Clessidre Vuote

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Il tempo si è fermato.

E la sabbia non scorre più nella sua clessidra.

Per alcuni potrebbe essere qualcosa di positivo, siccome sembrerebbe una sorta di time out.

Più tempo per me, no? In fondo, finché non torna a scorrere non devo preoccuparmi della fine del suo percorso.

Il problema è che la sabbia non c'è più.

È sparita.

E ha lasciato solo un vuoto.

Guardo quel piccolo oggetto e mi domando come cazzo sia possibile una cosa del genere.

"Eppure prima che uscissi da casa era tutto normale...Dove diavolo è finita?" ispeziono la clessidra e lancio sbadatamente un' occhiata all'orologio.

E noto che le lancette non scorrono più.

"Si è rotto pure lui?" Dio se sei incazzato, mandami un segno! Che poi, perchè sto parlando con qualcuno al quale nemmeno credo?"

Rido per via della mia stessa ipocrisia e mi accingo ad uscire dalla camera da letto, ma mi fermo sul posto sentendo una risatina.

"Buon pomeriggio, cara. Allora, cos'hai fatto di produttivo oggi?"

Faccio un salto e corro fuori dalla stanza, chiudendomela alle spalle.

Che cazzo era?

Poco ma sicuro, io là dentro non ci torno.

Mi reco in cucina e apro il frigorifero, trovandolo vuoto.

Se non vado a fare la spesa non si riempirà mai, ovviamente.

Mi volto per aprire la dispensa, e la vedo.

La clessidra.

Sopra il tavolo.

"Non hai risposto. Oggi avrai pur fatto qualcosa, no? Racconta" io non credo nelle entità e cose simili, ma comincio ad avere una certa paura.

E poi quella voce è strana.

Sembra volermi rimproverare.

"Quanto devo attendere? Di questo passo non ritroverò mai la mia compagna di viaggio" e sento uno sbuffo.

Ora oltre a parlare fa anche i versi?

Devo provare a svegliarmi, perchè è ovviamente un sogno.

Mi do un pizzicotto e l'attimo dopo impreco, rendendomi conto che è tutto vero.

Sono qui, nella mia cucina, e una clessidra mi sta parlando.

"Perchè ti importa della mia agenda? Torna a far scorrere la sabbia, piuttosto. Hai solo un compito, no?" mi volto e cerco qualche utensile da maneggiare, qualora comparisse sul serio un'entità.

"Non ti pare di cattivo gusto, dire a me di svolgere le mie mansioni mentre tu non fai nulla?" e a quel punto scoppia a ridere.

"Una clessidra veggente? Come fai a sapere che non ho fatto un bel niente?" sto prendendo in giro un oggetto?

Dio, sto impazzendo.

"Perdonami se ti contraddico, ma io sono sempre nella tua camera e no, ultimamente non sei affatto produttiva. Perciò a cosa ti serve il tempo, se non lo usi come potresti?" sbuffo e decido sia giunto il momento di smetterla.

"D'accordo, ora esco...Ti saluto" ma prima che possa muovere un passo, un rumore sordo mi ghiaccia sul posto.

Il vaso all'ingresso.

Corro e noto come questo sia distrutto in mille pezzi, contro la porta principale.

"No, non vai da nessuna parte. Non sono una clessidra cattiva, ma non farmi diventare tale. Io e il mio amico orologio abbiamo smesso di funzionare, perchè tu non fai altro che burlarti di noi. Mi usi come se fossi un giocattolo, senza considerare che nel frattempo quei secondi passano, e guardi lui come se fosse un oggetto puramente estetico, mentre le lancette testimoniano il proseguimento inesorabile della giornata." quelle parole mi colpiscono e decido di fare ritorno in cucina.

"Bene...Cosa devo fare, secondo te?" fingo di assecondarla e mi siedo, poggiando il mento sui palmi delle mani.

"Ma fai quello che vuoi! Una passeggiata, la spesa, una bevuta! Ma smettila di autocommiserarti" questo tono di rimprovero mi fa innervosire e al tempo stesso ridere.

Che situazione.

"E chi ti dice io non lo stessi facendo? Stavo proprio per andare..." ma lei mi ferma nuovamente e fa cadere a terra il piatto con gli avanzi.

"Basta, cazzo! Non ho alcuna intenzione di pulire i tuoi disastri!" urlo e mi accingo a recuperare la scopa, ma non riesco a muovermi.

"Pulirai?" mi domanda lei, con aria investigativa.

"Sì! Stavo proprio andando a prendere la scopa!" sbuffo per l'ennesima volta e improvvisamente sento una sorta di cambiamento, nell'aria.

E un rumore.

Le lancette.

E la clessidra è scomparsa.

Corro in camera, in direzione del comodino, e la vedo.

La sabbia scorre.

"Pulisci, come prima cosa. In un mondo in cui anche la minima cosa sembra una stupidaggine, io invece ti do la mia fiducia. Nessuno sa quanto sia difficile uscire da uno stato di demotivazione assoluta, ma puoi uscirne. Prendi la scopa, ordina la casa e poi organizza altro, qualsiasi cosa."

E poi silenzio.

È stato un avvenimento assurdo e nessuno mi crederà, ovviamente.

Ma, qualora sia successo veramente...Perchè non dovrei ascoltarla?

Sorrido e mi reco nello sgabuzzino, cominciando poi a raccogliere i pezzi di ceramica.

Cominciamo.

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