Capitolo 62

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Pov Cloe

E' notte, precisamente l'una eppure non riesco a prendere sonno. Giro di poco la testa, godendomi il volto dormiente di Daniel illuminato dalla luna. Ci troviamo in hotel soltanto per questa notte, l'australiano in mattinata aveva prenotato la camera pensando di non volersi fare un'oretta di macchina il giorno della gara ma trovarci direttamente qua, purtroppo è stato inutile. Per evitare di svegliarlo, anche se ha il sonno profondo, esco fuori dalla camera. Sinceramente non ho idea di che fare ma mi sembra di essere in pieno giorno, il sonno non ha per nulla voglia di raggiungermi. Regna il silenzio nell'hotel, a parte qualche turista che entra ed esce. C'è la piscina, forse rilassarmi sul lettino a guardare le stelle mi aiuterà ad alleviare il sonno. Rivolgo un sorriso alla receptionist per poi uscire fuori. Una piacevole aria fresca colpisce la superfice della pelle. Sdraiata sul lettino rivolgo lo sguardo in alto, in Australia osservare il cielo è tutta un'altra cosa, l'ho notato prima insieme a Daniel, quando come promesso abbiamo cenato sotto le stelle, è bastato un telo e un buon cibo per trascorrere una serata indimenticabile. Senza accorgermene passa una mezzora abbondante. Anche se nulla è cambiato mi alzo per tornare dentro. Distratta a fissare l'orario sul telefono mi ritrovo quasi con il fondoschiena per terra ma per fortuna vengo presa da due braccia possenti <<Carlos>> sussurro sorpresa, raccolgo il suo telefono caduto a terra nello scontro <<scusami>>

<<eravamo entrambi al telefono, no te preocupes>>

<<cosa ci fa->> ridiamo quando entrambi probabilmente ci stavamo ponendo in contemporanea la stessa domanda <<vai prima tu>> mi fa

<<non riesco proprio a prendere sonno.. e tu?>> chiedo curiosa del suo girovagare solo a quest'ora

<<avevo intenzione di andare a correre>> sgrano gli occhi

<<all'una e mezza di notte? Domani hai una gara>>

<<è proprio quello il problema..ti va di farmi compagnia?>>

<<a correre? Te lo scordi proprio Sainz>> dio, quanto è naturale ma anche insolito tornare a  chiamarlo in questo modo dopo un anno

<<e va bene, ci facciamo una passeggiata allora>>

<<d'accordo>> non ci penso due volte, forse per il semplice fatto che lo vedo turbato. Iniziamo a camminare lungo il perimetro dell'Albert Park <<allora? Cosa ti turba?>>

<<questa stagione è iniziata alla grande e sono primo in campionato, non mi è mai successo>> mi mordo l'interno guancia aspettando uscire queste parole dalla sua bocca da tre anni <<non credevo fosse così stressante, ansioso e..frustante>>

<<e perchè deve essere così?>>

<<perchè ho paura di non sentirmi all'altezza, negli ultimi anni ci sono stati soltanto Hamilton e Verstappen, poi arrivo io>>

<<poi arrivi tu cosa? Sei un pilota anche tu, proprio come loro e probabilmente è arrivato il tuo anno. Non cominciare a sottovalutarti, non l'hai mai fatto e ora che non c'è ne assolutamente bisogno, anzi, devi soltanto che tenere la testa sempre alta. Non ho mai dubitato delle tue potenzialità, sentivo dentro di me che prima o poi con la tua determinazione ci saresti riuscito>> giriamo all'unisono la testa in direzione dell'altro facendo incastrare gli occhi che poi però devono tornare sui nostri passi <<che c'è?>> sorrido imbarazzata

<<nada, è strano stare soli e parlare tranquillamente. Non è così?>>

<<beh si>>

<<che fai?>> mi da un amichevole spallata <<arrossisci ancora?>>

<<è nella mia indole, non sentirti speciale>>

Tutto nasce dal nulla|| Carlos Sainz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora