MEGLIO NON PENSARCI

39 3 0
                                    

Ieri sera è stato un appuntamento molto veloce con Mark, come al solito sono stata bene tutto sommato anche se la sua proposta mi ha spiazzata. Non me lo sarei mai potuto aspettare soprattutto in un momento così per me ma si vedeva che era disperato così ho accettato. Stamattina è il mio  primo giorno come volontaria in ospedale e quindi mi sono svegliata  "presto" e mi sono sistemata. Mark mi ha anche scritto il buongiorno ed io ho ricambiato. Spero abbia capito che nonostante ora siamo "fidanzati" tra noi non cambia nulla. Siamo amici e così resteremo.
Sono le 9:30 e corro giù dalle scale: non voglio arrivare in ritardo.
Incontro mia madre ma evito di salutarla. Il discorso che le aspetta sarà bello lungo e lo tengo da parte per stasera. Li odio per tutto quello che hanno fato, o meglio che non hanno fatto. Non hanno protetto Stella ed ora neanche la vanno a trovare in un momento così delicato. Non posso ancora crederci e se ci penso mi arrabbio. 
Sarà meglio non farlo.

Arrivo in ospedale in perfetto orario, e mi dirigo verso la sala giochi dei bambini. Sistemo i colori, le tempere e i fogli sui tavolini pronti all'uso.
"Oh Luna ma buongiorno"  mi saluta il primario.
"Salve" rispondo cortese.
"Hai già preparato tutto?"
"Certo dottore"
"Oh mi chiamami Tony, diamoci del tu"
"Oh certamente"
"I bambini stanno per arrivare così come il tuo collega" 
Collega?
"Oh" rispondo sorpresa.
"Ieri mi è arrivata un'altra richiesta e ho accettato immediatamente, sono sicuro che andrete d'accordo, avete più o meno la stessa età ed è un bravo ragazzo" dice.
Ragazzo. Bene.
"Certo Tony" rispondo imbarazzata. 
"Buon lavoro Luna"
"A te". Ci salutiamo. 
Si allontana e nel mentre i bambini arrivano correndo insieme ad un'infermiera. 
Molti di loro mi saltano addosso per abbracciarmi, altri restano a distanza di sicurezza e si soffermano sui vari giocattoli sparsi in giro. 

Sono sicura che sarà una splendida giornata. 
Quando ormai tutti sono intenti a giocare un bimbo mi salta addosso da dietro e quando mi volto noto con stupore che è...
"Olly"
"Luna, sei qui!" urla divertito.
"Certo te lo avevo promesso" dico stringendolo forte forte.
"Ma tu ora lavori qui?"
"Faccio volontariato quindi in un certo senso si"
"Oh" dice sorpreso "anche mio cugino ha iniziato" 
"Tuo?.." Non riesco a completare la frase che il ragazzone entra in scena, è lui il mio collega.
"Ciao" dico alzandomi "Luna" mi presento nonostante già mi conosca.
"Lo so". Mh scontroso.
"Tu?" chiedo e lui nuovamente mi osserva da capo a piedi.
"Mirko" sentenzia e poi si zittisce.
"Bene.." sono in imbarazzo. 
Incrocia le braccia al petto e i suoi muscoli si notano sotto la maglietta aderente.
"Faremo un ottimo lavoro insieme" dico
"Mh mh" annuisce.
Un ragazzo più noioso e scontroso non poteva capitarmi.
"Va bene..." dico allontanandomi e prendendo per mano Olly.
Arriviamo nell'aria allestita apposta per il disegno.
"Ti piace molto disegnare vero?" chiedo.
"Si, a te piace?"
"Non sono tanto brava, cosa vuoi disegnare oggi?"
"Il mare, io amo il mare"
"Oh si che bello anche io lo amo!". E mentre Olly inizia a colorare mi volto verso il ragazzone CHE gioca con le macchinine insieme ad alcuni bambini. All'improvviso sorride e gli spunta una fossetta sulla guancia destra ed il mio stomaco fa una capriola. Cosa sta succedendo?
Mi volto  di nuovo e torno a concentrarmi su un gruppo di bambini che sta colorando alcune schede. 
Il resto della mattinata lo passo tra colori, pastelli, disegni e abbracci senza tralasciare una somma abbondante di sorrisi che mi fanno sciogliere il cuore. Alle 13 in puto i bambini vanno  verso la mensa pronti per mangiare ed io ne approfitto per risistemare la sala per affrontare il pomeriggio.
"Vuoi una mano?" la voce maschile e bassa di Mirko mi colpisce alle spalle.
"Oh ehm si grazie i bambini hanno fatto un bel po' di macello"
"Lo vedo" 
"Allora quanti anni hai?" ; provo a fare conversazione.
"Quasi 20" Wow. Non me lo aspettavo. "tu?" chiede di rimando.
"Quasi 17" e sul suo volto passa un filo di stupore che prova a nascondere.
"Come mai qui?" chiede lui con un tono scocciato o annoiato.
"Adoro i bambini e mi aiutano a non pensare" rispondo allegra. "Tu?"
"Per mio cugino, so che ama passare del tempo qui e con te e poi passare del tempo qui, quando posso, può farmi solo del bene" risponde.
"Si esatto, solo del bene fanno i bambini" dico mentre sistemo i giocattoli nelle ceste apposite.
"Cos'altro mi racconti?" 
"Senti" dice posando il pupazzo che aveva in mano mentre si avvicina sempre di più a me ed io sento il respiro mancare. "Non sono qui per fare conversazione ma solo per veder sorridere Oliver, chiaro? quindi evita d farmi tutte queste domande del cazzo, io e te siamo solo due fottuti colleghi, non amici né niente di simile, intesi?" sentenzia brusco.
Sono senza parole e senza fiato mentre lui si allontana e continua a sistemare i giocattoli io mi limito a socchiudere gli occhi in due fessure. Stronzo arrogante.
"Volevo solo essere gentile"
"Non serve" risponde pronto.
Odioso. Odio le persone che si comportano così, me lo ero immagginato in modo diverso.
"Come sei scontroso" gli dico e lui mi rivolge un sorrisetto proprio da figlio di puttana. Ma tu guarda questo stamattina!
"Lo so" ride. Non posso crederci! Ero venuta qui per rilassarmi non per arrabbiarmi il doppio. 
"Coglione" sussuro e lui mi ignora anche se so che mi ha sentito. 
Se vuole la guerra la guerra avrà. 
Lo fisso con tutta la rabbia che provo e lui fissa me finché le porte non si aprono e i bambini tornano a giocare ancora un po' prima del riposino, allora ci voltiamo entrambi sorridendo verso di loro.
"Vincerò io coglione" Gli mimo con le labbra.
Ma lui mi ignora. Iniziamo bene questo primo giorno di "lavoro". 

EclipseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora