Ora

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Mi siedo sulla panchina, sentendola fredda a contatto con le mie gambe nude: siamo già a fine maggio, ma sono pur sempre le nove di sera, perciò forse sarebbe stato meglio evitare i pantaloncini corti.

Da sempre adoro i luoghi silenziosi, perchè mi trasmettono una pace interiore non indifferente: standovi, ho modo di riflettere e rilassarmi, senza dover pensare a niente e nessuno.

"Sei leggermente asociale, sai?" la solita vocina nella mia testa cerca di instillarmi un po' di insicurezza, ma la verità è che non mi importa più.

Il tempo di piangere per qualcosa che cerca di abbattermi costantemente, è finito.

Merito di più.

Incrocio le gambe e mi godo l'aria frizzante, chiudendo gli occhi e cominciando a sentire una serie di sensazioni positive: i grilli, il fruscio delle foglie, il motore di una macchina in lontananza.

Non amo questa città, ma sto imparando a ritagliarmi degli spazi confortevoli e in grado di aiutarmi a sopravvivere.

Cerco il telefono dentro la tasca della felpa e vado su Spotify, facendo partire una playlist del mio artista preferita del momento: Novo Amor.

Infilo gli auricolari e mi concentro sulle parole di "Anchor", mentre penso a tutte le esperienze degli ultimi anni.

Amici, tradimenti, pianti, delusioni, viaggi, perdite.

Da fuori, qualcuno avrebbe definito la mia vita come un barattolo vuoto.

Priva di significato.

Ed effettivamente non posso negare che non sia la più entusiasmante di tutte, ma sto cercando di migliorare.

Non mi interessano più certe cose, perchè ci sono già passata e in un certo senso ambisco ad altro.

Come la mia indipendenza, perchè un giorno me ne andrò.

Non rimarrò qui.

Non mi chiameranno più, quando prenderò quel treno.

Mi rifarò una vita, e che ci crediate o meno succederà.

È l'unico pensiero che mi permette di rimanere in vita, altrimenti sarei già finita sotto le rotaie di un treno.

"Quanto sei melodrammatica" la vocina ritorna e cerca di farmi sentire sbagliata, ma faccio una smorfia e la caccio via.

Non ti voglio più, stammi lontana.

Hai già fatto troppi danni, stronza.

Rimango in ascolto del mio battito tranquillo e della melodia trasmessa dal cellulare, pensando solo e unicamente al benessere che sto iniziando a provare.

Ho ricevuto un sacco di batoste, vero.

Ma è stato meglio viverle, perchè onestamente mi sono divertita.

All'interno di alcuni ricordi negativi, ve ne ne sono anche di positivi.

Se lo avessi saputo in anticipo avrei evitato certe persone, ma in fondo non mi pento di averle conosciute.

Hanno fatto parte della mia vita tanto quanto io della loro.

Spesso penso che io per gli altri non conti nulla, e che quindi terminato il nostro "viaggio" insieme, questi si dimentichino totalmente di me.

Mentre io ci rimugino sopra per tanto, tanto tempo.

Riflettendo, loro potrebbero pensare lo stesso nei miei confronti e stare male a loro volta.

Troppe paranoie.

Basta così.

Sorrido e rimango su quella panchina tutta la notte, aspettando di vedere l'alba.

Un'altra giornata.

Un'altra possibilità di vivere, oltre che di sopravvivere.

Un'altra possibilità di vivere, oltre che di sopravvivere

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