Riflesso

39 9 9
                                    

"Cosa vedi?"

Me stessa.

"Sì, a primo impatto è così...Ma osserva meglio...Cosa vedi, ora?"

Vedo una persona...

Stanca.

Priva di autostima.

Disillusa.

Troppo buona per questo pianeta del cazzo.

Sospiro, voltando le spalle allo specchio e riflettendo se buttarlo via o meno.

In fondo, non mi ci osservo mai.

È sempre stato un trauma, farlo.

"Ohh, ma hai parecchia cellulite, eh!"

"Belle le tue cosce, ma cominciano ad essere troppo grandi"

"Un po' di palestra non fa male a nessuno"

In generale non ho mai venerato il mio corpo...Perchè troppo anonimo.

Però quelle cattiverie insensibili non me le aspettavo proprio.

Indosso una felpa e decido di andare in libreria, precisamente nella mia preferita.

Esco di casa, ma non prendo l'autobus.

"Come mai?"

Troppa gente.

E non si tratta di trovarlo scomodo, ma di come io mi senta a contatto con tutti quei possibili sguardi.

È una di quelle cose che non supererò mai, lo so.

Non prenderò più un autobus in vita mia, perchè rievoca quanto mi sentissi inadeguata perfino stando seduta e in silenzio.

Perciò vado a piedi, facendo una passeggiata.

Questo è un posto del cazzo, e chi vi dice il contrario è da prendere e seppellire.

"Magari sei tu quella ingrata, mentre loro apprezzano ciò che hanno"

Io sono grata a un sacco di cose, ma non a questa.

All'apparenza sembra una città tranquilla, perfettamente visibile.

Appariva in questa maniera anche a me, quando ero più piccola.

Probabilmente lo specchio era appannato, e di conseguenza non mi permetteva di vederla chiaramente.

Giungo di fronte alla libreria, ed entrando, inalo subito uno degli odori che più preferisco.

Conoscenza.

Qualora qualcuno vi dicesse che per essere colti è necessario andare a scuola...Beh, non parlateci più.

"Sei troppo permalosa"

Sì, lo sono.

Effettivamente mi vanno a genio ben poche cose, e le teste di cazzo non sono incluse.

Non si tratta di studiare, ma di imparare.

Sono due cose totalmente diverse.

Studiare lo si fa per senso del dovere, imparare per sentore di curiosità.

Imparate ciò che vi attira, e sarete felici.

Studiate ciò che vi impongono, e sarete esauriti.

"Non posso mica fare ciò che mi pare, nella vita"

Male. Molto male.

Perchè no?

Io lo faccio.

Non me ne vanto, però se non ci si ribella nemmeno un po'....Come si può sperare di essere liberi?

Arrivo di fronte allo scaffale dei romance, notando un sacco di autrici emergenti.

Gli autori.

Loro, nella vita fanno ciò che vogliono.

Magari il loro libro non viene apprezzato, ma questo non li ferma nella pubblicazione.

Sanno che qualcuno amerà la loro storia, perchè siamo tutti diversi.

Se non facessimo così tanto caso a ciò che la gente pensa, forse vivremmo meglio.

Rettifico: di sicuro.

Che cazzo dovrebbe fregarmene se un ragazzo pensa io sia troppo in carne?

Se mia madre pensa io debba impegnarmi di più a scuola?

Se un'amica crede io sia spesso sola a causa del mio carattere definito "chiuso"?

Non me ne frega un cazzo.

Ma non perchè io non accetti le critiche.

Piuttosto, perchè non imparerò nulla se non sono costruttive.

Pensi questo? Dammi anche qualche consiglio che possa aiutarmi.

La verità, è che sono tutti bravi a fare la lista delle cose che non vanno in te, perchè con loro stessi non ne hanno proprio il coraggio.

E allora, va bene.

Lasciateli fare, non prestategli ascolto.

Secondo me, per essere liberi, oltre a ribellarsi è necessario ignorare.

"Sono una l'opposto dell'altra"

Sì.

Ribellatevi se vi impongono qualcosa, ma non se parlano a sproposito.

La prima ha senso, perchè non dovete sottostare a nessuno.

La seconda ne ha meno, perchè a prescindere da ciò che farete e direte, proseguiranno con i loro discorsi del cazzo.

Quindi, pensate a ciò che può aiutarvi a non essere in catene.

Non a chi, con le parole, vuole farvici sentire.

Specchio incluso, anche se è un oggetto.

Non parla, ma si fa sentire parecchio.

Non è vero?




Senza TitoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora