15. Il bene e il male

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Tom ed io ci dirigiamo verso le nostre lezioni, il peso della verità che abbiamo appena scoperto ancora palpabile tra di noi, come un fardello invisibile che non possiamo posare. Ogni passo che facciamo sembra più lento del solito, come se la gravità stessa stesse cercando di trattenerci. La normalità di una giornata scolastica a Hogwarts sembra lontana, quasi irraggiungibile, mentre i pensieri di ciò che abbiamo vissuto continuano a riversarsi nelle nostre menti, uno dopo l'altro, senza sosta. Lucifero, il mio padre, l'incredibile rivelazione che mi lega al regno delle tenebre, l'abbandono, il dolore—tutto sembra vorticosamente mescolato in un unico, immenso caos dentro di me.

Arriviamo infine nelle aule, circondati dai compagni che chiacchierano spensieratamente, ignorando la tempesta che mi frulla dentro. Mi siedo al tavolo, cercando di mascherare l'angoscia che mi tormenta, ma è come se il mondo fosse sfocato. Il rumore delle risate e delle conversazioni si fa distante, mentre mi concentro su ogni movimento, ogni parola che sento. Ma ogni volta che alzo lo sguardo, i miei occhi incrociano quelli di Tom, il cui volto è ugualmente teso e distante, come se la sua mente fosse altrove. Non c'è conforto in quel contatto visivo, solo una crescente separazione, una barriera invisibile che ci divide.

Cerco di distogliere lo sguardo e mi immergo nella conversazione con gli altri, ma la mia mente continua a vagare. A tratti, le parole degli amici che mi circondano si confondono con i pensieri su Lucifero e su come la mia esistenza, fino a quel momento apparentemente normale, sia stata radicalmente trasformata. L'idea di essere la figlia del diavolo è tanto assurda quanto inaccettabile, eppure è ciò che mi è stato rivelato. Non posso sfuggire a questa verità, ma forse posso almeno cercare di ignorarla per un po'. Perché oggi, come ogni altro giorno, devo affrontare la normalità, anche se dentro di me non c'è niente che sia normale.

Quando finalmente ritorno nella mia stanza, scorgo Asmodeo appollaiato sulla poltrona, il suo sguardo penetrante che sembra scrutare ogni angolo oscuro della mia anima. L'aria è densa di un silenzio che mette a disagio, ma allo stesso tempo mi accoglie come un rifugio. "Ciao, Lilibeth," dice, la sua voce calma, ma c'è una sottile tensione che tradisce una consapevolezza di ciò che mi sta tormentando. Mi avvicino lentamente, senza parole, cercando un po' di pace in quel momento che mi sembra tanto precario.

"Asmodeo," inizio, la voce che mi tremola, "ho bisogno di capire." Mi fermo un attimo, come se ogni parola che sto per pronunciare fosse pesata da un'immensa responsabilità. "Tutto ciò che sta accadendo... la mia vera natura, mio padre..." Sospiro, il cuore che batte forte nel petto. "Ho bisogno di risposte."

Asmodeo mi osserva attentamente, i suoi occhi gialli brillano in quel buio che sembra avvolgere la stanza, ma la sua espressione è serena, come se fosse pronto a guidarmi in un viaggio difficile. "La verità," inizia con una calma che mi fa sentire vulnerabile, "è un compagno ineludibile. Una volta che l'hai incontrata, non puoi mai più ignorarla."

Mi guardo negli occhi, la mia mente ancora confusa. "Ho paura," confesso, le parole che mi escono a fatica. "Paura di ciò che potrei scoprire... paura di quello che potrei diventare."

Asmodeo non fa una smorfia, non mi giudica, ma il suo sguardo è pieno di empatia. "La paura è una compagna inevitabile, Lilibeth," mi dice, la voce che vibra di saggezza antica, "ma è anche ciò che ti spinge a crescere, a scoprire ciò che realmente sei."

Faccio un respiro profondo, cercando di non farmi sopraffare dal turbinio di emozioni che mi assale. Asmodeo, però, ha già capito. "Lilibeth," inizia di nuovo, la sua voce ora più solenne, "è giunto il momento che tu conosca la verità." Un brivido mi percorre la schiena mentre ascolto attentamente, come se quelle parole avessero il potere di strappare via un velo che copre qualcosa di più grande di me. "Non sei solo figlia del diavolo, ma anche di un angelo, Seraphina."

Il mio respiro si ferma. Il mondo sembra fermarsi mentre quelle parole mi colpiscono come un fulmine. Un angelo? La mia mente vacilla, incapace di accettare quella doppia natura che mi è stata imposta. "Come... come è possibile?" balbetto, le mani che tremano. "Come può essere il diavolo mio padre e un angelo mia madre?"

Asmodeo annuisce lentamente, come se non fosse la prima volta che affronta domande di questa portata. "Lilibeth," dice, "nel mondo in cui vivi, tutto è possibile. La tua esistenza è un incrocio di mondi opposti, eppure esisti. La luce e l'oscurità, il bene e il male, sono legati in te, e solo tu potrai decidere quale strada percorrere."

Sento le sue parole che risuonano dentro di me, ma una nuova domanda si forma, più urgente di tutte le altre. "Ma perché sei qui, Asmodeo?" chiedo, il mio tono carico di confusione. "Sei stato mandato da Lucifero per proteggermi... ma perché sei stato anche con Tom Riddle?"

Il serpente inclina la testa, i suoi occhi che brillano con una luce di comprensione. "Tom Riddle," spiega con calma, "è un individuo speciale. Ha una sensibilità unica, una capacità di percepire ciò che è nascosto. Io sono stato il suo punto di riferimento, la guida silenziosa che gli ha permesso di avvicinarsi alla verità senza che ne fosse consapevole. E, nel fare ciò, ho vegliato su di te."

Rimango in silenzio, cercando di assimilare le sue parole, ma un'altra domanda mi scivola tra le labbra. "Quindi Tom sapeva?" La mia voce è quasi un sussurro, incredula.

Asmodeo annuisce con un gesto lento, ma le sue parole sono precise. "Sì, in un modo o nell'altro, Tom aveva una comprensione della tua connessione con il mondo soprannaturale. Ma, come avrai notato, non ti ha mai detto nulla apertamente. Non perché volesse nasconderlo, ma perché era un conoscitore della verità in modo diverso da te."

Tutto si fa più chiaro, ma anche più oscuro. Le risposte che cercavo sembrano emergere, ma portano con sé un mare di nuove domande. Tom, la sua connessione con il mondo soprannaturale, la mia eredità... tutto è intricato in un disegno che non posso ancora comprendere. "No, non me lo ha mai detto," rispondo, con un peso che mi schiaccia il cuore. Ma ora so che lui... lui ha sempre saputo.

La figlia del diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora