Sono passate tre settimane dall'incidente. Tre settimane da quando una parte di me si è spenta temporaneamente. L'altra parte lotta per credere nel risveglio di mio fratello.
In questo lasso di tempo i ragazzi e huda hanno cercato di starmi accanto il più possibile, soprattutto duccio. Aveva passamo tutte le sere a casa mia, si era praticamente trasferito. Non ci eravamo più baciati, ma lui si comportava come il ragazzo perfetto: mi preparava la colazione, si preoccupava per me e quando mi addormentavo su di lui stava immobile per non svegliarmi, stava fermo ad accarezzarmi.
Ero così confusa. Pensavo a tutto ciò che eravamo stati prima che io partissi, a quell'amore vero che avevo provato per la prima volta.Cercavo mio fratello ma non lo trovavo da nessuna parte.
"Andr-" mi zittì quando senti delle voci provenire dalla sua camera.
"lo so che ti potrà dare fastidio" duccio. Cosa stava facendo?
"ma andre, io sono serio quando dico che sono innamorato di serena" non potevo crederci. Non pensavo che avrei mai sentito quelle parole. Il mio cuore prese a battere all'impazzata.
"du, non sono mai stato tanto d'accordo col fatto che mia sorella potesse uscire con i miei migliori amici" sospirai capendo che per me e duccio non ci sarebbe stata speranza.
"ma non potrei volere accanto a lei una persona che non sia tu. Vedo come vi guardate, sembrate completarvi".
Mi lasciai scappare un singhiozzo e loro si ammutolirono.
Vidi duccio aprire la porta e sorridermi "perché piangi, principessa?" mi asciugai le lacrime e lo abbracciai forte sussurrando "anche io sono innamorata di te".
Mi guardò con gli occhi lucidi e mi lasciò un dolce bacio sulla fronte.
"Grazie per aver capito fratellone" corsi da andre stringendolo forte a me "ti voglio bene". Mi allontanai di poco guardandoli "i miei uomini" e scoppiai a ridere.Uscì sul terrazzo e mi accesi una sigaretta. Il vento tirava forte e mi scompigliava i capelli.
Mi appoggiai con i gomiti al cornicione e guardai il cielo.
Una felpa si posò sulle mie spalle.
"Se non ti copri ti ammali, principessa" si mise accanto a me osservandomi.
Abbassai lo sguardo e sorrisi "grazie".
"vuoi andare a trovarlo?" spensi la sigaretta e mi voltai verso di lui.
"e se non si sveglia?" chiesi con la voce rotta dal pianto.
Si avvicinò a me fino ad arrivare ad un palmo dal mio viso "e se invece fosse già successo?".
Sbarrai gli occhi. Lui sorrise ed io mi lasciai investire da una sensazione di leggerezza. Lo tirai verso di me e lo abbracciai forte, arrivando ad allacciare le mie gambe ai suoi fianchi.
"non è vero du, cosa stai dicendo?" lo sentì ridere e stringermi a lui.
"mi ha chiamato marco, è andato a trovarlo e lui si era appena svegliato, chiedeva di te e abbiamo voluto farti una sorpresa".
mi fece scendere da lui e mi guardò intensamente negli occhi.
"andiamo, principessa" lo guardai e senza pensarci misi le mani sul suo viso, lo tirai verso di me e lo baciai.
Ricambiò stringendomi i fianchi e tenendomi il più possibile avvinghiata a lui.
Mi staccai per riprendere fiato e rimanemmo con le fronti appoggiate.
"dammene un altro" sembrava quasi pregarmi.
Sospirai contro le sue labbra e lo baciai nuovamente lasciando che le nostre bocche schioccassero.
"andiamo" gli dissi sorridendo sulle sue labbra.Una volta raggiunto l'ospedale corsi in camera di andre, non curandomi dei ragazzi che mi aspettavano in corridoio.
Spalancai la porta e lo vidi. Girò la testa verso di me sorridendomi. Era vivo, era lì.
"ciao sorellina" allargò le braccia e mi ci fiondai dentro.
"mi sei mancato tantissimo fratellone" restai attaccata a lui per un tempo indecifrabile.
"come le hai passate queste settimane? Non sei stata sola vero?" scossi la testa.
"i ragazzi mi hanno sempre cercata e fatta distrarre" mi spostai sedendomi comoda sul letino "duccio è stato quello più presente".
Si girò di scatto verso di me "ma voi.." scossi nuovamente la testa.
"non siamo tornati insieme"
"tu provi qualcosa, te lo si legge in faccia"
"non è ancora il momento, devo fare i conti con quanto successo prima che andassi in america"
annuì e mi strinse a se.
"l'importante è che tu stia bene adesso, fratellone" mi lasciò un bacio tra i capelli accarezzandomi la schiena.
"non preoccuparti, stasera torno a casa".
Stetti fino alla fine dell'orario di visita con mio fratello, dopodiché i medici dissero che potevo ripassare alle 18 per riportarlo finalmente a casa.
"ci vediamo stasera piccola peste, non fare danni" risi abbracciandolo e lasciandogli un bacio sulla tempia.
"ti voglio bene andre" mi sorrise "anche io sorellina".Uscì dalla stanza dopo che anche i ragazzi lo ebbero salutato.
"ho voglia di gelato" disse huda. Ci guardammo tutti increduli e scoppiammo a ridere.
"si lo so che non è una frase appropriata da dire in questi luoghi, ma mi va" ridemmo e decidemmo di andare a casa mia dopo conservavo una scorta di gelato del freezer.
Ci sedemmo sul divano a mangiare e, nonostante non dovessi più preoccuparmi di niente dal momento in cui mio fratello stava bene, mi persi nei miei pensieri.
Gli altri si divertivano, marco e pietro stavano inscenando una finta litigata su un tamponamento e duccio era l'assistente del comune.
Eppure non smettevo di pensare proprio a duccio, a queste settimane passate assieme. Avevo bisogno di capire cosa eravamo, o cosa stavamo diventando.
"esco a fumare" dissi cercando di mostrarmi il più tranquilla possibile.
Ma forse qualcuno se n'era accorto e mi seguì.
"è inutile che menti" mi sussurrò all'orecchio "io so chi sei".
Mi girai verso di lui con la sigaretta tra le labbra.
"sto bene du, andre sta bene" feci spallucce fingendo di non curarmi di quegli occhi che ancora una volta mi avevano smascherata.
"parlami sere" "lo faccio anche senza aprir bocca a quanto pare" risi aspirando e buttando fuori il fumo.
"avevi dubbi? sere sono stato e sono innamorato di te. è ovvio che riesca a capirti pure se stai in silenzio, anche se eviti il mio sguardo" si avvicinò a me "lo eviti perché io, come te, so leggere i tuoi occhi, conosco ogni tua piccola sfumatura" mi mise le mani sui fianchi.
"vorrei fare un tuffo nei tuoi occhi, sere" non riuscivo a resistere, la testa diceva di dimostrarmi forte e allontanarmi.
"io sulle tue labbra" mi lasciai sfuggire in un sussurro prima di sentire la presa sui miei fianchi farsi più forte.
Il battito accelerava così come i nostri respiri.
"baciami pippi" dissi a un passo dalle sue labbra.
Non se lo fece ripetere due volte. Non curandoci che qualcuno ci potesse vedere mi lasciai trasportare da quel bacio intenso.
Allacciai le mie braccia al suo collo e mi feci più vicina a lui. Ci staccammo qualche secondo per riprendere fiato, ma non appena ci guardammo negli occhi ricominciammo.
"mh" lo sentì ansimare.
"cosa c'è?" mi morse leggermente il labbro e sorrise.
"mi mancava tutto questo, mi mancavi tu".
Ci staccammo di colpo sentendo la porta finestra aprirsi.
"ragazzi dobbiamo andare a prendere faster" disse jackson.
"arriviamo subito" urlai di rimando iniziando a camminare nella sua direzione.
Duccio mi prese per un polso facendomi voltare verso di lui.
"sere" pronunciò sulle mie labbra lasciandomi un bacio a stampo "mi manchi davvero, mi manca ciò che eravamo. mi manca sentirti, mi manca toccarti, mi manca ridere davvero".
Lo guardai chiedendomi se fosse la stessa persona che avevo lasciato un anno fa.
"ti amo ancora e penso che non smetterò mai di farlo, comunque vada" concluse guardando i miei occhi lucidi tanto quanto i suoi.
"oh pippi" mi fiondai sulle sue labbra un'ultima volta.
"ne riparleremo con più calma" annuì lui. Ci rimase male, lo capivo, avrebbe voluto ricevere una risposta in quel momento. Ma io non sapevo cosa fare, cosa pensare. Dovevo confrontarmi con qualcuno e sapevo benissimo con chi.Andammo a prendere andrea e non ci rivolgemmo la parola per tutta la sera. Lo vedevo distante, nonostante mi cercasse costantemente con lo sguardo. Ogni volta che incrociavo i suoi occhi sentivo il bisogno di averlo accanto, di stargli accanto.
Respirai profondamente e, non volendo rovinare la tranquillità della serata, preferì godermi la ritrovata presenza di tutto il gruppo, compreso andrea.
STAI LEGGENDO
Dammi un po' di te | Piccolo
Fanfiction"farsi male a noi va bene" dissi. "cosa?" non capiva. "potrebbe essere il titolo perfetto per parlare di ciò che siamo stati" questa volta fui io a lasciar cadere una lacrima. "saremo di meglio principessa, te lo prometto".