girasole

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Quella mattina mi svegliai presto per andare in università. Dovevo svolgere l'esame di microeconomia e caph sarebbe venuto per stare con andrea, in modo tale da non lasciarlo da solo in caso di necessità.
Non appena mi sentì pronta mentalmente uscì dalle coperte e presi il telefono.

pippi☆
buongiorno principessa, buona fortuna per l'esame.

Se lo era ricordato. Sorrisi e gli risposi con un 'grazie' e un cuore.
Mi preparai con calma e usai il tempo avanzato per ripetere qualche nozione.
Una volta arrivato caph salutai andrea e corsi a prendere il treno per andare in università. Una volta arrivata mi sedetti in caffetteria e rimasi lì a ripassare ancora un'ora, prima di dirigermi in Aula 5 per svolgere questo benedetto esame che mi stava logorando.

Mi sedetti a metà dell'aula e il professore consegnò noi il foglio con le domande. Otto domande aperte e un caso da risolvere, posso farcela. Decisi di utilizzare tutto il tempo a mia disposizione, in modo da poter ricontrollare tranquillamente tutto.

duccio's pov
Volevo sorprenderla, volevo farla sentire speciale. Per questo avevo organizzato nei dettagli la giornata perfetta, mancava solo una cosa. Presi il telefono, digitai velocemente il nome di marco e lo chiamai.
"pronto?" rispose dall'altro lato del telefono.
"oi ma, senti non posso chiedere a faster perché ancora non sa di me e sere" dissi a bassa voce, come se realmente andre potesse sentirmi "ma tu sai a che ora finisce l'esame? le sto preparando una sorpresa".
Lo sentì ridere "che cazzo ridi?" risi a mia volta.
"che carino caponi, comunque finisce alle 12, sorprendila".
"lo farò, grazie" attaccai e mi misi in macchina verso firenze.
Lasciai tutto in macchina e mi diressi all'ingresso dell'Università aspettandola.
Ero nervoso, nonostante fosse stata lei a dirmi per prima a parole di volerci riprovare. Avevo la costante paura di sbagliare, paura di non essere abbastanza. Volevo darle il mondo, volevo essere migliore di quello che ero stato un anno prima. Volevo ricominciare con lei.
Il cuore mi batteva veloce nel petto come se fosse il nostro primo appuntamento. Potevo considerarlo tale? Alla fine dei conti era la prima volta dopo un anno che ci ritrovavamo completamente da soli.
A distrarmi dai miei pensieri fu proprio lei che uscì dall'ingresso principale, ma non mi vide e si mise ad aspettare l'autobus che, con tutta probabilità, l'avrebbe portata in stazione.
Sorrisi e la guardai "pensi di ignorarmi ancora per molto?" si girò di scatto e spalancò la bocca sorridendo.
"pippi" mi abbracciò e io, di rimando, la strinsi forte a me.
"ciao principessa, com'è andato l'esame?" ci staccammo ma mantenni le mani sui suoi fianchi.
"penso bene, il risultato uscirà settimana prossima, ma sono molto fiduciosa" mi sorrise "che ci fai qui?".
"sorpresa" risi "volevo farti passare una giornata un po diversa, andrea pensa che tu sia con huda".
La vidi ridere a quella piccola bugia bianca. Si avvicinò a me e mi lasciò un delicato bacio a stampo.
"ho proprio voglia di passare una giornata solo con te" disse allacciando le sue braccia dietro al mio collo.
"e così sia" le baciai la punta del naso e la presi per mano dirigendomi alla macchina.
"il tragitto è breve, non provare ad addormentarti" risi.
"è capitato una volta sola e quella notte non avevo dormito" mise il finto broncio e scoppiai a ridere.
"sei bellissima quando fai così" la vidi arrossire, misi in moto e partimmo.

serena's pov
Arrivammo in questo enorme prato appena fuori firenze, completamente deserto.
"se volevi uccidermi bastava dirlo" scherzai.
"sai che non lo farei mai" tentennò "forse" rise e gli tirai un leggero schiaffo sulla spalla seguendolo poi fuori dall'auto.
Aprì il baule iniziando a prendere un cesto e una coperta.
"hai pensato proprio a tutto pippi" sorrisi.
"te l'ho detto, voglio farmi perdonare" mi accarezzò una guancia e scegliemmo poi un punto dove stendere la coperta e mangiare.
Mi è sempre piaciuto vederlo prendere iniziative nel nostro rapporto, ancor di più se si trattava di un pic-nic.
Stendemmo la coperta e ci sedemmo, ma prima di sistemare il cibo, dal cesto tirò fuori un girasole.
"sono ancora i tuoi fiori preferiti?" me lo porse e lo presi portandolo vicino al naso.
"gli unici che ancora mi piacciono" sorrisi e il cuore mi si riempì di gioia.
"nell'album nuovo ci sarà una sorpresa allora" disse iniziando a disporre i piatti e il cibo sulla coperta.
"adesso voglio sapere" risi posando il fiore e mostrandomi interessata.
"si chiama girasole, l'ascolterai a tempo debito" fece una pausa e alzò lo sguardo posando i suoi meravigliosi occhi sui miei "ho finito di scriverla la notte che hai avuto l'incubo e sei venuta a cercarmi".
Ero incantanta dai suoi occhi.
"me la dici una frase almeno?" chiesi speranzosa.
Tentennò ma poi si lasciò andare "ti dirò la prima che ho scritto dopo quella sera, capirai perché" mi guardò, mi prese la mano e disse "quando piangi ti sento, dimmi cosa non va".
Mi morsi leggermente il labbro arrossendo "ti dirò sempre tutto pippi" mi tirò leggermente verso di lui baciandomi delicatamente sulla clavicola.
"anche io lo farò" sorrise accarezzandomi il dorso della mano.
Iniziammo a mangiare e a ridere, scherzare, parlare di tutto e di più.
"ti ricordi quando ti portai al laghetto?" disse tra una risata e l'altra "sei caduta in acqua per dare da mangiare alle papere" mi guardò con le lacrime agli occhi, provocate dalla risata.
"non prendermi in giro pippi" mi avvicinai a lui abbracciandolo e facendo la finta offesa.
Mi fece appoggiare al suo petto, mentre lui si appoggiò con la schiena al tronco dell'albero. Restammo lì in silenzio, le sue mani tra i miei capelli e lo sguardo perso nel vuoto.
"sai" interruppi il silenzio e lui sposto lo sguardo su di me "vorrei parlarne con andre" lo sentì irrigidirsi.
"qualche giorno fa parlavamo di te e ti ha difeso dando anche una parte di colpa a me" mi misi a sedere e lo guardai "mi ha convinta lui a parlarti quel giorno" sorrisi prendendogli una mano.
"va bene principessa, vuoi parlargliene da sola?" mi tirò verso di sé.
"no, vorrei che ci fossi anche tu" sorrisi avvicinandomi ancora di più a lui.
"stasera glielo diremo" rispose dandomi un bacio. Sorrisi sulle sue labbra senza rendermene conto e sentì la presa sul mio fianco farsi più forte.
Stavo provando tante emozioni tutte insieme. Sentivo il bisogno di averlo sempre così vicino, di stare con lui, anche solo di guardarlo da lontano. Sapevo che la sola vista di quei due occhi mi avrebbero migliorato la giornata.
Ci staccammo per riprendere fiato.
"mi mancava davvero tutto questo, principessa" mi morse leggermente il labbro inferiore.
"anche a me pippi, mi sei mancato tanto".

Passammo tutto il pomeriggio a ridere, ricordare, baciarci e stuzzicarci. Ci rimettemmo in viaggio verso villanova intorno alle 17:30, pronti a parlare con andrea.
Una volta arrivati salimmo in casa e lo trovammo sul divano. Ci guardò sorpreso ma non troppo.
"oh ciao, è lei la tua amica?" mi guardò ridendo.
"lo sapevi, vero?" gli chiesi con un velo di preoccupazione.
"lo immaginavo ragazzi, io l'ho sempre saputo. questa cosa te l'ho già detta sere, siete fatti l'uno per l'altra" sorrise "nonostante gli errori".
Di scatto corsi ad abbracciarlo e duccio fece lo stesso.
"grazie faster, significa tanto per me" si diedero il cinque.
"ti voglio bene come se fossi mio fratello, ma alla prima stronzata ti riduco come me" rise indicando le bende.
"starò molto attento lo giuro, il discorso che ti ho fatto due anni fa vale ancora" si scambiarono un'occhiata di intesa.
"va bene, esco a fumare" dissi dirigendomi sul terrazzo.
"principessa" sentì sussurrare dietro di me.
"pippi" mi voltai con la sigaretta ancora spenta ed allacciai le braccia al suo collo "dimmi".
"che dici se concludessimo la giornata insieme?" mi sorrise accarezzandomi i fianchi.
"dormi qui?" lo guardai con gli occhi spalancati e un sorriso a trentadue denti. Annuì e lo abbracciai forte.
Poco dopo lasciai che un pensiero si impossessasse della mia mente.
"non staremo correndo?" chiesi di getto, senza pensare se fosse il caso di dirlo o meno.
"lo pensi davvero?" mi chiese stranito.
"no, cioè, non lo so" dissi, cercando di analizzare quanto successo negli ultimi giorni.
"forse è meglio se aspettiamo" mi voltai preoccupata nella sua direzione. Mi stava lasciando? "nel senso, aspettiamo a dormire insieme o fare qualsiasi cosa di troppo, prendiamola come una frequentazione".
Annuì, un po' mi dispiaceva, ma forse non era il caso di velocizzare le cose.
"va bene pippi" riposi la sigaretta nel pacchetto e gli lasciai un bacio sulla guancia.
"vai a dormire ora" sorrise a stento.
"buonanotte, mandami un messaggio quando arrivi a casa" a quella richiesta sorrise davvero.
"non sei cambiata proprio per niente" rise scuotendo la testa.
Lo salutai e andai in camera mia dove, dopo essermi cambiata e struccata, mi coricai.

pippi☆
sono a casa, girasole🌻

Risposi al suo messaggio e mi addormentai pensando al verso del testo che mi aveva cantato.

Dammi un po' di te | PiccoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora