finestra della cucina aperta. Mi alzai e mi misi a sedere guardandomi intorno.
Ero in soggiorno. Mi alzai e andai in cucina trovando duccio a preparare la colazione.
"buongiorno" mi disse vedendomi entrare.
"ciao du" spiccicai "hai notizie?" chiesi speranzosa.
"no principessa, mi dispiace" mi guardò amareggiato. Iniziai a piangere in silenzio.
Si mosse verso di me circondandomi le spalle con le sue braccia. Nascosi la testa nell'incavo del suo collo lasciando carta bianca alle mie lacrime, le quali non smisero di scendere.
"vuoi andare da lui?" mi chiese non staccandosi dall'abbraccio.
"si pippi, per favore" alzai lo sguardo verso di lui. I nostri visi erano a pochi centimetri di distanza. Quelle iridi verdi mi fissavano e sembravano scavarmi nell'anima per capire esattamente cosa stessi pensando. Avevo quasi paura potesse scoprire quanto mi facesse bene la sua presenza. Abbassai lo sguardo ma duccio mi prese il viso tra le mani e mi asciugò le lacrime.
Mi sorrise dolcemente.
"mangia qualcosa, vestiti e ti accompagno" non smise di guardarmi negli occhi.
"va bene" sorrisi e rimasi imbambolata a guardarlo "grazie".
"non serve che mi ringrazi" sorrise e si girò prendendo la tazza di latte macchiato e porgendomela.
"è ancora la tua bevanda preferita?"
"si, te lo sei ricordato" sorrisi prendendo la tazza e mi sedetti al tavolo.
Lo vidi nascondere un sorriso. Finimmo di fare colazione e mi vestì rapidamente. Avevo bisogno di vedere andrea.Arrivammo in ospedale e raggiunsi la stanza 44. La porta era chiusa. L'aprì lentamente e lui era lì, nella stessa posizione in cui lo avevo lasciato la sera prima.
Feci un respiro profondo ed entrai.
"ti lascio sola" mi girai verso duccio e sorrisi in segno di ringraziamento.
Mi sedetti sulla sedia affianco al lettino e gli presi la mano.
"ciao fratellone. non preoccuparti, non sono stata da sola stanotte, duccio mi ha fatto compagnia" trattenni le lacrime "ma vorrei passare una serata con te sai? è tanto che non ci vediamo un film insieme mangiando pop corn" sorrisi tra me e me lasciando scendere una lacrima.
"andre, torna da me, per favore" gli baciai la mano e poggiai la mia testa sul lettino.
La porta si aprì rivelando le figure dei ragazzi.
"ti disturbiamo?" chiese dario.
"no ragazzi venite" mi asciugai le lacrime e mi alzai dalla sedia.
"starà bene tesoro" pietro mi abbracciò lasciandomi un bacio tra i capelli.
"lo spero, non posso pensare di vivere senza di lui" singhiozzai lasciandomi andare ad un altro pianto.Restai con i ragazzi in ospedale fino al termine dell'orario di visita e decidemmo di fermarci a mangiare al bunker prima di andare a casa. Fu una cena molto veloce, una semplice pasta al sugo. Mi scusai con i ragazzi ed uscì fuori a fumare.
Accesi la sigaretta e aspirai osservando il paesaggio. Avevo bisogno di riflettere sull'anno trascorso, su andrea e forse sulla sensazione che provavo ogni volta che incrociavo gli occhi di duccio, ogni volta che avvertivo la sua presenza.
Ma questo era l'ultimo dei miei pensieri, dovevo prima fare i conti con la situazione di mio fratello e con il mio passato.
"pensierosa?" mi chiese marco prendendo posto sull'erba vicino a me.
"lo sai che la mia testa non smette mai di funzionare" cercai di sorridere, anche se era uno dei sorrisi più falsi che potessi fare.
"cosa succede sere? lo so che non è solo per faster" mi squadrò, cercando di captare una reazione sul mio volto. Cercai di non far trapelare nulla.
"non posso obbligarti a parlare, ma tutto questo ti sta cambiando, non ti riconosco" si spostò mettendosi davanti a me e prendendomi le mani.
"sei la mia migliore amica, praticamente mia sorella, so quando ti sta succedendo qualcosa" disse serio "parla con qualcuno, che sia io o uno sconosciuto, ma parlane sere".
Lo guardai con gli occhi lucidi "ho bisogno di andre".
"vuoi raccontare tutto a lui anche se dorme?" annuì lentamente soffocando un singhiozzo "vieni qui" mi abbandonai tra le sue braccia sentendo poco dopo qualcuno tossire.
"sto interrompendo qualcosa?" chiese una voce alle mie spalle. Quella voce.
"no du, tranquillo" rispose marco al posto mio "stavo rientrando" si alzò e si girò verso di me "ricordati cosa ti ho detto" annuì e lo ringraziai."posso?" mi chiese duccio sedendosi al mio fianco. Feci segno di si con la testa e continuai a guardare dritto davanti a me.
"non volevo farlo, ma ho sentito la conversazione con caph" mi girai verso di lui, ma continuò a guardare avanti "non voglio intromettermi, ma qualsiasi cosa sia, se ti sta logorando, parlane. io non ho parlato per tanto tempo e porto questo peso ancora adesso" questa volta si voltò verso di me.
"non voglio che anche tu finisca così" il suo sguardo si posò dritto sui miei occhi.
"lo so du, hai ragione. devo solo trovare il coraggio di dirlo a qualcuno" distolsi lo sguardo, non riuscivo a mantenere il contatto visivo.
"tutti hanno cose da raccontare" non distolse lo sguardo da me "pure tu, come gli altri, devi pur farti male".
Quelle parole mi colpirono come un fulmine a ciel sereno, perché citare "cuori di rame"?
"cuori di rame, amo quella canzone, tu e pietro avete scritto un capolavoro" lo guardai, sembrava confuso.
"come la conosci?" mi chiese esterefatto.
"ammetto che settimana scorsa andrea ha lasciato il computer acceso e ho ascoltato la traccia che avevi mandato" sorrisi come una bambina che aveva appena combinato un casino.
Non riuscì a rimanere serio e si mise a ridere.
"non guardarmi così, principessa" mi accarezzò tra i capelli, incastrando i suoi occhi nei miei. E i miei nei suoi. Guardavo solo lui negli occhi. Lui e nessun altro.
"mi porti a casa?" furono le uniche parole che riuscì a pronunciare. Annuì e rientrammo a prendere le nostre cose.
Salutammo i ragazzi dandoci appuntamento in ospedale per la mattina seguente.Salimmo in macchina e andammo verso casa mia.
"se vuoi parlarne io ci sono" ruppe il silenzio non appena fermò l'auto sotto casa. Si girò verso di me con fare serio.
"grazie pippi" gli sorrisi sinceramente, posai una mano sulla sua spalla e mi sporsi per lasciargli un bacio sulla guancia.
"buonanotte, grazie per avermi accompagnata" stavo per scendere dall'auto quando duccio mi trattenne per un polso.
"sicura sia tutto ok? te la senti di stare sola stanotte?" tentennai nel rispondere. Volevo dirgli che si, ero sicura, ma non ci credevo nemmeno io.
"non voglio disturbarti ancora" mi lasciò andare il polso, si slacciò la cintura e scese dalla macchina aspettando che facessi lo stesso.
Scesi e lui chiuse prontamente l'auto, mi prese per mano avviandosi verso l'ingresso di casa.
Una volta saliti akhen ci accolse con le sue solite feste.
"ormai ti adora" gli dissi continuando ad accarezzare il cane.
Lo vidi sorridere e si girò verso di me.
"dormiamo?" annuì e andai a cambiarmi in camera mia, mentre lui si cambiò in camera di mio fratello.
Sentì bussare alla porta poco dopo.
"entra du" entrò e si sedette sul bordo del letto.
"tutto ok?" cacciai indietro le lacrime.
"ho paura di perderlo"
"lo so principessa, ma devi essere forte per lui"
Aveva ragione.
"lo so, ma è difficile" sospirai stanca.
"ci lavoreremo insieme, ora devi dormire" mi lasciò un bacio tra i capelli per poi alzarsi dal bordo del letto.
"buonanotte principessa"
"buonanotte pippi" lo guardai uscire e andare verso camera di andrea.
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Dammi un po' di te | Piccolo
Fanfic"farsi male a noi va bene" dissi. "cosa?" non capiva. "potrebbe essere il titolo perfetto per parlare di ciò che siamo stati" questa volta fui io a lasciar cadere una lacrima. "saremo di meglio principessa, te lo prometto".