Lettera

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"Ciao, Dimitri. È da tempo che non ci vediamo ne parliamo, vero?
Non so nemmeno come mai io stia scrivendo queste parole, ma ne sentivo il bisogno da troppo tempo.
Sembrerò una grande egoista a ripresentarmi in questo modo, ma sei libero di non aprire la busta e gettarla via.
Qualora scegliessi di intraprendere questa strada...Beh, non avrebbe senso proseguire a scrivere.
Ma spero deciderai di leggere, nonostante tu abbia tutte le ragioni per non farlo.
Non ci siamo separati molto bene, l'ultima volta: ricordo che era un giorno di metà febbraio, precisamente di quattro anni fa.
Ero uscita con Lizzy, al tempo la nostra migliore amica, per una passeggiata.
E poi incontrammo te ed Emis.
Lo sai, ogni volta che ti vedevo i miei occhi assumevano uno strano luccichio: non fraintendere, non si trattava di malizia. O almeno, non solo.
Probabilmente non ci crederai, ma ero innamorata persa di te.
Non ti ho mai dato motivo di pensarlo, siccome ti trattavo davvero in maniera tremenda, ma ciò che provavo per te superava qualsiasi legame avessi e abbia mai avuto.
Sei stato il primo ragazzo a degnarsi di rivolgermi la parola e a volermi bene, diavolo. Come potrei dimenticarmi di te?
Quel giorno avvenne la solita cosa: occhi luccicanti, la mia venerazione nei tuoi confronti e la successiva...Paura.
Eravamo in terza media, e avevo paura che cominciando una scuola nuova, tu ti dimenticassi di me.
Ora penserai io sia una perfetta imbecille, e non hai torto.
Se si potesse tornare indietro, mi darei due schiaffi.
Avevo il terrore che tu mi abbandonassi e il nostro viaggio fosse già terminato.
Invece, io volevo non finisse mai.
Anche a costo di passare per le stesse fermate miliardi di volte.
Emis non era mai stato un grande amico nei miei confronti, ma quel giorno non parlò molto: forse anche lui aveva il mio stesso timore.
Non mi capacito del perchè, ma siccome avevo paura di perderti, mi veniva spontaneo ignorarti; una sorta di ripicca per qualcosa che nemmeno avevi davvero fatto.
Sono stata la puttana delle mie paranoie.
Mentre Emis e Lizzy si salutavano, io ti ignorai senza nemmeno osservarti.
E invece volevo farlo eccome, eri e sei meraviglioso.
I tuoi occhi azzurri mi hanno fottuto dal primo momento, mio caro.
Notai una punta di fastidio nella tua voce, quando cercasti di parlarmi.
Ma non risposi, e cominciai a camminare in direzione di casa mia insieme a Lizzy.
E poi, l'inizio della fine.
Era quello che pensavo, ma successivamente compresi com'erano andate per davvero le cose: dal primo momento in cui ti avevo voluto, compresi che non eravamo destinati.
Ma va bene così, non importa.
Sono contenta tu abbia trovato la ragazza della tua vita e stiate insieme da anni, davvero.
Ti auguro tanta felicità.
Il modo in cui hai cercato di entrare a tua volta in casa e io non te lo abbia permesso, mi ha spezzato il cuore.
Ma da tempo pensavo a un modo di chiudere, prima che a farlo fossi tu.
Non avrei retto un altro abbandono.
E poi mi urlasti che non eravamo mai stati amici e che quella a volersi fare odiare ero io.
In questi anni ho riflettuto molto bene riguardo queste parole, e sono giunta alla conclusione che fosse vero: hai predetto il mio più grande trauma.
Credo di non meritare nulla, perciò voglio gli altri mi detestino.
Non sono abbastanza per la loro amicizia, quindi li allontano trattandoli con indifferenza.
E mi dispiace tanto averlo fatto anche con te.
Se tornassi indietro, saresti la mia eccezione.
Ho dipinto camera mia con le frasi che mi hai detto, aggiungendovi alcuni disegni che mi ricordano te.
Ogni volta che qualcuno mi fa domande a riguardo, dico che le ho trovate su internet e non hanno alcuna importanza.
Sono parecchio gelosa di loro, sai.
Come lo ero di te.
Sei stato il primo a volermi bene e a vedermi come una ragazza che voleva solo ricevere e dare affetto, eppure con te mi sono comportata così male.
Le scuse non basteranno mai.
E nemmeno dirti che ti ho amato.
Ma non lo dico per tornare indietro, bensì per proiettarmi sul futuro: chiederti scusa, per quanto inutile possa sembrare, è un grande passo.
Le mie parole sono sincere, e ti auguro ogni bene.
Sei una gran bella persona, sia dentro che fuori.
E nonostante la piccola età che avevo, ti consideravo l'unico appiglio in un mare di squali.
Se non ci fossi stato tu, non avrei visto alcuna luce in questo mondo.
E invece mi hai tenuta a galla.
E ti auguro di riemergere sempre, qualunque cosa accada.
Credo di aver finito, per quanto mi piacerebbe raccontarti degli ultimi anni...Ma penso tu abbia altro da fare, no?
Non riflettere troppo sopra questa lettera: se ti va, realizzaci un aeroplanino e lanciala fuori.
Permetti ai sentimenti positivi che abbiamo provato nei confronti dell'altro di essere liberi.
Perchè lo so che mi hai voluto bene, e nonostante io provassi di più, custodisco ancora quel sentimento dentro di me.
Ma da troppo tempo provo rancore verso me stessa, mentre adesso sono pronta a farlo volare.
E a lasciarlo vivere mille orizzonti, raccontando della nostra storia.
Le risate.
I litigi.
La gelosia reciproca.
Le serate al parco e a prendere il gelato.
L'affetto che provavi per mia madre.
Il mio elastico al tuo polso.
I tuoi abbracci.
I tuoi occhi azzurri e i capelli biondi.
La mia felpa con il tuo profumo.
I pianti.
Gli sfoghi.
I messaggi.
Tutto.
Lascia andare, ma non dimenticare.

Con affetto e ogni bene,

Ania

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