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Tom e io ci dirigiamo verso le nostre lezioni, portando con noi il peso dei nostri nuovi scoperti. Nonostante il tumulto delle emozioni che ci affligge, dobbiamo affrontare la normalità delle giornate scolastiche a Hogwarts. Entriamo nelle aule, pronti ad immergerci nei libri e nelle lezioni, anche se i pensieri del nostro incontro con Lucifero continuano a danzare nella nostra mente.

Ci sediamo al tavolo, circondati dagli amici che chiacchierano animatamente. L'atmosfera è leggera, eppure non riesco a togliermi dalla testa gli eventi della mattina. Guardo Tom, cercando conforto nel suo sguardo, ma trovo solo un'espressione concentrata, fuori da ogni conversazione.

Decido di lasciar perdere, almeno per il momento. Prendo il mio piatto e mi unisco alle conversazioni, cercando di mettere da parte i miei pensieri per godermi il pranzo con gli amici.

Tornando nella mia stanza, scorgo Asmodeo appollaiato su una poltrona, il suo sguardo penetrante sembra scrutare nell'abisso della mia anima. "Ciao, Lilibeth," mi accoglie con una voce serena, ma posso percepire una sottile tensione nel suo tono. Mi avvicino, desiderosa di trovare conforto nelle sue parole sagge. "Asmodeo, ho bisogno di capire," confesso, la mia voce un sussurro carico di emozioni. Asmodeo mi osserva attentamente, le sue pupille gialle brillano nell'ombra della stanza. "Tutto ciò che sta accadendo, la mia vera natura, mio padre... Ho bisogno di risposte." Mi sforzo di trattenere le lacrime, la mia mente tumultuosa in cerca di una chiarezza che sembra sfuggirmi. "Ho paura," confesso con voce flebile, lasciando che le mie emozioni affiorino alla superficie. "Paura di ciò che potrei scoprire, paura di ciò che potrei diventare."

Asmodeo mi osserva con empatia, il suo sguardo comprensivo rassicurante. "La paura è un compagno fedele lungo il cammino della conoscenza, Lilibeth," mi dice saggiamente. Asmodeo mi guarda con serietà, i suoi occhi gialli emanano un'aura di saggezza antica. "Lilibeth, è giunto il momento che tu conosca la verità," inizia con voce solenne, il tono carico di gravità. "Non sei solo figlia del diavolo, ma anche di un angelo, Seraphina."

La mia mente vacilla di fronte a questa rivelazione, l'orrore mi pervade mentre cerco di elaborare ciò che sto sentendo. "Ma come è possibile?" balbetto, cercando di trovare un senso in tutto questo. "Come può essere il diavolo mio padre e un angelo mia madre?"

Asmodeo annuisce, comprendendo la mia confusione. "La tua vita è nelle tue mani, e spetta a te decidere il tuo destino."

La mia mente è in tumulto, le domande si accavallano mentre cerco di assimilare tutto ciò che sto apprendendo. Il serpente inclina la testa, i suoi occhi gialli brillano con una luce misteriosa. "Sono stato mandato da Lucifero per vegliare su di te, Lilibeth," aggiunge con voce calma. "E allora perché sei stato con Tom Riddle se sei qui per proteggermi?"

Asmodeo annuisce lentamente, comprendendo il mio stato d'animo. "Tom Riddle è un individuo particolare," spiega con calma, "ha un'intelligenza e una sensibilità che lo rendono unico. È stato il solo in grado di percepire la mia presenza e, in un certo senso, ho agito come guida per lui."

Mi guardo intorno, cercando di elaborare tutte queste informazioni. "Quindi Tom sapeva?" chiedo, cercando conferma.

Asmodeo annuisce di nuovo. "Sì, in un modo o nell'altro, Tom aveva una comprensione dei tuoi legami con il mondo soprannaturale. Ma non ti ha mai rivelato nulla direttamente, giusto?"

Ricordo tutti quegli sguardi enigmatici, le parole non dette, e annuisco lentamente. "No, non lo ha fatto," rispondo, sentendomi sempre più confusa.

La figlia del diavolo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora