Capitolo 6 - Marco e la cosa a tre

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Capitolo 6 - Marco e la cosa a tre

Ero molto felice di passare il weekend con Giovanni e Marco. Sapevo che andavano a letto assieme, ma la cosa non mi dispiaceva.

Ero su in auto con Marco, il proprietario di casa. Dovevamo andare in montagna, molto più su di dove eravamo andati da soli io e Giovanni.

Mi stavo già bagnando. Arrossii vistosamente. Giovanni era seduto davanti io dietro. Mi guardò. Mi stavo arrapando a pensarli assieme. Quel pompino… ancora era nella mia mente. Avevo il lago. Sussultai.

Qualcosa non va? - mi chiese Giovanni 

Niente… - dissi

Secondo me pensa al nostro pompino - si intromise Marco 

Io avvampai. 

Avevo ragione! - disse marco ridendo sguaiatamente 

Dopo un po' marco accostò.

Ci fermiamo un attimo che la strada è ancora lunga - disse, ma io sapevo che era una scusa.

Mi appartai a fare pipì e mi lavai le mani col gel disinfettante.

Bevemmo un po' poi marco mi guardò.

Posso vedere se sei bagnata? - 

Non me lo feci ripetere due volte. Abbassai i jeans.

Ho fatto la pipì - dissi

Non ti preoccupare - mi confortò.

Mi alzò la maglia e succhiò un capezzolo, poi arrivò Giovanni a giocare con l’altro mio seno. Mi tolsi una gamba del pantalone per essere più libera. Le loro mani mi toccarono. Il clitoride era bello gonfio e in tiro. Venni.

Poi vidi marco che appoggiò Giovanni all’auto.

Adesso, toccati - disse marco

giovanni si godeva la bocca calda di marco che prendeva il membro in bocca mentre andava su e giù con la mano sulla punta. Poi lo ingoiò tutto fino a toccare la pancia con il naso. Giovanni sentiva la lingua sul glande e il calore della bocca del suo amante. 

Io intanto avevo già il clitoride sensibile, ma poco importava. 

È bellissimo - dissi fra i rantoli del piacere

Giovanni venne. Marco ingoiò come dolce nettare.

Questo è solo l’antipasto - disse marco asciugandosi la bocca.

I due si baciarono appassionante.

Io mi rivestii e mi sedetti al mio posto. Era stato un bello spettacolo.

È bellissimo vedervi fare robe - dissi sorniona.

Il cazzo di Giovanni crea dipendenza - rispose marco ridacchiando

Dai, così mi fai arrossire - disse Giovanni 

arrivammo a casa di marco. Era la tipica casa di montagna col tetto a punta, costruita in pietra e legno. Gli interni erano tipici montani. 

In casa sua, dopo una bella cena andammo in camera da letto.

In men che non si dica eravamo già tutti nudi. Cominciai a baciare entrambi uno per volta. Eravamo seduti sul letto. Ci alzammo. In ginocchio succhiavo il membro a uno poi masturbavo l’altro, uno alla volta.

Poi Giovanni si stese. Io e Marco ci litigavamo il suo membro. Mentre leccavo i testicoli lui succhiava e viceversa. Ci eravamo dedicati al suo sedere con lingua e dita.

Poi mi misi a pecora. Marco col preservativo mi penetrava mentre lo succhiavo a Giovanni, poi si scambiarono di posto, sempre col preservativo.

Giovanni si mise a pecora. Marco tirò fuori la vasellina. Dopo aver lubrificato il pertugio, vi entrò. Io ero a gambe larghe. Giovanni mi leccava l’intimità con foga, usando anche le mani. Gemeva ad ogni spinta del suo amante. Era evidente che Giovanni era il passivo, mentre Marco l’attivo.

Giovanni si mise a pancia in su. Era a gambe all’aria. Io ero sopra di lui tipo sessantanove. Avevo il suo membro in bocca, mentre le sue terga erano di Marco. Giovanni in quel frangente era senza preservativo, Marco no. 

Continuammo a fare sesso finché non ci fu l’impulso di venire. Giovanni era in piedi. Io e marco eravamo in ginocchio col suo membro alla nostra mercé.

Ci venne addosso. Noi avidi ne coglievamo il frutto come fosse nettare.

Venne anche marco e facemmo altrettanto.

Stanchi ci coricammo, baciandomi e facendoci le coccole.

Quella notte fu l’ultima che feci sesso con loro.

Qualche mese più tardi, Giovanni e Marco capirono di essere fatti l’uno per l’altro e si misero assieme. Erano “amici con benefici” ormai da un annetto, forse era l’epilogo più scontato. Ero davvero felice per loro.

JESSICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora