SOLO UN FIORE

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Non so come ma alla fine riescono a convincermi ad abbandonare la mano di mia sorella nonostante io urla e pianga lei non si muove e loro non mi lasciano andare. Quindi, sono costretta a lasciarla andare e a tornare a casa dove mi butto sotto la doccia per eliminare tutto lo stress e la sporcizia che mi sento addosso. Uscita dalla doccia bollente mi arriva un messaggio da parte di Mark. Non vorrei sentire nessuno ma lui è sempre così gentile con me e mi sforzo a rispondere. 
"Come ti senti?" mi chiede.
"Male"  rispondo sbrigativa: voglio condurre al termine questa conversazione. 
"Mh se ci sono aggiornamenti o hai semplicemente bisogno scrivimi senza esitare" 
"Certo grazie mille, a te come va ?" non che mi interessi più di tanto.
"Vado avanti, non so posso fare qualcosa per farti stare meglio?"
SI. Lasciarmi deprimere da sola. Ovviamente cambio risposta e digito:
"Non penso" 
"Mh" non mi sembra convinto ma non mi importa ora. Voglio solo restare da sola in questo momento anche se so che è la scelta sbagliata. Non ho mai amato parlare dei miei problemi anzi solitamente mi chiudo in me stessa e mi lecco le ferite da sola, solo io mi capisco alla fine.
"Non farti del male" mi scrive Mark: non mi ero manco resa conto di essere ancora nella nostra chat.
"Non farò nulla stai tranquillo" dico velocemente. Se avessi voluto l'avrei già fatto...
Finisco di sistemarmi e di vestirmi ed esco dal bagno insieme ad un alone di gas bollente: amo le docce calde.
Mi butto sul letto e senza che io lo voglia scoppio a piangere a dirotto senza riuscire a fermarmi.
Non so perché io stia piangendo so solo che lo sto facendo. Ripenso a mia sorella e quanto mi manchi nonostante tutto e il fatto di non poter avere notizie da parte sua mi uccide dentro lentamente. Vorrei solo correre da lei e toglierle tutto il male che la logora. Non sono stata una brava sorella maggiore...non l'ho protetta e l'ho lasciata sola allo sbando. Mi abbandono al dolore che provo dentro di me e chiudo gli occhi addormentandomi.


POCO DOPO:
"Luna! Luna vuoi svegliarti si o no?" Una voce squillante mi risveglia dal mio sonno e quando apro gli occhi vedo mia madre intenta a scuotermi il braccio per svegliarmi.
"Ma-mamma che succede?" dico assonnata.
"Tua sorella" inizia mia madre e il suo tono, ancora una volta, mi fa gelare il sangue. Nonostante mia sorella sia in ospedale in gravi condizioni è così tranquilla come se fosse quasi priva di emozioni.
"Si è svegliata?" le chiedo ormai sveglia a pronta ad ascoltarla.
"Si" dice come se fosse una cosa da poco. Salto giù dal letto ed inizio a cambiarmi indossando velocemente dei pantaloncini e una maglietta mentre mi si stampa un sorriso sulle labbra. Si è svegliata! Ha mantenuto la promessa, finalmente è di nuovo tra noi. Nn posso crederci sono troppo emozionata ma non vedo la stessa euforia negli occhi di mia madre, sua madre.
"Mamma ma è una notizia meravigliosa" urlo in preda alla gioia e ad altre mille sensazioni che non riesco neanche ad indentificare.
"Già" dice con uno sguardo basso e cupo.
"Mamma c'è altro?" improvvisamente tutta la mia gioia svanisce e la preoccupazione prende il sopravvento. Mi risiedo al suo fianco sul mio letto.
"No è che ora dobbiamo capire come è successo e probabilmente sarà coinvolta anche la polizia" dice.
"Mamma ma dobbiamo capire cos'è successo no? Non ti interessa?"
"Certo ma non voglio neanche che la gente pensi altro ecco"
La gente... Sua figlia è quasi morta e lei pensa alla gente e a quello che potrebbero pensare. 
Non posso crederci, anzi mi rifiuto di crederci. Evito di rispondere per non scaturire un'altra lite e mi alzo di scatto mentre lei resta così, col capo chino e cupo.
A lei non è mai importato nulla, a lei importa solo della sua immagine e della sa maledetta reputazione alla fine. Afferro il telefono ed esco dalla camera velocemente senza degnarle di un saluto. Sento che urla qualcosa ma ormai mi sono già chiusa la porta alle spalle: Ho bisogno di uscire da qui dentro.
Esco di casa e respiro a pieni polmoni l'aria pulita della tarda mattinata. Maledetti stronzi. 
Digito il numero di mio padre sul telefono e aspetto che mi risponda. Ovviamente, dopo svariati tentativi, non mi risponde. Sarà a lavoro presumo, nonostnate sua figlia si sia svegliata dal coma.
Mi giro verso casa e poi verso la strada: Che fai Luna? Torni dentro in silenzio o corri a capirci qualcosa? 
Scelgo la seconda opzione e corro, corro e corro sempre più veloce senza mai guardarmi indietro. Lascio che il vento mi passi tra i capelli che me li butti indietro e corro sempre di più. 
Devo andare da mia sorella.


POCO DOPO:
Arrivo all'ospedale e  nonostante il mio affanno salgo le scale e vado nel reparto di mia sorella. 
Incontro un medico e gli dico il nome ed il cognome di Stella e subito mi riferisce alcune informazioni.
Mia sorella si è svegliata ieri notte poco dopo me ne sono andata via ma avevano aspettato a comunicarlo perché probabilmente si sarebbe riaddormentata ma alla fine lei è stata più forte ed ha vinto. Ora le hanno dovuto ingessare un braccio ed una gamba ma tutto sommato sta meglio nonostante i suoi polmoni siano ancora molto deboli. Sono preoccupata ma sollevata allo stesso tempo e chiedo di vederla ma mi comunicano che le visite sarebbero iniziate solo due ore dopo così mi sistemo nella solita, triste e buia sala d'aspetto. Quando mi siedo ed osservo le pareti percepisco che qui ci sono stati tanti pianti, preghiere, ultimi abbracci, ultime parole sussurrate e mi sento così fuori luogo. 
Mi alzo, mi preparo il solito caffè scadente e mi rimetto a sedere. Sono così irrequieta. Decido, allora, di fare un giro per l'ospedale, e di andare nel reparto di pediatria: amo i bambini e mi mettono sempre tanta serenità, forse andando da loro starò meglio.
Cammino per i corridoi  pieni di infermieri e medici   finché non arrivo al reparto di pediatria ricco di colori e stampe di animali di ogni genere. Appena entro noto subito dei bambini indaffarati a colorare o ad utilizzare puzzle ed altri giochi di società. Sono così innocenti  e puri che non dovrebbero neanche conoscere la sofferenza e l'ospedale stesso.
Mi avvicino lentamente ad uno di loro ed prendo un foglio bianco ed alcuni colori posati sul tavolino.
"Ciao" sussurro mentre mi siedo a gambe incrociate.
"Ciao" mi rispondono un paio di loro con quella voce infantile e dolce tipica dei bambini.
"Cosa disegnate?" chiedo interessata. Amo osservare e studiare i disegni dei bambini.
"La mia famiglia" mi risponde una bambina con dei lunghi capelli neri e degli occhi verde scuro. Stupenda, semplicemnete stupenda. 
"Oh wow" dico sorpresa della sua bravura. Le figure sul foglio sono ben realizzate e i colori sono sfumati. Questa bambina disegna meglio di me. 
"Grazie, mamma mi dice sempre che dovrei fare l'artista da grande" dice sorridendo. 
"Lo penso anche io, sei molto brava" rispondo ricambiandole il sorriso sincero.
Dopodiché si volta e torna a disegnare.
Un altro bambino mi si avvicina e mi mostra il suo disegno.
"Ciao piccolo, che bel disegno che hai fatto" dico ed osservo attenatmente il disegno che è così... ambiguo per un bambino.
Sul foglio viene raffigurata una figura tutta bianca con delle ali e dall'altro lato una donna che sembra molto anziana e poi c'è lui al centro. 
"Cos'è?": ora sono davvero curiosa. 
"Mia nonna è questa" mi dice mentre indica l'anziana signora. "Questo invece è un angelo, e questo sono io che la saluto per l'ultima volta" mi spiega.
Non posso credere alle mie orecchie. 
"Perché la saluti per l'ultima volta?"
"Perché l'angelo la porta a casa" 
"Casa?" : sono confusa.
"Si mamma dice che dopo un po' tutti abbiamo il desiderio di tornare a casa ed è arrivato il momento anche della nonna" dice dolcemente. "Ma io non sono triste, ora la nonna è a casa e so che mi verrà a fare visita presto".
Gli occhi mi si riempiono di lacrime, sua nonna è deceduta.
"Oh certo, lei verrà presto dal suo amato nipotino" gli dico mentre gli restituisco il disegno.
Lo osservo meglio e mi sembra di averlo già visto da qualche parte. I suoi lineamente dolci, i capelli biondi...
"Ma tu sei Olly?" 
"Si, come fai a saperlo?" 
"Ci siamo incontrati l'altra volta, sono Luna" 
Non posso crederci che sua nonna sia deceduta...
"Luna!" esclama dopo aver ricordato. "Tua sorella si è svegliata?"
"Oh si piccolo mio, ora sta molto meglio" e lui mi butta le braccia esili al collo mentre mi abbraccia.
"Tesoro perché sei qui se tua nonna è tornata a casa?": non capisco.
"Oh mamma ha detto che doveva finire di parlare con il dottore che ha chiamata l'angelo alla nonna" immagino che si riferisca al suo medico. 
"Ti stai divertendo?" cambio discorso, quello era troppo scomodo per un bambino.
"Si, qui ci sono tanti pastelli e giocattoli" sorride. A volte vorrei essere anche io una bambina, senza sofferenza, pensieri e preoccupazioni. 
"Si ho visto, vuoi fare un altro disegno?"
"Certo!" urla contento. 
Inizia a colorare su un nuovo foglio e nel frattempo mi guardo intorno. Nonostante non sia il posto migliore per ridere io inizio a farlo: lo sapevo che i bambini mi avrebbero aiutato.
Mi giro nuovamente verso Olly ma stavolta lui non c'è. L'ansia mi assale, spero di non averlo perso. Controllo tutta la stanza finché, con la coda dell'occhio, lo vedo correre verso un ragazzone, lo stesso di quella sera, quindi suo cugino. 
"Ciao" urla mentre gli getta le braccia al collo ed il ragazzo si solleva tenendolo in braccio.
"Ciao piccolo" dice lui scompigliandoli i capelli.
Questa scena mi strappa un sorriso. 
"Guarda! Ti piace il mio disegno?"
"Wow, ma è bellissimo, bravo campione" dice sorridendo il ragazzo e gli occhi gli diventano due fessure. Non me lo ricordavo così alto.
"Luna!" mi chiama Olly contento.
"Si tesoro" rispondo subito.
"Lui è mio cugino, te lo ricordi?" 
"Oh si un po'" rispondo vaga.
"Guarda lei è Luna, stavamo colorando insieme" mi presenta.
Mi alzo in piedi, ma forse era meglio restare seduta visto che risulto estremamente bassa a confronto del ragazzo. 
"Oh e vi stavate divertendo?" chiede lui dopo avermi scrutata per bene. Non sono nelle mie mgliori condizioni effettivamente. 
"Si tantissimo, vuoi colorare anche tu?"
"Mh guarda a dir la  verità dovremmo andare Olly, la  mamma ha finito col dottore" gli dice dispiaciuto e gli occhi di Olly si riempiono di lacrime. Prevedo una bella scenata. 
"No, non voglio ancora andare via" dice piangendo.
"Olly, tesoro ci vediamo presto e coloriamo ancora" gli dico provando a calmarlo ma ottengo l'effetto opposto.
"No io voglio colorare con te adesso!" 
"Ma la mamma deve  fare tante cose" prova a convincerlo il ragazzone.
"No ti prego" supplica. Il mio cuore si stringe. 
Allunga le braccia verso si me e cerco nello sguardo del ragazzo il consenso per prenderlo in braccio. Dopo averlo ottenuto lo stringo forte e cerco di cullarlo. 
"Tesoro facciamo così, tu ora vai da mamma e tornate a casa così puoi riposarti e poi in questi giorni ci vediamo, io sono sempre qui" 
"Mh" non sembra convinto ma forse ci sto riuscendo.
"Olly dai ha ragione la ragazza su vieni e andiamo" la pazienza del ragazzo sta esaurendo. 
Gli lancio un occhiata piena di risentimento: mai dare fretta a dei bambini in preda ad una crisi.
"Sì sono sicura che ti divertirai moltissimo anche a casa e con tuo cugino" mi sforzo di sorridere nonostante non voglia lasciarlo andare. Mi sono affezionata a lui forse.
"No, mi diverto con te" 
"E io ti prometto che ci vediamo presto" 
"Promesso?" e mi porge il mignolino. Sto per commuovermi.
"Promesso" ed afferro il suo migniolino con il mio. 
"Giurin giurello" dico e lui lo ripete. Gentilmente, quindi, lo lascio andare per ridarlo al ragazzo che intanto sembra scocciato da tutta questa scena. Odioso.
"Ciao Olly"
"Ciao Luna" dice mentre il ragazzo lo porta via senza neanche aver salutato. Maleducato.
Decido di controllare l'orario. Sono passate due ore se non di più. Mi alzo e torno al reparto di mia sorella lasciandomi alle spalle tutta la spensieratezza e l'innocenza di quei bambini.

Arrivata nuovamente al reparto noto subito degli agenti di polizia intenti a parlare con mia sorella ancora distesa nel letto.
Ma cosa sta succedendo qui? La situazione è più grave di quanto pensassi. 
Mi avvicino ad un agente fuori la porta di mia sorella per chiedere informazioni.
"Salve sono la sorella di Stella e vorrei sapere cosa sta succedendo qui, mia sorella è ancora in pessime condizioni e si è svegliata da poco, non capisco" 
L'agente alza un sopraciglio sorpreso o forse infastidito e mi guarda dall'alto verso il basso. 
Ma che hanno tutto oggi?
"Salve signorina, siamo al corrente delle condizioni di sua sorella, ma per noi è fondamentale avere alcune delle sue dichiarazioni" 
"Dichiarazioni? In merito a?"
"L'incidente" 
Grazie al..
"Si certo ma mia sorella è minorenne come saprà, ed io vorrei sapere chi era alla guida quella sera gentilmente"
"Oh sua sorella era in auto con 2 ragazze, una di 15 e l'altra di 17 anni e con un raazzo di 19" 
COSA?
"Scusi? è possibile sapere i loro nomi?"
"Non posso ancora riferirglieli posso dirle che sua sorella conosceva queste persone"
"Come stanno loro?"
"Le due ragazze stanno bene, erano sedute sui sedili posteriori, si sono rotte entrambe la gamba destra e qualche costola" fa una pausa mentre osserva mia sorella "Sua sorella è forse la vittima che ha rischiato di più visto che era seduta sul sedile del passeggero e senza cintura" 
SENZA CINTURA? Mi sorella che è una fifona?
Questa storia mi puzza. 
"Ed il ragazzo?"
"Lui si è salvato la vita per un pelo, ha subìto un trauma cranico, ma si è rimesso alla grande" dice sorridendo in modo ambiguo. Cosa c'è che non so?
"Cosa stanno chiedendo i suoi colleghi a mia sorella?"
"Stiamo cercando di ricostruire quanto accaduto quella sera" risponde.
"Certo, e cosa sapete?"
"Non posso dirle molto anche se comprendo la sua preoccupazione, la macchina in cui viaggiava sua sorella si è schiantata contro la parete di una galleria, alla guida c'era il ragazzo che era molto ubriaco e la vettura superava i limiti di velocità. Pensiamo che abbia sbandato a causa dell'alcool e di qualche distrazione futile che però ha messo a dura prova la loro vita" 
"Ah, avete interrogato anche gli altri?"
"Certo ed il ragazzo al momento è in questura, stiamo cercando di capire se prima di quella sera... c'è stato altro"
"In che senso scusi? Altro?"
"Essendo tutte ragazze minorenni abbiamo il diritto di sospettare che possa trattarsi di un circolo di abusi o violenze fisiche" 
Abuso... mia sorella ha...ha...
Non sono più lucida all'improvviso e mi viene da vomitare. Non è possibile...
"Mia sorella ha..." non riesco neanche a dirlo.
"Quella sera non era presente del liquido seminale e abbiamo effettuato anche una perizia ginecologica, sua sorella è vergine".
Torno  a respirare, anche se questo non significa nulla, ci sono tante tipologie di abuso.
"Ovviamente" continua "Non escludiamo altre tipologie di abuso"
Annuisco incapace di parlare. Da quanto va avanti?
Ecco che i suoi colleghi escono dalla stanza di mia sorella e tutti iniziano a marciare verso la porta. Mi giro verso mia sorella ancora sotto choc. Mi avvicino e mi siedo al suo fianco. Non voglio metterle pressione ma voglio indagare. 
"Ciao Stella, ci hai fatto preoccupare, come ti senti?"
"Una schifezza ma mi rimetterò presto ne sono certa"
"Che è successo? Perché la polizia?"
Non risponde, guarda un punto fisso della stanza senza nemmeno sbattere le ciglia. Ha paura.
"Lo sai che puoi dirmi tutto, nonostante ultimamente non parliamo molto io sono sempre tua sorella" 
Annuisce in silenzio. Non sarà facile farla parlare. 
"Ti prego Stella dimmi qualcosa, qualsiasi cosa"
"Quella sera non ci volevo neanche salire in macchina"  inizia ed io mi ammutolisco. "Sapevo che sarebbe stata una cattiva idea" si zittisce per un momento e poi ricomincia. "Avevo paura Luna, paura per davvero, per niente paragonabile a quando vedi un insetto sul muro della tua stanza o quando pensi che ci sia qualcuno sotto al letto" i suoi occhi si riempiono di lacrime. 
"Ho avuto paura di morire ma alla fine mi hanno fatta salire in macchina. La musica era alta, come piace a lui e andava sempre più veloce sempre di più e la galleria era così buia, e senza che me ne accorgessi mi ha slacciato la cintura di sicurezza e ha provato a slacciarmi anche il top per palpeggiarmi il seno ma gliel'ho impedito". Resto di pietra quando sento tutto ciò, sono sotto choc io adesso e non posso credere a tutto questo. Come ci è finita mia sorella in mezzo a questa gente?
"Lui si è arrabbiato ed ha iniziato ad accelerare sempre di più e sembrava che quella galleria fosse infinita e poi si è schiantato ed io ho visto solo il buio". Finito il racconto resta in silenzio senza guardarmi. Restiamo entrambe in silenzio, non riesco a parlare. 
"St-Stella" balbetto "chi è questa gente ? come ci sei finita in questi giri? ti hanno mai fatto del male?". Inizia a piangere e mi assale un brutto presentimento. 
"Scusi" sussulto dalla paura quando il dottore mi chiama e mi invita ad uscire visto che il momento delle visite è appena terminato. 
Bacio sulla fronte mia sorella e poi esco mentre il dottore le controlla il battito del cuore e le fa alcune domande di prassi, poi esce anche lui. La guardo per l'ultima volta e poi mi volto. 
Non finisce qui.



ORE DOPO:
Torno a casa furiosa con i miei genitori. Mia sorella aveva bisogno di aiuto, aveva bisogno di qualche sgridata in più, di qualche punizione, di un consiglio materno, di un aiuto paterno e invece è stata ignorata e nonostante alcune volte provassi io a fare tutto ciò non è bastato perché mi ha chiuso fuori da tutto. Non toccava a me alla fin dei conti. Appena entro in casa vedo mia madre intenta a preparare un caffè per lei e per Eleonora, la mamma di Mark, esattamente  l'ultima persona che avrei voluto incontrare in questo momento. 
Non le saluto e corro al piano di sopra in cerca di mio padre ma non è a casa. Mi rifugio nella mia stanza dove trovo...Mark?
"Che ci fai qui?" chiedo cercando di nascondere il mio pessimo umore ma invano. 
"Volevo farti una sorpresa per risollevarti il morale" 
Lo guardo e non dico nulla. Oh quanto mi dispiace.
Mi porge un mazzo di fiori, margherite. Ho un deja-vu appena me le porge. 
"Grazie sono molto belle" 
"So che non sono i tuoi fiori preferiti, però" dice imbarazzato.
"Bellissime grazie ancora" taglio corto.
"Tutto bene?" 
"Secondo te" dico aspra.
Abbassa gli occhi e si gratta la nuca.
"Scusami io pensavo di aiutarti"
"Ti ringrazio" poso le margherite e mi stendo sul letto.
"Novità?" 
"Si" rispondo.
"Vuoi parlarne?" 
"Volevo farlo con i miei genitori"
"Oh certo...."
"Se vuoi però posso dirtelo ma non dirlo a nessuno chiaro?"
"Certo"
Inizio a raccontagli tutto quello che ho scoperto oggi e lui resta in silenzio ad ascoltarmi.
Finito il mio monologo mi abbraccia. Mi abbandono a lui e scoppio a piangere mentre mi accarezza i capelli.
"Va tutto bene" continua a ripetere ma so che non è così che non va niente bene e la cosa che mi fa ancora più male è sapere che interessa solo a me tutto ciò. I miei genitori ci hanno abbandonato nonostante continuino ad essere con noi, fisicamente almeno. Vorrei che tutto ciò finisse ma so che è appena iniziato tutto...
Il gioco è appena iniziato...

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