Quella mattina mi svegliai particolarmente energica. Mi alzai dal letto e aprì la finestra per far sì che l'aria fresca entrasse nella stanza.
Andai a svegliare andrea, controllandogli le ferite ed assicurandomi di medicarle nel modo corretto.
"come ti senti oggi?" gli chiesi finendo di fasciargli la gamba.
"sto meglio, mi sento davvero bene" sorrise "non ho nemmeno male al petto come le altre volte".
Tirai un sospiro di sollievo.
"sono contenta fratellone" gli lasciai un bacio sulla fronte.
"oggi vengono i ragazzi".
"mh mh" risposi mettendo in ordine tutto quello che avevo usato per medicarlo.
"sere" mi richiamò "vengono i ragazzi, tutti quanti".
Guardai altrove per non fargli vedere quel velo di tristezza che mi attraversava gli occhi.
"da quanto non vi sentite?" mi chiese.
"da quando sei tornato a casa".
Una settimana. Una settimana di silenzio. Forse avevo sbagliato io, forse dovevamo parlare subito. Invece ho lasciato correre.
"è tutto così complicato andre".
"dimmi tutto quello che pensi".
Mi sedetti a gambe incrociate sul lato del letto libero.
"tu lo sai cosa ho sempre provato per duccio. è uno di quegli amori indescrivibili, che ti fanno provare mille emozioni positive insieme" sospirai "è quell'amore che ti fa venire voglia di lottare, di provarci, di andare avanti solo ed unicamente con quella persona, perché quella persona è l'unica che ti legge dentro, che ti capisce anche quando non parli".
"tu lo ami" concluse lui per me, dando voce a ciò che ho sempre pensato da quando sono tornata.
"io l'ho sempre amato e in cuor mio lo farò fino alla morte" mi girai verso di lui "non so cosa fare andre".
"perché? a me sembra che hai le idee molto chiare su cosa provi per lui" fece spallucce.
"si è vero, ma ho paura di stare male, di nuovo".
Lo vidi annuire per poi rispondermi.
"quando sei partita ho parlato con lui. Era a pezzi, totalmente. Talmente tanto a pezzi che ti ha scritto una canzone che non ha mai voluto pubblicare ma che, molto probabilmente, canteremo live come inedito" mi girai di scatto verso di lui.
"voglio sentirla" scosse la testa.
"no, sarà lui a fartela sentire se vorrà, ma il punto non è questo. sai che ti difenderei sempre, ma mi sento di difendere anche duccio, in minima parte. Ha sbagliato a dirti quelle cose, ma pensa venire a sapere all'ultimo che la tua ragazza parte per un anno, addirittura in un altro continente".
Aveva ragione. Lui aveva reagito dicendomi le prime cose che gli passarono per la testa, ma io lo stavo 'abbandonando' da un giorno all'altro."stai scherzando spero" scossi la testa incredula.
"no pippi, parto. mi hanno accettata per l'erasmus"
"da quanto lo sapevi?"
"6 mesi" abbassai la testa.
"non voglio più vederti, rimani in america piuttosto"
"du ti pre-"
"no, ti prego un cazzo. non puoi venire qua e buttare via due anni di relazione all'ultimo minuto" sbraitò "se me lo avessi detto prima avremmo sicuramente trovato una soluzione per affrontare questo anno, invece hai fatto l'egoista come tuo solito""ho bisogno di parlargli" sussurrai.
"sta arrivando" mi sorrise mio fratello.
Annuì e mi diressi in camera mia per cambiarmi decidendo di indossare dei semplici jeans e un top rosso.
Qualche minuto dopo il campanello suonò e andai ad aprire.
"ciao ragazzi" sorrisi invitandoli ad entrare.
"ciao piccola locci" risposero all'unisono, tranne duccio.
"ciao" mi disse solamente.
Gli sorrisi per poi rivolgermi agli altri "andrea è in camera sua" mi abbracciarono e corsero dal loro amico.
"tu non vai?" dissi a duccio che nel frattempo si era appoggiato allo stipite della porta.
"mi accompagni sul terrazzo?" mi disse, ignorando completamente la mia domanda.
"si, andiamo" dissi titubante.
Una volta fuori mi sedetti sul cornicione con le gambe che penzolavano verso l'interno del terrazzo e lui si posizionò al mio fianco guardando il paesaggio.
"pippi" lo chiamai. Si girò e mi guardò.
"ho bisogno di parlarti".
Mi fece cenno di continuare.
"siamo stati male entrambi, ci siamo fatti del male, ma nonostante tutto, non riesco a starti lontana" si mosse nella mia direzione posizionandosi tra le mie gambe.
"abbiamo passato un periodo difficile quando sono partita, e mi dispiace non avertelo detto per tempo ma l'idea di perderti mi distruggeva" mi accarezzava le cosce non distogliendo lo sguardo dal mio "per tutto l'anno ho pensato a te, volevo solo tornare e vederti, nonostante sentissi di averti perso davvero. ti sto facendo tutto questo discorso per dirti che ho paura di quello che potrebbe succedere" presi un respiro profondo e lo guardai negli occhi "ma provo ancora dei sentimenti troppo forti per te pippi, e non penso che smetterò mai di farlo".
Non disse niente, mi prese il viso tra le mani e mi baciò. Fu un bacio lento, pieno di desiderio e di bisogno di ritrovarsi.
Assecondai i suoi movimenti e cinsi il suo collo con le braccia. Gli accarezzai quella chioma rossa che tanto amavo e che tanto lo caratterizzava.
Si staccò pian piano dalle mie labbra e mi guardò negli occhi.
"ho sbagliato a reagire in quel modo un anno fa, a dirti tutte quelle cattiverie. ho sbagliato a sparire questa settimana. ho sbagliato a lasciarti partire in quelle condizioni, con noi sospesi nel vuoto" era serio, forse non lo avevo mai visto così serio "ho forse sbagliato a starti così tanto attaccata da quando sei tornata, ma mi sono reso conto di cosa avevo perso e mi sono ripromesso di non perderti più" mi sorrise spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"ormai siamo mani strette" concluse facendomi scendere dal cornicione e abbracciandomi stretta.
"pippi" dissi tra le sue braccia "guardami" alzò lo sguardo nella mia direzione "non vado da nessuna parte se non sono con te" un sorriso sincero si formò sul suo volto e di conseguenza sul mio.
"voglio rirpovarci davvero con te, voglio tornare ad essere ciò che eravamo un anno fa" mi alzai sulle punte e lo baciai.
"anche io du, voglio tornare ad essere felice con te" dissi a un soffio dalle sue labbra.
"così sia allora" disse non smettendo di sorridere. Nessuno dei due riusciva a smettere di sorridere. Forse stavamo ritrovando l'amore, forse stavamo ritrovando quel "noi" di cui avevamo bisogno.Passammo il pomeriggio tutti insieme. Andrea era riuscito ad alzarsi dal letto da solo e camminare con le stampelle fino al soggiorno. Non staccai gli occhi da duccio nemmeno per un secondo. Dovevo realizzare di aver ritrovato quella parte di me che tanto mi mancava.
Uscì a fumare e poco dopo mi raggiunse marco.
"ciao piccola locci" mi scompigliò i capelli accendendosi una sigaretta a sua volta.
"vittiglio, quale onore" risi prendendolo in giro.
"andrò dritto al punto" mi guardò con fare malizioso "cosa succede tra te e caponi?".
"perché stiamo usando i cognomi adesso?" risi per poi rispondergli seriamente "ci stiamo riprovando, abbiamo parlato prima e gli ho confessato tutto quello che mi passava per la testa" annuì ascoltandomi "nonostante la paura di farci ancora del male abbiamo deciso di riprovarci e vedere come va" sorrisi tra me e me aspirando del fumo.
"ma non dirlo ad andre, ancora non lo sa" lo avvertì. Ci tenevo davvero a farlo sapere a mio fratello non appena sarei stata sicura di tutto ciò.
"terrò la bocca chiusa, al momento ti dico che sono felice per voi" mi abbracciò "meritate di ricucire ciò che avete lasciato si disfasse".Una volta rientrati non badammo più a discorsi seri o attimi di tristezza, ma ci divertimmo proprio come una volta: gelato, pizza, film e giochi da tavolo.
A serata finita accompagnai andrea in camera e lo aiutai a stendersi.
"mi raccomando, se hai bisogn-" mi interruppe continuando la frase "si si ti chiamo stai tranquilla" rise prendendomi in giro.
"buonanotte fratellone" dissi ridendo e gli lasciai un bacio sulla fronte.
"buonanotte infermiera" disse col sorriso prima di girarsi dall'altro lato e addormentarsi.
Uscì dalla stanza tornando in soggiorno per sistemare.
I ragazzi se ne erano appena andati, tranne duccio, che aveva deciso di aiutarmi.
"questo dove lo metto?" mi chiese mostrandomi la scatola di 'cluedo'.
"nel mobile in basso a destra grazie" gli indicai il mobile e pian piano finimmo di riordinare tutto.
"meglio se vado, sto morendo di sonno" disse afferrando le sue cose.
"buonanotte allora" dissi avvicinandomi a lui.
"buonanotte" disse tirandomi delicatamente per i fianchi e baciandomi. Ci staccamo sorridendo per poi dividerci con la promessa di sentirci la mattina seguente.
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Dammi un po' di te | Piccolo
Fanfiction"farsi male a noi va bene" dissi. "cosa?" non capiva. "potrebbe essere il titolo perfetto per parlare di ciò che siamo stati" questa volta fui io a lasciar cadere una lacrima. "saremo di meglio principessa, te lo prometto".