farsi male a noi va bene

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Mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte. La sveglia segnava le 4 in punto. Ero disorientata e spaventata. Lo avevo sognato. Di nuovo. Mi tormentava quasi tutte le notti.
Provai a riaddormentarmi ma con scarsi risultati e stetti lì nel letto a pensare. Dovevo parlarne con qualcuno ma avevo paura di rivivere quella notte.
Mi alzai e uscì dalla mia stanza soffermandomi davanti a quella di andre dove, al momento, stava riposando duccio. Ero indecisa se entrare e cercare conforto in lui per provare a riaddormentarmi.
Anni fa sarei uscita a farmi una passeggiata, ma dopo ciò che era accaduto mi spaventava l'idea di trovarmi da sola in un posto isolato, di notte.
Aprì lentamente la porta della camera vedendo poi duccio dormire beatamente.
Mi infilai sotto le coperte facendo attenzione a non svegliarlo, sarebbe stato impossibile spiegargli cosa ci facevo li, ma poco mi importava. Avevo bisogno di riaddormentarmi.
Mi rannicchiai in un angolino per non disturbarlo e mi girai dandogli le spalle. Sentendo il suo respiro regolare presente nella stanza riuscì a rilassarmi.
Quando stavo per riaddormentarmi una mano mi attirò verso di lui facendo aderire la mia schiena al suo petto.
"Buonanotte principessa" sussurrò tenendomi stretta a lui.
"Buonanotte pippi" sorrisi, anche se lui non poteva vederlo.

Mi svegliai qualche ora dopo. Al mio risveglio mi trovai con la testa appoggiata al petto di duccio, segno che ci eravamo mossi durante la notte.
"Buongiorno" alzai lo sguardo verso di lui trovandolo sveglio.
"ciao pippi" divenne leggermente rosso in viso.
"che c'è?" lo guardai ridendo.
"niente" fece spallucce "mi piace quel soprannome".
Mi sedetti sul letto con le gambe incrociate.
"ha chiamato l'ospedale" mi girai di scatto verso di lui "l'operazione è effettivamente riuscita, andrea non ha avuto complicazioni" tirai un sospiro di sollievo e mi presi la testa tra le mani "ma dorme ancora, principessa" mi appoggiò una mano sulla schiena "mi dispiace".
Mi girai verso di lui "andiamo" fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Mi alzai dal letto seguita da duccio che mi trattenne "non possiamo" lo guardai confusa.
"cosa vuol dire "non possiamo"? io devo vedere mio fratello" gli urlai contro senza pensarci.
"devono fargli degli esami".
Non potevo aspettare, non potevo stare senza andrea.
"lo so che ti fa male" proseguì duccio "ma oggi le visite sono annullate" mi attirò verso di lui cingendomi i fianchi con le mani "ti prometto che domani alle 8 del mattino saremo da lui" mi guardò negli occhi "va bene?".
Annuì e abbassai lo sguardo sulle sue mani ancora sui miei fianchi.

'Se solo potessi ancora parlarti, ti parlerei di lui, R' pensai tra me e me.

"è tutto ok?" mi chiese vedendomi pensierosa.
"si scusami, non volevo urlarti contro, non è colpa tua" questa volta mi prese il viso tra le mani accarezzandomi le guance.
"lo so principessa, tranquilla" proseguì "è una situazione delicata, lo so che non ce l'avevi con me" si sedette di nuovo sul letto facendomi segno di prendere posto accanto a lui.
"come stai?" quella domanda era l'unica alla quale non sapevo come rispondere.
"indubbiamente male per andrea" "e per il resto?"
scossi la testa.
"non lo so du" appoggiai la testa sulla sua spalla sentendolo poi accarezzarmi i capelli.
"cosa succede? cos'è successo in america?" una fitta improvvisa si impossessò di me. Ripensai al sogno della notte prima e ricordai tutto nei minimi dettagli.
La corsa. La caduta. Gli spari. La chiesa.

Presi coraggio e iniziai a parlare.
"Era una sera di marzo, mancavano 6 mesi al mio ritorno. Ero in centro città con Rachel, una ragazza del mio corso di storia. Avevamo legato tantissimo, la consideravo una sorella ormai. Stavamo camminando fino a quando quattro uomini incapucciati hanno iniziato a seguirci. Rachel mi prese per mano e iniziammo a correre il più veloci possibile, loro fecero lo stesso.
Arrivate nei pressi di una chiesa Rachel inciampò e loro le spararono alla testa senza pietà, per poi fuggire" singhiozzai "l'ho lasciata morire, potevo essere più reattiva e tirarla su. Invece la guardai cadere e morire".
Duccio prese le mie gambe e se le mise sulle ginocchia tenendomi stretta a lui.
"sh, calmati ora" era scosso, lo percepivo dalla sua voce.
"non è stata colpa tua, probabilmente frequentava un brutto giro, ma non darti la colpa per una cosa che non hai potuto prevedere".
Lo guardai negli occhi.
"vorrei che lei fosse qui, vi avrebbe adorati, e voi avreste adorato lei" sorrisi tra le lacrime.
"stanotte sono venuta qui perché ho sognato quegli uomini e il suo corpo inerme" mi asciugò le lacrime e io continuai a guardarlo negli occhi.
"perché non mi hai svegliato?" mi chiese.
'perché mi basta la tua presenza' pensai.
"non volevo disturbarti" dissi.
"non lo avresti fatto e lo sai" sussurrò alternando lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra.
Sentì il battito accelerare.
"come potevo saperlo?" sussurrai a mia volta.
Si avvicinò lentamente tenendo una mano tra il mio viso e il collo, mentre l'altra sulla mia gamba.
"lo sai perché con quegli occhi mi leggi dentro".
"come se tu non lo facessi a tua volta" sorrisi guardando le sue labbra.
"so che è facile dirlo da esterno alla situazione, non ho vissuto quello che hai vissuto tu ma" prese fiato e continuò "cambierai e cambierà il mondo nello stesso momento".
Lo guardai confusa.
"Prima o poi cambierai, ti renderai conto di non avere colpe, e prima o poi cambierà anche il mondo".
Sorrisi e annuì cacciando indietro le lacrime.
"a te cosa succede invece?" si staccò dalla posizione in cui eravamo rimasti e mi guardò stranito.
"avevi detto che ti eri tenuto dentro qualcosa per tanto tempo" avevo bisogno di sapere. Volevo aiutarlo come lui stava facendo con me.
"non è niente" mi liquidò così e spostò le mie gambe dalle sue alzandosi. Si fermò davanti alla finestra guardando fuori.
"voglio starti accanto, voglio aiutarti du" lo raggiunsi toccandogli il braccio per farlo voltare.
Non si voltò, ma allungò la sua mano verso la mia facendole intrecciare.
"lo fai già". Non capivo. Io non stavo facendo nulla.
"non sto facendo nulla" questa volta si voltò verso di me intrecciando entrambe le mani alle mie.
"lo fai invece" mi guardò sorridendo e mi sentì le gambe cedere.
Si allontanò leggermente da me prima di sospirare e, tirandomi verso di lui, lasciò che le nostre labbra si unissero per la prima volta dopo tanto tempo.
Gli misi le braccia intorno al collo e ricambiai quel bacio di cui avevo intensamente bisogno. Indietreggiammo fino a che mi trovai con le spalle al muro.
"pippi" sospirai tra un bacio e l'altro.
"non ce la facevo più sere. mi mancavi, ho sbagliato tutto quando sei partita" stava piangendo.
Gli asciugai le lacrime "ne parleremo con calma du, stai tranquillo. Adesso sono qui" sorrisi e mi misi in punta di piedi lasciandogli un bacio a stampo.
"mi sei mancato anche tu" sorrisi.
"ho bisogno di rimediare alle stronzate che ho fatto, al male che ti ho fatto" era serio.
Abbassai lo sguardo "me ne hai fatto, ma ora stai già rimediando senza nemmeno rendertene conto. Questo non vuol dire che sia tutto a posto" tentennai e poi proseguì "sai però cosa ho sempre provato per te du".
Mi staccai e iniziai a camminare per la stanza.
"farò qualsiasi cosa per farmi perdonare" abbassò lo sguardo asciugandosi il volto.
Lo abbracciai e lasciai che si sfogasse con me.
"farsi male a noi va bene" dissi.
"cosa?" non capiva.
"potrebbe essere il titolo perfetto per parlare di ciò che siamo stati" questa volta fui io a lasciar cadere una lacrima.
"saremo di meglio principessa, te lo prometto".
Mi lasciò un altro bacio sulle labbra.
Sospirai volendo credere alle sue parole.

Mi rincorreva ridendo e sperando di prendermi per farmi cadere nel prato. Ci riuscì.
"presa" gridò finendo sopra di me e lasciandomi tanti baci sul viso. Ridevo. Ridevo davvero. Ero felice.
"pippi" urlai tra le risate. Si fermò e mi guardò. "ti amo pippi" sorrise sinceramente prima di continuare.
"ti amo principessa".

Scacciai i ricordi e mi sedetti sul letto.
"recuperiamo ancora qualche ora di sonno?" chiesi. Duccio annuì, chiuse la finestra e si sdraiò accanto a me.
"svegliami se succede di nuovo" si girò verso di me.
"va bene" mi girai verso di lui e mi tirò a se avvolgendomi con le sue braccia.

Dammi un po' di te | PiccoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora