Capitolo 51

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Pov Cloe

Il letto probabilmente avrà impressa per sempre la forma del mio corpo, essendo quattro giorni di fila che giace qua sopra. Mi sento un piccolo essere indifeso, abbandonato a se stesso, impotente. Il cervello cerca di darmi segnali per far almeno sopravvivere l'organismo ma vengono rifiutati, quando la volontà di compiere qualsiasi altra azione viene repressa. Sono passati soltanto quattro giorni, i peggiori della mia vita e chissà per quanto ancora dovrò soffrire. Quattro giorni che ho smesso di usare il telefono, rispondendo soltanto ai messaggi sparsi dei miei genitori, fingendo che  tutto stia proseguendo alla grande. Non ho il coraggio di usarlo per altri scopi, per paura che aprendo un qualsiasi social possano uscire foto o articoli su Carlos. Osservo le luci dell'alba sbucare tra i palazzi, con quel rosa che placa per qualche secondo i demoni che mi gironzolano dentro, e con un telefono che però squilla da una fottuta ora 'Charl', il suo nome non fa altro che comparire sullo schermo illuminato. Ho intenzione di continuare a ignorarlo, così come sto facendo con Alexandra, Daniel, Lando che da giorni provano a scrivermi, più che altro per sapere che fine abbia fatto Carlos e forse preoccupata come loro, a forza di continue domande, una volta terminata di squillare la chiamata, entro su Whatsapp..se fosse successo qualcosa a Carlos? 'Che succede? Sono le cinque del mattino qui' scrivo, come se me ne importasse. Ormai il mio sonno è assente e molto alterato

'voglio sapere io che succede. Sono quattro giorni che tutti noi proviamo a contattarti senza una minima risposta. Idem Carlos, ha saltato il media day e sia ieri che oggi è sfuggente, non ha parlato con nessuno ed è andato oltretutto a sbattere' chiudo gli occhi leggendo quell'ultima frase. Non posso immaginare Carlos guidare in condizioni, sono sicura, non idonee e andare a sbattere contro un muro. Lui è sempre stato molto concentrato durante una corsa, indipendentemente da quello che lo toccava fuori dalla sua monoposto ma stavolta, temo sia andata diversamente

'sta bene?'

'scusa sono le undici di sera qui, ancora non vi siete sentiti?' non gli ha detto nulla, nessuno sa ancora nulla

'Charles, io e Carlos ci siamo lasciati'

'stai dicendo sul serio?'

'Si. Sono sola qui, ho tutti in Italia..mi sto distruggendo'

'finito il weekend vengo da te'

'no Charl, non voglio che tu prova compassione..ti spaventeresti nel vedermi e non voglio che da Barcellona tu prenda un'aereo per New York soltanto per me'

'me ne fotto Cloe, non ti lascerò sola in un momento del genere. Promettimi di non fare cazzate'

Pov Carlos

L'aria calda di giugno sembra opprimere ancora di più il mio petto. Undici e quaranta e non riesco a prendere sonno. Per questo ho deciso di uscire fuori in giardino e mettermi ad osservare le stelle che decorano questo cielo buio, in cui mi rispecchio. Controllo ripetutamente il telefono, sperando in un suo messaggio, magari mandato anche per errore ma ogni volta lo poso deluso. Il resto della mia famiglia è sparso per casa, nessuno si avvicina a me, non oggi che per la prima volta nella mia carriera non sono riuscito a superare la Q2. Non bastava soltanto il dolore che già provavo, si è dovuto aggiungere persino questo. Sento il campanello suonare, a quest'ora mi chiedo chi possa essere..forse il ragazzo di Blanca che l'ha raggiunta. Quando credo abbiano aperto la porta sento vociferare ma non mi concentro più di tanto, poi però queste voci si zittiscono e la porta scorrevole che separa l'interno con il giardino, si apre facendomi sbiancare <<che ci fate qua? Sono le undici e quaranta>> li guardo perplesso, come fossero due extra terrestri che hanno appena invaso il mio territorio personale

Tutto nasce dal nulla|| Carlos Sainz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora